Poesie d'Autore


Scritta da: Gabriella Stigliano
in Poesie (Poesie d'Autore)

I poeti lavorano di notte

I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.

I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.

Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Ludovico Criacci
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Povera Italia

    Al giorno d'oggi tutto è precario
    lavoro non esiste, è solo un calvario
    sogni infranti, speranze recise
    progetti nulli, famiglie divise
    genitori separati, politici corrotti
    carceri affollate, poveri galeotti
    giovani sbandati, donne malmenate
    casalinghe povere, mignotte ben pagate
    scandali vergognosi, malcostume dilagante
    chi troppi vestiti, chi senza mutande
    manager faccendieri, pensionati accattoni
    leggi inique, sindacati coglioni,
    stupri, violenze, reati mafiosi,
    quelli dei crimini atroci ed odiosi,
    vite affermate, vite di stenti,
    disordini, caos, ed altri mille tormenti.
    Dov'è il frutto di tanto impegno
    profuso dai Padri col loro contegno
    tanto di sforzi, tanto di mazzo
    a cosa è servito in quest'Italia di cazzo!?
    Composta venerdì 31 maggio 2013
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Gabriella Stigliano
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      La campana della sera

      Fuggiva la barca sull'onda fuggitiva;
      la notte allungandosi in pacifica sera
      alla luna in cielo pallida, meditativa,
      fornica un dolce riparo nel suo abito nero;

      Nella brumosa lontananza una campana lamentosa
      sospira il pio suono dal campanile del maniero;
      scorre all'orecchio attento il santo rumore,
      come un'ombra che a tratti l'occhio crede d'intravedere;

      Alla devota voce la docile navicella
      sull'onda fremente s'arresta, vacilla,
      e sul flutto dormente, senza svegliarlo, s'assopisce;

      Mosso il nocchiero da una mano rude e degna
      curva la fronte rugosa, devoto si degna,
      e riprende la barca verso il porto il cammino.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Zio Steve
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Un album il mio passaporto
        Ed una valigetta di colori

        I miei sono disegni,
        il mio non è dipingere,
        mi piacerebbe, ma non lo è.

        Tracciare le linee essenziali
        Di ciò che vedo,
        sarebbe complicato;
        soprattutto,
        la vera difficoltà,
        è nell'essenziale stesso.

        Pastelli,
        acquerelli,
        colori a cera,
        per tecniche
        di un repertorio dell'infanzia.

        Prendo un foglio
        E vedo una balena;
        spruzza acqua,
        il blu diluito con il bianco
        ora è azzurro,
        acqua limpida e fresca,
        per questo caldo.

        Se devo disegnare il cielo,
        vedo nuvolette bianche,
        l'azzurro diventa blu
        con piccole stelline
        ed una mezza luna.

        Un Sole grande grande,
        su qualche collinetta
        ed una casetta
        che sembra non cambiare mai,
        come il mistero che la avvolge
        da sempre,
        di cosa ci sia dentro di essa
        e quel viale che parte dalla casetta,
        percorrendolo all'inverso,
        dove conduce?

        E vola qualche foglio
        Del mio album
        Nella stanzetta
        Di un bimbo iraqeno,
        di un bimbo afghano,
        di un bimbo libanese,
        di un bimbo....
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Zio Steve
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Lenox Avenue, Park Ave
          Long Island I see you baby
          Jamaican Ave, Queens
          KRS, let's go!

          Krs One, New York New York

          Linea F

          Un sassofono
          Accende, spegne e poi riaccende
          Le finestre di questi
          Colossi contemporanei;
          Queensborough Bridge,
          Chinatown,
          Lettle Italy,
          l'"Urlo" Allen Ginsberg;
          blues nella downtown,
          Blecker Street,
          Terra Blues,
          Billie Holiday,
          Peggy Lee,
          Ruby Dee,
          Aretha Franklin,
          Dixie club, Colombous Circles,
          Cetral Park,
          Ellis in Wonderland,
          streets ad avenues,
          colori primari,
          colori impuri
          Piet Mondrian;
          MOMA,
          dripping,
          Jackson Pollock,
          Met,
          Frick Collection;
          afroamericani riempiono il cielo
          dalle chiese di Harlem,
          Malcolm X,
          RAP,
          Grandmaster Flash,
          Melle Mell,
          Furious Five,
          Kurtis Blow,
          Marley Marl,
          Salt and Peppa,
          Stetsasonic,
          Africa Bambaata,
          Vanilla Ice,
          B. I. G.
          KRS One,
          "if you don't stop [...]"
          Public Enemy;
          Fà la cosa giusta,
          Spike Lee,
          Il Cloisters (ricorda i versi di Borges)
          Washington Bridge,
          Broadway,
          Chorous Line,
          BB King pub and grill;
          City Hall, Brooklyn Bridge,
          York Street,
          Flatbush,
          Prospect Park,
          New York New York,
          cielo caleidoscopico,
          uno scratch,
          spray,
          un breacker.
          Different Strokes,
          I Jefferson,
          Fat Albert and the Cosby Kids,
          Keat Haring,
          Basquiat,
          Mapplethorpe,
          Lucio Amelio,
          Velvet Underground,
          Warhol;
          Dal Queens
          L'Exultet della periferia
          Sui muri di una vecchia fabbrica
          Ai piedi della City Bank,
          Electric Boogaloo,
          Wild Style;
          Metropolis, Fritz Lang,
          Manhattan, Woody Allen,
          tra i boondocks e l'oceano
          Coney Iseland
          e gira una ruota panoramica
          lasciando la scia di un taxi giallo.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Zio Steve
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Residui di saggezza popolare

