Poesie d'Autore


Scritta da: Gabriella Stigliano
in Poesie (Poesie d'Autore)

Vieni con me

Vieni con me!
Devi affrettarti però -
sette lunghe miglia
io faccio ad ogni passo.
Dietro il bosco ed il colle
aspetta il mio cavallo rosso.
Vieni con me! Afferro le redini -
vieni con me nel mio castello rosso.
Lì crescono alberi blu
con mele d'oro,
là sogniamo sogni d'argento,
che nessun altro può sognare.
Là dormono rari piaceri,
che nessuno finora ha assaggiato,
sotto gli allori baci purpurei -
Vieni con me per boschi e colli!
tieniti forte! Afferro le redini,
e tremando il mio cavallo ti rapisce.
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    Scritta da: Gabriella Stigliano
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    I poeti lavorano di notte

    I poeti lavorano di notte
    quando il tempo non urge su di loro,
    quando tace il rumore della folla
    e termina il linciaggio delle ore.

    I poeti lavorano nel buio
    come falchi notturni od usignoli
    dal dolcissimo canto
    e temono di offendere Iddio.

    Ma i poeti, nel loro silenzio
    fanno ben più rumore
    di una dorata cupola di stelle.
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      Scritta da: Ludovico Criacci
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Povera Italia

      Al giorno d'oggi tutto è precario
      lavoro non esiste, è solo un calvario
      sogni infranti, speranze recise
      progetti nulli, famiglie divise
      genitori separati, politici corrotti
      carceri affollate, poveri galeotti
      giovani sbandati, donne malmenate
      casalinghe povere, mignotte ben pagate
      scandali vergognosi, malcostume dilagante
      chi troppi vestiti, chi senza mutande
      manager faccendieri, pensionati accattoni
      leggi inique, sindacati coglioni,
      stupri, violenze, reati mafiosi,
      quelli dei crimini atroci ed odiosi,
      vite affermate, vite di stenti,
      disordini, caos, ed altri mille tormenti.
      Dov'è il frutto di tanto impegno
      profuso dai Padri col loro contegno
      tanto di sforzi, tanto di mazzo
      a cosa è servito in quest'Italia di cazzo!?
      Composta venerdì 31 maggio 2013
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        Scritta da: Gabriella Stigliano
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        La campana della sera

        Fuggiva la barca sull'onda fuggitiva;
        la notte allungandosi in pacifica sera
        alla luna in cielo pallida, meditativa,
        fornica un dolce riparo nel suo abito nero;

        Nella brumosa lontananza una campana lamentosa
        sospira il pio suono dal campanile del maniero;
        scorre all'orecchio attento il santo rumore,
        come un'ombra che a tratti l'occhio crede d'intravedere;

        Alla devota voce la docile navicella
        sull'onda fremente s'arresta, vacilla,
        e sul flutto dormente, senza svegliarlo, s'assopisce;

        Mosso il nocchiero da una mano rude e degna
        curva la fronte rugosa, devoto si degna,
        e riprende la barca verso il porto il cammino.
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          Scritta da: Zio Steve
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Un album il mio passaporto
          Ed una valigetta di colori

          I miei sono disegni,
          il mio non è dipingere,
          mi piacerebbe, ma non lo è.

          Tracciare le linee essenziali
          Di ciò che vedo,
          sarebbe complicato;
          soprattutto,
          la vera difficoltà,
          è nell'essenziale stesso.

          Pastelli,
          acquerelli,
          colori a cera,
          per tecniche
          di un repertorio dell'infanzia.

          Prendo un foglio
          E vedo una balena;
          spruzza acqua,
          il blu diluito con il bianco
          ora è azzurro,
          acqua limpida e fresca,
          per questo caldo.

          Se devo disegnare il cielo,
          vedo nuvolette bianche,
          l'azzurro diventa blu
          con piccole stelline
          ed una mezza luna.

          Un Sole grande grande,
          su qualche collinetta
          ed una casetta
          che sembra non cambiare mai,
          come il mistero che la avvolge
          da sempre,
          di cosa ci sia dentro di essa
          e quel viale che parte dalla casetta,
          percorrendolo all'inverso,
          dove conduce?

          E vola qualche foglio
          Del mio album
          Nella stanzetta
          Di un bimbo iraqeno,
          di un bimbo afghano,
          di un bimbo libanese,
          di un bimbo....
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            Scritta da: Zio Steve
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Lenox Avenue, Park Ave
            Long Island I see you baby
            Jamaican Ave, Queens
            KRS, let's go!

