Poesie personali


Scritta da: Armando
in Poesie (Poesie personali)

Carrette del mare

Le mie speranze io l'affido al mare,
la stessa acqua unisce le due sponde
sembra a nuoto si possa attraversare
quando placide riposano le onde.

Ma le visioni che offre la natura,
si impattano con la nuda realtà
stipati al sole e al vento è cosa dura,
come saziar la fame non si sa.

La fiducia sempre ci accompagna
il sol tramonta e rolla la paranza
il tanfo sale, attorno a noi ristagna.

Ci aiutano le luci in lontananza
l'onda solleva l'acqua tutti bagna
s'avanza al buio, vince la speranza.
Composta venerdì 14 gennaio 2011
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    Scritta da: Nello Maruca
    in Poesie (Poesie personali)

    Al mio maestro peppino

    Cinquanta d'anni ne son già trascorsi
    e sentieri impervi tanti ne ho percorsi
    così come puranco, assai di rado,
    varcato, serenamente, ho qualche guado.

    Ma sia che tempesta o bonaccia fosse
    giammai lo pensier mio da te si mosse
    e, per i ricordi del tuo grande affetto
    t'hò, piacevolmente, tenuto nel mio petto.

    Rivedo il lungo, dolce viso sorridente
    in quell'amabile fare accattivante;
    ricordo quel primo assai felice incontro
    che ai timori miei non fu riscontro.

    Avvenne il quinto giorno di lezione
    che perdemmo con "Turuzzo" la ragione;
    ci accapigliammo come due leoni
    per la macchia d'inchiostro sui calzoni.

    Mettesti me sulla coscia destra
    "Turuzzo" lo ponesti sulla sinistra
    e facesti che morisse quel rancore
    donandoci il sorriso del tuo amore.

    Stretti ci trovammo in un abbraccio
    mentre le lacrime solcavano le facce.
    Una carezza ancora, un bacio in fronte
    e fummo alla lavagna a far la conta.

    Questo il primo insegnamento che mi desti,
    tant'altri mano a mano ne seguisti
    e lo facesti con la nobile arte
    che dello spirito tuo faceva parte.

    Il senso di Dio nascere mi facesti.
    di Colui che dal nulla creò i Corpi celesti;
    di Chi tutto sa, tutto conosce e vede
    e dona vita eterna a chi Gli crede.

    Nacque, così, nell'alma mia la volontà
    di pregarlo e venerarlo in umiltà.
    Questo il buon seme che mi regalasti
    dacché con pazienza e amore mi seguisti.

    Presto il seme maturò buon frutto
    tanto che ad esso da allora devo tutto.
    Infondendo con la bontà l'amore in petto
    dell'essere mio facesti un uomo retto.

    Oprare potevi solo tu questo prodigio
    col dire e il fare nel contegno ligio.
    Grazie, caro maestro mio, Grande maestro;
    per tutto questo, grazie mio caro Maestro.
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      La festa della Madonna

      Quest'oggi, quattro ottobre,
      suoni intorno sono e canti,
      vicino non son'ombre
      e i cuori paion contenti.
      Oggi è festa della Vergine,
      della Vergine Maria
      e sia grandi che piccine
      sono in massima euforia.
      Tutt'allegrezza è intorno,
      la gente si sollazza,
      sol'io da qualche giorno
      carco sono di tristezza.
      Mi piange dentro il cuore,
      sentomi afflitto e solo,
      lunghe trascorron le ore,
      dai piedi mi sfugge il suolo.
      Quel vaso di cristallo
      Mancante è di più fiori.
      Sta sopra al piedistallo
      Ma è come fosse fuori.
      È bello e rilucente
      Ma pare ombrato e vecchio:
      Gli manca la sua gente:
      Lo vedo nello specchio.
      Tre sono rimasti fuori
      Da quel cristallo puro.
      Son tre, son tre amori
      Che l'animo rendon scuro.
      In un cantuccio: In casa,
      credendo d'esser sola
      la faccia triste, or rosa,
      or pallida, or viola,
      solcata dalle lacrime
      piange una donna sola.
      Si contorce, si comprime,
      sola parla, sola ragiona.
      Alza gl'occhi all'improvviso
      E mi fissa desolata,
      mentre asciuga il dolce viso
      dice: Ahimè! Che sfortunata.
      Chiude gli occhi e chiede
      Muta: Ma perché, perché, perché!?
      Guardo in Cielo e muto chiedo:
      Ma perché, Maria, perché!?
      Dai lor figli tutti quanti
      Circondati son gli amici,
      vanno avanti, indietro, avanti
      coi parenti: Sono felici.
      Per il fare di certuni
      Io, però, non son contento,
      tutti affetti restan vani
      pel lor scarso sentimento.
      Dea Fortuna da me è scosta
      Canco pure per mala sorte
      Questo giorno solo resto
      Con due figli e la consorte.
      Lei non sa, la Dea bendata,
      che se un figlio manca in casa
      la sua mamma è addolorata
      e vien tetra ogni cosa.
      Questo giorno tanto bello
      Da quel vaso di cristallo
      Di bei figli mancan tre:
      Due Regine e un gran Re.
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        Il sogno di un sogno

        È una serata cupa, lampi e tuoni; e
        due nipotini dormono buoni, buoni.
        Stanno vicino l'uno all'altro stretto
        in quello che lor chiamano grande letto.
        Accanto v'è la nonna, tutt'amore, n
        che per lor prega Iddio, nostro Signore.