            Percorro la strada che mi conduce a casa,
            percorso scandito dal lavoro, di una segheria;
            si sente un martello picchiettare.
            Antichi casali,
            stemmi dei Sanseverino sui portali,
            due stemmi, mi ricordano la Pietra del Sole,
            forse un culto apotropaico d'oltre Oceano,
            portato dai coloni.
            Un casale diventato poi,
            l'abitazione di Antonio Villari.
            Dal mio balcone,
            un albero di pepite di Amalfi,
            il campanile avverte, l'inizio della Messa;
            residui di saggezza popolare,
            seduti alle panchine,
            dove si innalza la chiesetta dedicata a Sant'Andrea;
            all'interno, una tela di Angelo Michele Ricciardi;
            nella piazzetta,
            un tiglio squarciato nel ventre, dal tempo,
            quanti bimbi ha visto uscire da scuola,
            quante parole di amici e di innamorati,
            ha conservato nel suo ventre dalla placenta di brina e resina,
            dove è collocata una Madonnina.
            Un colonnato di castagni, di quel che resta di un bosco.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Zio Steve
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              La zattera di filoni e vergelle

              Gli archivi sono vita,
              tra fogli e polvere,
              il tempo non è fermo,
              è in continuità,
              sudore, forse lacrime.
              Cerco in un faldone,
              come in un forziere,
              c’è una lettera di un emigrante.
              Attraversa l’oceano
              per “trovare l’America”,
              lasciando una scia di sacrificio,
              una scia che lo avvicina
              a chi aspetta
              all’altra sponda.
              Leggo, un’altra lettera,
              si rinnova in me,
              il tremore della voce,
              di chi pronunciava queste parole,
              mentre le scriveva.
              Emigrato in Argentina,
              qualche parola in spagnolo,
              quiero,
              falta.
              Un sospiro,
              lo sguardo nel buio,
              fissa il cono di luce della lampada,
              ritorna alla lettera,
              accanto c’è la foto dei bambini,
              la mano tra i capelli,
              un altro sospiro,
              deglutisce,
              un sorriso.
              Ritornerò,
              sto bene,
              non ti preoccupare,
              ti aspetto,
              tornerò presto,
              ti voglio bene,
              ti amo,
              salutami i bambini,
              a presto.
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Zio Steve
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Incontri animati

                Io e Dorothy in mezzo al bosco,
                a cercare le scarpette rosse.
                Il grillo parlante istruisce il nostro percorso,
                il gufo Anacleto vola su di noi.
                Uomini di latta in cerca dell’amore,
                lungo il cammino.
                Una casetta di marzapane,dolce tentazione.
                Il Bianconiglio ha tanta fretta,
                due porcellini senza casa,
                per aver disobbedito al terzo.
                Fermiamoci qui, in questa casetta,
                due ciotole piene ed una vuota,
                Riccioli d’oro dorme di sopra,
                Corriamo! Prima che arrivino i tre orsi.
                Dalla palude scandisce il tempo,
                il tic tac di una sveglia
                inghiottita da un coccodrillo;
                si sente la musica di una band di gatti,
                101 cuccioli ci fanno compagnia.
                Eccoci giunti al mare,
                un pescecane enorme,
                ha nel suo stomaco, il piccolo Pinocchio.
                Torniamo indietro,
                c’è un grande castello,
                è mezzanotte, Cenerentola scappa via,
                Semola ha estratto la spada dalla roccia.
                Uno Stregone dal cappello stellato,
                anima una ramazza.
                Un principe scambia il suo ruolo con un povero,
                Dumbo troppo timido inciampa su un orecchio.
                Le scarpette rosse erano solo un pretesto,
                per cominciare quest’avventura,
                che potrebbe continuare,
                lascio spazio ad Alice e ad Andrea
                per poterlo fare.
                Buon viaggio!!!
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Zio Steve
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Sure di zucchero

