Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Laddove non vorrei...

Ti sento
nelle viscere dell'anima,
laddove nascono i sogni
e il desiderio prende
il sopravvento
consumando la passione
bruciando la ragione.
Ti sento
laddove non vorrei
laddove non posso
laddove ti voglio
laddove non sai
laddove tutto è incomprensibile
laddove vola un sogno
e un brivido travolge.
Ti sento come mare in tempesta
laddove nascono le emozioni
e vivono "i peccati"
che solo Dio può vedere.
Ti sento dentro fino in fondo
senza un perché né una ragione
tra le viscere dell'impossibile.
E... Dio come ti vorrei.
Composta sabato 1 giugno 2013
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Pensieri di te

    È bello pensarti e saperti impossibile
    far volare un sogno che non atterrerà mai
    vedere un desiderio fiorire
    laddove abitavano le lacrime.

    È bello pensarti e saperti in essere
    ascoltare il brivido di un'emozione
    sentire la pace abbracciare l'anima
    senza chiedermi alcun perché

    è bello pensarti senza una ragione
    con il solo piacere di saperti
    irrompere in pensieri improvvisi
    che non parlano d'amore, ma parlano di te.
    Composta sabato 1 giugno 2013
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Eppure guardando lassù, mi chiedo com'è possibile, che sotto un cielo così meraviglioso, possano esserci uomini capaci di calpestarsi gli uni con gli altri. Ed è per questo che in mezzo a tanta slealtà, scelgo di posare lo sguardo su quelle "pennellate" di luce che si distinguono con la loro semplicità, dal resto dell'umanità.
      Composta giovedì 24 gennaio 2013
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        Scritta da: Ludovico Criacci
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Un giorno

        Vorrei, un giorno,
        essere piccolissimo
        per entrare nella tua borsa
        senza essere visto.
        Spiare tutto quello che fai,
        dici, tocchi.
        Mi metterei vicino ai tuoi trucchi,
        quelli che usi per farti più bella.
        Bella lo sei già!
        E vedere come usi il pettine,
        come ti guardi allo specchio,
        le smorfie che fai quando unisci le labbra
        per metterti il lucido.
        Ed essere toccato da te
        mentre cerchi il rimmel.
        Io lo nasconderei più a fondo,
        per essere cercato di più.
        Entrerei nel tuo portamonete
        per confondermi tra gli spiccioli,
        per sentirmi palpato, da te, mentre li scegli:
        un euro, cinquanta centesimi,
        il mio viso.
        Sarei felice,
        anche se solo per un giorno.
        Composta domenica 16 giugno 2013
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          Scritta da: Gabriella Stigliano
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Sussurri di morte celeste

          Sussurri di morte celeste odo sommessi,
          labiali dicerie della notte, sibilanti corali,
          passi che gentilmente salgono, mistiche brezze dall'alito mite e soave,
          gorgoglii di fiumi invisibili, flussi d'una corrente che scorre, eternamente
          scorre
          (o è sciacquettio di lacrime? Le smisurate acque delle lacrime umane?).
          Vedo, vedo appena verso il cielo, grandi masse di nuvole,
          malinconicamente lente ruotano, silenziose si espandono, si fondono
          con qualche stella ogni tanto che mesta appare e scompare,
          velata, lontanissima.
          (O forse un parto, qualche solenne nascita immortale;
          ai confini impenetrabili alla vista,
          un'anima che passa).
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            Scritta da: Carlo Bisecco
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Il piccolo minatore

            Piccole mani
            Tra la polvere
            Scavano lente
            Nella miniera
            Fredda e buia,
            nasce tristezza
            dai cupi canti
            d'un ragazzino,
            il minatore,
            maturato già,
            il fumo copre
            la sensazione di fame ma la
            solitudine resta dolente,
            nell'aria brucia
            la fiamma d'una
            candela sola
            danzante sotto
            sottile vento
            impregnato di
            viva povertà,
            tra le pietre va,
            s'incanala lì,
            in galleria
            dove scava lo
            sfruttato pupo
            che stanco cessa
            di vivere la
            vita, l'incubo
            d'una nottata.
            Carlo Bisecco, Poesia contro lo sfruttamento minorile
            (ho preso spunto dalla novella Rosso Malpelo di G. Verga)
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              Scritta da: Rosa Coddura
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              L'illusione delle favole

              Credevo di poter volare,
              stendendo le mie braccia al vento
              e con un slancio in una rincorsa
              spiccare il volo,
              e con la stessa perseveranza
              che ci mettevo
              dondolandomi con forza
              dall'altalena volendo
              almeno sfiorare il cielo.