        Lo fa con la passione del suo cuore
        onde lor crescano nel di Lui timore.
        Io sono a letto, nella stanza accanto,
        ché il mio posto ceduto ho ben contento
        ai pargoletti dell'innocente manto
        giacché l'un l'altro restano mio vanto.

        Il vento ulula forte, un gran lamento,
        a prendere sonno, quella notte, stento
        mentre il rumore dei tuoni di tanto in tanto
        riporta il pensier mio alla stanza accanto,
        a papà mio, a nonna Giovannina
        a mamma, a zia donna Esterina

        al papà di mia moglie, alla mammina,
        alle mie sorelle lontane e alla vicina.
        Tutti in rassegna passo i miei parenti,
        ne conto tanti, cinque volte venti;
        gli occhi sono stanchi, lacrimanti
        così mi fermo senza andar più avanti.

        Mi ritrovo, di botto, in un salone
        zeppo di sedie, tavoli e poltrone.
        Una ad una riempiono lo stanzone
        tante, innumerevoli persone.
        Per prima accanto a me siede mia moglie,
        all'altro lato seggonsi le due figlie

        seguono di mia moglie e me le due famiglie
        e un'antenata a lunghe sopracciglia.
        Entra a passo lento e cadenzato
        L'Arciprete Battista accompagnato
        Da Ciccio maresciallo e il cognato
        Nonché lo fratel Giuseppe, letterato.

        Con cinque germogli dal viso festante
        i tre miei figli maschi mi stanno a fronte,
        alla lor destra è giovane aitante
        e accosto di famiglia altro esponente.
        Sono i nipoti primi, alti e snelli
        ch'anno valore di inestimabili gioielli,

        segue la femminuccia dai neri capelli,
        occhi castani, luminosi e belli.
        Nella festante, gioiosa ricorrenza
        Allieta la serata la presenza
        Dei tanti parenti e loro discendenza
        E di tutti i miei fratelli e figliolanza.

        S'avvera, così, il desiderio di tant'anni
        Vissuti in sofferenza e negl'affanni
        Ch'anno segnato, ahimè, non senza danni
        l'esistenza di figli nonni e bisnonni.

        Finito il sonno s'azzera l'incanto
        E nello core rilacrima lo pianto.
        Giacché tutto vissuto ho nel sonno
        Che portato m'ha a far questo bel sogno.
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          Scritta da: pazzo di lei
          in Poesie (Poesie personali)

          Ringrazio gli dei

          Cupido tutte le frecce ha usato,
          E sono stato con gioia bersagliato...
          Morfeo dei miei sogni s e impossessato.
          E di nuovo la principessa m a donato...
          Eros lo ringrazio di avermi pensato,
          che mi ha reso di nuovo innamorato...
          per tutte le volte che la luna guarderò,
          e alla principessa penserò,
          a Diana grato sarò...
          Eracle mi dovrà aiutar,
          e la forza alla mia amata dovrà donar...
          afrodite ha fatto un bel lavoro,
          perché ha fatto della principessa un gran tesoro...
          ringrazio le divinità che ho citato
          ... a voi son molto grato,
          e se qualcuna ho dimenticato,
          vogliate accettare il fatto che son stato sbadato...
          Composta domenica 16 gennaio 2011
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            Scritta da: FAUSTO GAZZETTO
            in Poesie (Poesie personali)

            La ricerca

            Semmai dovessi vedere una stella che cade, la cercherei!
            Scalerei le montagne usando le mie mani come picconi.
            Attraverserei i deserti senza alcun bisogno di dissetarmi.
            Scruterei i fondali marini poiché non necessiterei d'ossigeno.
            Non mi importa quanto tempo ci impiegherei!
            Scorerebbe via come l'acqua raccolta tra le mie dita.
            Ma immagino quel giorno.
            Eccola lì!
            Adagiata nel buio, ad attendere la mia gioia.
            Dopo averla raccolta molto delicatamente tornerei per donartela.
            Aimè!
            Strada facendo il mio cuore si affliggerebbe sempre più,
            scuotendo il capo continuerei a ripensare che tutto questo,
            non sarebbe mai stato abbastanza per svelare l'amore infinito che ho per te.
            Composta sabato 15 gennaio 2011
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              Scritta da: Mariella Mulas
              in Poesie (Poesie personali)

              Tutte le donne in te

              Come soffio
              appare essere stata la tua vita...
              Tu, donna, madre,
              tu, fiera di dolci presagi,
              tu, promotrice di sogni
              in te e intorno a te.
              Tu, carezza d'ogni istante,
              tu, consolatrice d'occhi stanchi.
              Tutte le donne in te,
              Liliana, che come te
              non intravedevano rancori,
              e non credevano vie
              ingabbiate in livori di follie.
              Tu, che stupita
              non hai salvato la tua vita
              offrendo le tue ultime parole
              a difendere dall'improvviso mostro d'orrore.
              E il tuo sorriso ora appare
              e resta più che mai luminoso
              agli sguardi qui di te piangenti,
              e così il tuo essere stata
              donna, madre adorata
              è come aver accolto
              tutte le donne in te,
              che come te,
              petali fatalmente lacerati,
              sono state soffi d'amore
              ora infinitamente per sempre rimpianti
              nel ricordo struggente d'ogni cuore.
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