Scritta da: A. Cipriano
in Poesie (Poesie d'Autore)
Gli scorpioni
Soverchiamente
toccavan lo cielo
blaterando
zeffiri famelici.
Gli scorpioni
dall'ago pungente
cari al poeta
per somiglianza
spruzzan reietti
codate di seta.
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Soverchiamente
toccavan lo cielo
blaterando
zeffiri famelici.
Gli scorpioni
dall'ago pungente
cari al poeta
per somiglianza
spruzzan reietti
codate di seta.
È che
ti desidero anche senza volerti.
Le notti le passo ancora a pensarti
tutto è cosi vuoto ma così pieno di te
È che
ti odio per quanto ti amo
e mi odio per quello che sento.
Ti voglio, Ti vorrei, ma anche no.
È che
mi basta un sogno
anche con "le spine",
qualche graffio
per sentirmi viva
per respirare un po'
ed arrivare a domani.
Ma un sogno ferito fatica a volare
e domani appare sempre più lontano.
Vorrei sapere amare
come inatteso dono
sorpresa imprevedibile
di un'agonia trascorsa
come amano l'alba
gli amanti solitari
come stornello antico,
un mantra di luce.
Poteva Beatrice creare come Dante,
o Laura cantare il fuoco dell'amore?
Io ho insegnato alle donne a parlare...
mio Dio, ma come obbligarle a tacere?
Fiaccata dai tuoi lunghi sguardi,
io stessa ho appreso a far soffrire.
Creata da una tua costola,
come posso non amarti?
Esserti tenera sorella
è il legato di un fato antico,
ed io sono diventata l'astuta, avida,
dolcissima tua schiava.
Ma quando, mite, mi abbandono
sul tuo petto più bianco della neve,
come esulta e si fa saggio il tuo cuore,
sole della mia patria!
Potrai sbattermi a terra,
vedere il sangue colare dalle rughe,
dalle mie labbra spaccate che un giorno
baciavi e dicevi ti amo.
Potrai prendere a pugni i miei occhi,
strapparli assieme alle pupille
e gettarli lontano dove la mia saliva
non potrà più sfiorarli.
Potrai squartarmi la pelle,
bruciarla, stuprarla come solo tu sai fare,
spingere forte il tuo membro dentro me
mentre il mio odio prende il volo
e ti ucciderà piano amore mio.
Tutto il mio odio non lo troverai,
a pezzi sulle tue ossa bianche lo vedrai
apparire e ti vedrò urlare,
urlare mentre muori e sarò felice
di vedere i tuoi ultimi respiri
sfiorare quel cuore che non ho più,
che hai mangiato e sputato avidamente.
Fammi a pezzi ancora mentre ti sorrido!
Fammi a pezzi perché io voglio ucciderti,
calpestami il cranio e ti vedrò ridere ancora.
Pensi che mi faccia male?
Un giorno capirai cosa significa
non avere la forza nemmeno di morire.
Tutti i miei angeli sono morti,
sepolti assieme al mio ricordo
di vita ma non dimenticheranno
mai quanto odiamo il mondo.
Sporcami ancora il ventre con il tuo sperma,
sporcami il viso ancora con la tua lurida
e fiera autostima,
sei così orgoglioso nel vedere la mia lingua
aperta che lecca il pavimento mentre piangi
di piacere e sorridi ancora,
ti prendi gioco di me e non sai ancora
di essere soltanto uno scheletro sconfitto
dal mio odio che un giorno quando tu sarai
debole come lo sono ora io ti sbatterà a terra
e ti ucciderà piano mentre stai urlando.
Adesso guardami e ricordati di me
quando la pietà non sarà più tua amica
e ti vedrò a terra a implorare Dio
di salvare la tua miserabile e sporca vita.
Voglio farti piangere, ucciderti e stuprarti
come tu hai fatto con me,
premerò il grilletto e tu sarai giù,
giù, giù dove il mare allatta la notte
e la luna si prende gioco di te.
Rammarico e pentimento,
atroci sentimenti
d'un amore vissuto in silenzio.
Il sonno, il nero fiume -
v'immerge la sua tempra
per il fuoco dell'aurora
che lo avvamperà, lo spera,
l'indomani -
Sono oscuri
il turchese ed il carminio
nei vasi e nelle ciotole,
li prende
la notte nel suo grembo,
li accomuna a tutta la materia.
Saranno - il pensiero lo tortura
un attimo, lo allarma -
pronti alla chiamata
quando ai vetri si presenta
in avanscoperta l'alba e, dopo,
quando irrompe
e sfolgora sotto la navata
il pieno giorno -
hanno
incerta come lui la sorte
i colori o il risveglio
per loro non è in forse,
la luce non li inganna,
non li tradisce? E stanno
nella materia
o sono
nell'anima i colori? -
divaga
o entra nel vivo
la sua mente
nella pausa
della notte che comincia -
smarrisce
e ritrova i filamenti
dell'arte, della giornata...
Esce
insieme ai lapislazzuli
l'oro dal suo forziere, sì,
ma incerto
il miracolo ritarda,
la sua trasmutazione
in luce, in radiosità
gli sarà data piena? Avrà
lui grazia sufficiente
a quella spiritualissima alchimia?
Si addorme,
s'inabissa,
è sciocco,
lo sente,
quel pensiero, è perfida quell'ansia.
Chi è lui? Tutto gioca con tutto
nella universale danza.
Amici ci aspetta una barca e dondola
nella luce ove il cielo s'inarca
e tocca il mare, volano creature pazze ad amare
il viso d'Iddio caldo di speranza
in alto in basso cercando
affetto in ogni occulta distanza
e piangono: noi siamo in terra
ma ci potremo un giorno librare
esilmente piegare sul seno divino
come rose dai muri nelle strade odorose
sul bimbo che le chiede senza voce.
Amici dalla barca si vede il mondo
e in lui una verità che precede
intrepida, un sospiro profondo
dalle foci alle sorgenti;
la Madonna dagli occhi trasparenti
scende adagio incontro ai morenti,
raccoglie il cumulo della vita, i dolori
le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita.
Le ragazze alla finestra annerita
con lo sguardo verso i monti
non sanno finire d'aspettare l'avvenire.
Nelle stanze la voce materna
senza origine, senza profondità s'alterna
col silenzio della terra, è bella
e tutto par nato da quella.
Lingua biforcuta
scende a occidente
verso Como il Grifone
ritorna a Bellagio l'Innominato.
Terra di Promessi Sposi
torri, dimore e conventi
villa d'Este lussuosa
villa Olmo sontuosa.
Renzo e Lucia sono maestri
in questo lago verso l'Adda.