              Credevo alle favole,
              a quella principessa
              che scopre la sua metà
              baciando un ranocchio,
              a quella scarpa persa
              per fuggire allo scadere
              del tempo prefissato
              perché l'incantesimo s'era già spezzato,
              lasciare sul gradino quella scarpa
              e andar alla ricerca disperata
              di chi la sera prima l'aveva calzata
              il vissero "felici e contenti",
              il coraggio di riuscire a sfidare
              tutti gli eventi,
              e passar il resto dei nostri giorni
              nelle sale danzanti
              del nostro castello.

              Credevo che tutti i miei
              personaggi disegnati,
              le mie bambole,
              i miei pupazzi, i giocattoli,
              potessero prendere vita,
              con l'ausilio della mia sola voce,
              creando per loro un mondo,
              una storia
              che mi facesse sentire meno sola.

              Credevo all'esistenza
              di personaggi leggendari,
              aspettando di nascosto,
              sveglia la notte di natale,
              per la voglia di scoprire
              il volto di babbo natale,
              scoprendo poi con delusione
              che non esisteva.
              La luce accesa
              per vegliar sul mio sonno,
              aver paura di un'ombra,
              i soldi sotto il cuscino,
              la ricompensa di aver lasciato
              il mio dentino.

              Crescendo poi mi sono accorta,
              che c'era la realtà pulsante
              fuori dalla porta,
              non si poteva volare con un salto,
              neanche la specialità olimpica
              del salto in alto aiutava,
              nessuno slancio con forza
              dall'altalena mi avrebbe mai potuto
              far toccar il cielo,
              forse con l'immaginazione
              dell'amore,
              ma non esisteva nessuna Cenerentola,
              nessuno personaggio che i grandi
              per me avevano appositamente inventato,
              nessuno essere leggendario
              di cui mi avevano narrato
              esisteva
              solo una dimensione onirica
              che nel passato mi aveva
              delicatamente cullato.

              E come tutte queste parole vuote
              prive di sostanza,
              avevo creduto al nostro amore,
              a come un solo saluto
              potesse farmi cambiare
              la direzione delle mie labbra,
              a come mi batteva forte il cuore,
              e la tua assenza
              che in me provocava dolore.

              Ma ho immaginato,
              ho solo sognato,
              lasciandomi incantare
              dall'ennesima favola
              che per me era reale,
              ma è stata la realtà
              a non essere leale,
              offrendoci solo la metà
              della felicità.
              Sono stata ingenua
              come quando ero bambina,
              credevo all'aiuto
              della "fatina",
              ma lottare contro le difficoltà
              della vita non ci è bastato,
              adesso mi sento solo una cretina,
              è stata tutta un'illusione,
              ho creduto ad un'inutile infatuazione,
              le poesie, le stupide parole,
              altrettanto stupide come
              quelle che sto scrivendo,
              provando rabbia per queste parole
              povere innocenti trasmittenti
              del mio dolore,
              e non sono dentro a un libro
              la cui fine è stata scritta bene.
              Adesso non sono più
              la principessa da salvare,
              sono la strega di ghiaccio
              che nessuno può amare.

              Sono solo un'illusa,
              adesso la porta
              è stata di nuovo chiusa,
              confusa è la realtà
              che mi ha delusa.
              Composta domenica 12 maggio 2013
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Possibilità negata

                Una possibilità si da a chiunque.
                Se sei un professore
                dai una possibilità al tuo allievo,
                un giorno potrebbe diventare un luminare,
                anche se apparentemente non sembra.

                Se sei un imprenditore
                dai una possibilità ad un giovane,
                potrebbe rivelarsi il futuro e salvare la tua impresa,
                anche se apparentemente non sembra.

                Se sei una donna
                dai una possibilità a l'uomo che alla tua porta busserà,
                potrà rivelarsi il tuo più grande amore,
                anche se apparentemente non sembra.

                Impariamo a dare una possibilità.
                La vita non smette di meravigliarci.
                Una possibilità negata può cambiare l'esistenza.
                Negare una possibilità è rifiutare un dono,
                il dono di qualunque dio ci sia lassù.
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                  Scritta da: Gabriella Stigliano
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Quando il pensiero

                  Quando il pensiero di te mi accompagna
                  nel buio, dove a volte dagli orrori
                  mi rifugio del giorno, per dolcezza
                  immobile mi tiene come statua.
                  Poi mi levo, riprendo la mia vita.
                  Tutto è lontano da me, giovanezza,
                  gloria; altra cura dagli altri mi strana.
                  Ma quel pensiero di te che vivi,
                  mi consola di tutto. Oh tenerezza
                  immensa, quasi disumana!
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