                  Ho pregato,
                  ho affidato la mia anima ad Allah,
                  il mio corpo non ha avuto scelta
                  qui, su questa terra.
                  Guardo dalla finestra, c’è una grande Cupola,
                  la sua convessità
                  è interrotta da tante sfaccettature;
                  il vetro diventa opaco d’improvviso,
                  tante notti di tante lacrime,
                  colmano i miei occhi.
                  La mia vita avrebbe potuto avere la convessità
                  di quella Cupola,
                  avere un movimento ciclico,
                  cercare un lavoro,
                  scegliere un uomo.
                  Forse, la mia vita,
                  avrebbe potuto avere tante sfaccettature,
                  come quella Cupola
                  che vedo dalla mia finestra.
                  Sembra la metà
                  di un grande limone d’Amalfi,
                  terra evidenziata dal mare, come la mia.
                  Come un limone, intenso profumo,
                  insito nella preghiera e del mio essere donna,
                  succo amaro,
                  addolcito da Sure di zucchero.
                  Magari, sarei potuta essere un’ape,
                  dolce e maliziosa,
                  ronzare, pungere chi mi pare,
                  libera di poter scegliere il mio fiore;
                  usare il mio burka come un aquilone.
                  Alzo gli occhi,
                  tutto è più chiaro,
                  una mezza luna sulla sommità della Cupola
                  mi rassicura,
                  posso ancora scegliere per la mia anima,
                  scegliere di affidarla ad Allah.
                  Una pesante mano
                  Mi scuote la testa,
                  cade un velo che mi copre anche gli occhi.
                  I miei occhi,
                  cosa potrebbero raccontare,
                  delle lunghe conversazioni con il mio Etereo Sposo.
                  la mia mente si confonde
                  con la preghiera dell’Imam,
                  che si diffonde dappertutto.
                  La mia anima è al sicuro, così anche il mio corpo.
                  Il mio Sposo tiene il mio capo poggiato al Suo petto,
                  la pesante mano, diventa una candida carezza
                  sotto il velo, mi accarezza i capelli.
                  Ho pregato,
                  Prego ancora.
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: Zio Steve
                    in Poesie (Poesie d'Autore)
                    Dimmi tiresia [...] la conoscenza è distanza che separa la fatica di conoscere
                    è più grande fatica di essere creduti?
                    Tu che dimentichi e ricordi e poi dimentichi
                    e così purifichi
                    a che mi servirà sapere
                    vinicio capossela marinai, profeti e balene (2011) dimmi tiresia
                    ... e intanto il treno va...

                    uno sconfinato prato verde,
                    un cielo blu reso azzurro,
                    da tocchi di bianche nuvole, di zucchero filato,
                    mescolati, danno agli occhi,
                    il giallo dei campi di girasole,
                    che sotto l'egida del sole,
                    sembrano fondersi come candele.
                    Piccole casette, come briciole di cioccolato,
                    sembrano sciogliersi, sotto lo scettro del sole.
                    Sembra, il tocco del pennello,
                    del più grande artista dell'universo.
                    Tutto è giustapposto, persino qualche serra,
                    sembra faccia parte di questo melodico contrappunto,
                    magnifico spartito mozartiano.
                    Una casa, poi di nuovo il prato,
                    una serra, ecco di nuovo il grano,
                    punctum contra punctum,
                    spighe, fiere, sull'attenti,
                    nella loro corazza splendente,
                    i loro chicchi, come piccoli diademi,
                    in questo interminabile campo, dorato e incandescente.
                    Profumi circondano, questa cattedrale naturale,
                    odori estatici simili a quelli dell'incenso.
                    Un falco con le sue ali, fa piccoli tagli a questa tela,
                    è lui il principe di questo regno.
                    Lepri si rincorrono, in un'eterna acchiapparella,
                    battono con il loro salti, la terra arida.
                    Danno un ritmo, a questo torpore estivo.
                    Si dà inizio a danze tribali, le lepri con i loro giochi,
                    come colpi su di un tamburo,
                    girano intorno al fuoco eterno,
                    il sole.
                    E intanto la mente va,
                    il cuore va,
                    l'anima va,
                    e intanto il treno va.
                    Vota la poesia: Commenta