Poesie personali


Scritta da: Nello Maruca
in Poesie (Poesie personali)

LXXI

In sì cotanto corto tempo, diverse
Le vicende calate in nostre menti;
da trist'eventi a lieti avvenimenti,
l'une dall'altre, molto, molto inverse.

Da gioia la vita passa a strette morse
e quanti in terra sono grandi talenti
Nessuno può capire tal cambiamenti;
da dritte le cose tosto son converse.

Domani è primo giorno di frequenza
e sono pronto e quasi sono sereno,
mi turba un poco mamma in sofferenza.

L'ansia l'ha colta nel petto sensibile
e le lacrime calanti, senza freno,
creano nell'alma cruccio irremovibile.
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    Scritta da: Sir Jo Black
    in Poesie (Poesie personali)

    ... è dolore!

    Dentro la pazzia è dolore:
    uccido
    noi...
    in un volo, sangue.

    Perché sei voluta andare?

    Fuori la pazzia è dolore:
    cammino
    io...
    in uno spazio, vuoto.

    Perché sei dovuta andare?

    Dentro la pazzia è rosso,
    malsani pensieri
    costruiti.
    Dolore.

    E tu sei via!

    Fuori la pazzia è grigio,
    antichi sogni
    infranti.
    Dolore.

    E tu sei via!
    Composta venerdì 11 marzo 2011
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      Scritta da: geggio
      in Poesie (Poesie personali)
      Tante volte non si ha il tempo
      e si vuole fare tutto

      tante volte si ha il tempo
      e non si vuole fare un cazzo

      tante volte

      sei tu a decidere

      fottitene del tempo
      fottitene del resto

      entra nella tua mente

      vivi come è meglio vivere per te
      vivi non per gli altri

      così facendo
      troverai la strada

      liberati.
      Composta martedì 29 marzo 2011
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        Scritta da: Rossella Porro
        in Poesie (Poesie personali)

        Mai arriverà...

        Mai arriverà la pioggia
        a placare la sete
        e continuare tra stanche
        dune
        l'eterno viaggio
        senza meta
        seguire
        l'ultima stella della notte
        che arde
        prosciugando
        quelle calde
        goccie di lacrime
        di laghi ormai
        esausti
        chiusi nel profondo
        abisso di un niente
        che nasconde
        inaccessibili mondi
        e vagare
        senza più voglia alcuna
        di cercare...
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          Scritta da: Jen
          in Poesie (Poesie personali)

          Catarsi dell'Angelo

          Guardai negli occhi un Angelo e vi vidi
          una lacrima densa di dolore.

          Racchiuso nel tormento di un'anima umana,
          sentii il battito del suo dolce cuore divenire
          lacerante sotto l'oppressione
          dell'unama esistenza.

          Caduto era quest'Angelo nel vortice
          dell'amara solitudine che trascinava
          il suo spirito sotto l'incommensurabile
          peso delle realtà della vita.

          Candide piume tinte di sangue e gocce
          di vita si posavano sull'inospitale suolo
          in cui, tu Angelo, in ginocchio, attonito fissavi
          il Cielo e mentre il leggiadro Etere
          accarezzava il tuo volto, un fascio di luce
          avvolgeva il tuo essere e un sorriso di
          gratitudine illuminava il tuo viso.
          Composta venerdì 11 marzo 2011
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            Scritta da: SAVERIO FERRARA
            in Poesie (Poesie personali)

            Mani

            Ti tendevo le mani
            per aiutarti ad alzare.
            Ti tendevo le mani
            per insegnarti a camminare.

            Ti davo sicurezza
            nei piccoli passi.
            Mi restituivi la gioia
            correndo tra i sassi.

            ... Le fragili gambe
            sono vigorose ed energiche,
            mentre le mie
            sono deboli e stanche.

            Dammi una mano,
            ho bisogno di aiuto.

            Mi dai una mano?

            Grazie figliolo,
            adesso va meglio...
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              Scritta da: Francesca Zangrandi
              in Poesie (Poesie personali)
              Cosa siete dunque voi?
              Non siete più nulla.
              Non sapete più cosa sia l'amore.
              Quel tipo di amore che scava qui, nella pancia, dove fa male.
              Quell'amore che ti spoglia e giunge dove non ci sono più barriere.
              Questo amore conosce tutti i segreti, non quelli detti, ma quelli silenziosi.
              Conosce il suono che emanano.
              Conosce il rumore, il boato più profondo dell'altra persona.
              La fragilità, essere esposti e lasciarsi curare.
              Sentire la stessa nudità nell'altro.
              Ma questo può accadere solo se prima hai scavato in te, se prima hai guardato e accettato il tuo essere, se sei stata sola e comunque riuscivi a vivere.
              Sai cosa vedo in voi?
              Vedo due individui che stanno insieme nella loro merda.
              Vedo lui che non può aiutare te perché non sa nemmeno come fare ad aiutare se stesso e vedo te che crolli perché non sai aiutare lui e nemmeno te stessa.
              Sento il vostro silenzio, non quello superficiale, quello intimo, profondo.
              Non vi dite più chi siete forse perché nemmeno voi riuscite più a vedervi.
              Siete soli...
              Composta venerdì 11 marzo 2011
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                Scritta da: simojlbne
                in Poesie (Poesie personali)

                Lina

                Il pianto sferro
                all'immenso dolore
                che il pensier cagiona
                se improvviso invade
                il tuo bel viso la memoria
                a pugnalar violento il petto,
                e sgorga forte,
                in salati fiotti
                e scuote le membra
                e brucia il cuor
                che a lungo stento ritrovar riposo.
                Allor m'avvio all'arida zana
                dove secco e sodo è il terreno fenduto
                e mai nessuno appare che
                nulla attrae di simil luogo,
                avverso e remoto,
                le grintose genti,
                e sol'io la polvere impronto
                di friabili orme.
                Qui vengo a trovar sanità
                dai grevi pensieri
                e le ferite curar
                giù lento calando
                per la buia cuna di siepi e spine protetta,
                dove sempre rampolla novella speranza
                a inondar sù
                la secolare zolla.
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