in Poesie (Poesie personali)
La forza che ho trovato in te
Sei stato tu che mi hai capito.
Sei stato tu che mi hai aiutato
anche quando non ti ho cercato.
Sei stato tu che mi hai salvato.
Composta venerdì 18 marzo 2011
Sei stato tu che mi hai capito.
Sei stato tu che mi hai aiutato
anche quando non ti ho cercato.
Sei stato tu che mi hai salvato.
L'amore per me
È darti il cuore
Sentirti le mani
Che camminiamo
Vedere i tuoi occhi
Cambiare colore
E le tue labbra
Volermi baciare
L'amore per me
È darmi nudo
Senza paura
Neppure pudore
Averti sul petto
Nutrirmi sul tuo
Voglia di piangere
Dopo l'amore
Incredulo uomo
Che amore sei tu.
Vorrei fermare in una foto,
il momento in cui sorridi,
per poterti ricordare
nei momenti in cui son triste.
Vorrei fermare,
questo vento, tra le foglie,
che spinge via
i ricordi secchi.
Ma ci sono tramonti
troppo belli per non ridere.
Vorrei disegnare
un sorriso, sul tuo volto,
come un rametto
sulla sabbia
tutte le volte
che il mare
viene per cancellare.
Sere sfatte di solo buio
Carte scorse come tarocchi
A rigirare l'album del cuore
Viene mestizia in quasi dolore
Cerchi lontani raggiungono riva
Squilla il coraggio di dirle no
Cede la diga d'argilla viva
Sopra il baratro volare si può
Rondini ambite a far primavera
Lucciole incantate anche la luna
Sera a ponente soffia leggera
Ghiaccio di sale sciogliti in me.
Lacrime amare
esalano dal cuore...
Risalgono agli occhi,
si formano di nuovo.
Scivolano lente
baciate dal vento...
Resistono tenaci
al calore del sole...
Alimentano
infine
un dolore
profondo...
Illuso tu fosti già primo,
che stupido uomo,
fuggisti da colli
difformi alle valli.
Speranza dipinse
la vita in contrasto,
pensier cupo strinse
se pur tutto a posto.
Ò mente contorta,
si, vile tradisti,
frammenti di cuore
di uomo infelice.
Si perde nell'aere
la Brama d'amare,
illuso fingesti
qual donna ti avvalse.
Vivesti nel tempo
dei tempi incrinati,
tradisti il pur Fido
nel buio, l'inganno.
Su pagine e righe
imprimesti il tuo stile
fuggisti la vita
macchiata di rime.
Or legger nel Tempio
suo cuor furba donna,
dall'aspro pensier
tradì spudorata, quest'uomo.
Si dura condanna,
vigliacca tu fosti,
l'esilio c'attende
nei sensi l'blio.
Spergiuro il destino,
di altero signor tu vissuto
disgrazia, sgomento fatale,
di un uomo distrutto e tradito.
Ho nell'anima un sogno.
È mio,
m'appartiene.
L'accarezza il cuore
quando ogni cosa è triste,
quando la speranza cessa
e la realtà ti sovrasta
con i suoi tormenti.
È un sogno
che riempie la mia vita,
cancella ogni tristezza,
apre squarci di cielo azzurro
nel buio della notte.
È un sogno,
è il mio.
più forte della realtà.
Il vento trascina con se
i miei pensieri
e li accumula come foglie
morte d'autunno
che schiacci
sotto i ricordi
sotto le speranze disilluse
sotto i sogni infranti...
Si fà più forte il vento
e mi porta verso l'orizzonte
dove intravedo
nuovi ricordi
nuove speranze
nuovi sogni...
Apro gli occhi
e ti vedo
si, da qualche parte
ci sei...
Si è calmato il vento
e posso riprendere
il cammino verso di te...
... Vita mia.
Par voglia entrare tu pria ancora
che scocchi l'ora al tempo dell'amore,
d'esso a scoprire passione e ardore
lasciando primeggiar l'ingenuo core.
Alla tua etate, bambola, son sogni
ch'anno parvenza di sincero affetto
ma spine, tosto, sono, poi, in petto
avverso sentimento nobile ch'agogni...
Fermati pria che tardi ancor poi sia,
non dare sferza a tempo che già corre,
sii pulit'acqua che a ruscello scorre
lenta, cristallina: tale tua puerizia sia.
Non si può dire a notte: Corri ch'io giorno
rivoglio che risposta sola essa darebbe:
Colui che pria mi fece e poi mi crebbe
lo tempo dell'andar ridona a torno.
L'acqua che scorre da montagna a mare
spumeggiando serpeggia infra pietrame
e sponde e, se corso ha deviato infame,
dritta prosegue e va, comunque, in mare.
Fanciulla, indi, da retta via non deviare
che pur se cammino par più lungo e storto
è, invece, il più diritto e lo più corto
e consente al proseguir lo dolce andare.
Non precorrere il tempo, lascia che passi.
Parti ch'è fermo ma corre a lunghi passi.
Verrà lo giorno che aprirai lo core
per consacrarlo al tuo unico amore.
Saltando, fanciulla, non si tocca luna
e nelle lande perisce bionda e bruna...
Un sasso che cade
in un pozzo profondo...
Silenzio in attesa
del contatto
con l'acqua...
Un tonfo leggero
risale come eco.
Eco che penetra
ed invade il mio cuore...
Eco trasmesso
a piccole vite...
Gocce di acqua
su labbra bruciate...