            Krs One, New York New York

            Linea F

            Un sassofono
            Accende, spegne e poi riaccende
            Le finestre di questi
            Colossi contemporanei;
            Queensborough Bridge,
            Chinatown,
            Lettle Italy,
            l'"Urlo" Allen Ginsberg;
            blues nella downtown,
            Blecker Street,
            Terra Blues,
            Billie Holiday,
            Peggy Lee,
            Ruby Dee,
            Aretha Franklin,
            Dixie club, Colombous Circles,
            Cetral Park,
            Ellis in Wonderland,
            streets ad avenues,
            colori primari,
            colori impuri
            Piet Mondrian;
            MOMA,
            dripping,
            Jackson Pollock,
            Met,
            Frick Collection;
            afroamericani riempiono il cielo
            dalle chiese di Harlem,
            Malcolm X,
            RAP,
            Grandmaster Flash,
            Melle Mell,
            Furious Five,
            Kurtis Blow,
            Marley Marl,
            Salt and Peppa,
            Stetsasonic,
            Africa Bambaata,
            Vanilla Ice,
            B. I. G.
            KRS One,
            "if you don't stop [...]"
            Public Enemy;
            Fà la cosa giusta,
            Spike Lee,
            Il Cloisters (ricorda i versi di Borges)
            Washington Bridge,
            Broadway,
            Chorous Line,
            BB King pub and grill;
            City Hall, Brooklyn Bridge,
            York Street,
            Flatbush,
            Prospect Park,
            New York New York,
            cielo caleidoscopico,
            uno scratch,
            spray,
            un breacker.
            Different Strokes,
            I Jefferson,
            Fat Albert and the Cosby Kids,
            Keat Haring,
            Basquiat,
            Mapplethorpe,
            Lucio Amelio,
            Velvet Underground,
            Warhol;
            Dal Queens
            L'Exultet della periferia
            Sui muri di una vecchia fabbrica
            Ai piedi della City Bank,
            Electric Boogaloo,
            Wild Style;
            Metropolis, Fritz Lang,
            Manhattan, Woody Allen,
            tra i boondocks e l'oceano
            Coney Iseland
            e gira una ruota panoramica
            lasciando la scia di un taxi giallo.
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              Scritta da: Zio Steve
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Residui di saggezza popolare

              Percorro la strada che mi conduce a casa,
              percorso scandito dal lavoro, di una segheria;
              si sente un martello picchiettare.
              Antichi casali,
              stemmi dei Sanseverino sui portali,
              due stemmi, mi ricordano la Pietra del Sole,
              forse un culto apotropaico d'oltre Oceano,
              portato dai coloni.
              Un casale diventato poi,
              l'abitazione di Antonio Villari.
              Dal mio balcone,
              un albero di pepite di Amalfi,
              il campanile avverte, l'inizio della Messa;
              residui di saggezza popolare,
              seduti alle panchine,
              dove si innalza la chiesetta dedicata a Sant'Andrea;
              all'interno, una tela di Angelo Michele Ricciardi;
              nella piazzetta,
              un tiglio squarciato nel ventre, dal tempo,
              quanti bimbi ha visto uscire da scuola,
              quante parole di amici e di innamorati,
              ha conservato nel suo ventre dalla placenta di brina e resina,
              dove è collocata una Madonnina.
              Un colonnato di castagni, di quel che resta di un bosco.
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                Scritta da: Zio Steve
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                La zattera di filoni e vergelle

                Gli archivi sono vita,
                tra fogli e polvere,
                il tempo non è fermo,
                è in continuità,
                sudore, forse lacrime.
                Cerco in un faldone,
                come in un forziere,
                c’è una lettera di un emigrante.
                Attraversa l’oceano
                per “trovare l’America”,
                lasciando una scia di sacrificio,
                una scia che lo avvicina
                a chi aspetta
                all’altra sponda.
                Leggo, un’altra lettera,
                si rinnova in me,
                il tremore della voce,
                di chi pronunciava queste parole,
                mentre le scriveva.
                Emigrato in Argentina,
                qualche parola in spagnolo,
                quiero,
                falta.
                Un sospiro,
                lo sguardo nel buio,
                fissa il cono di luce della lampada,
                ritorna alla lettera,
                accanto c’è la foto dei bambini,
                la mano tra i capelli,
                un altro sospiro,
                deglutisce,
                un sorriso.
                Ritornerò,
                sto bene,
                non ti preoccupare,
                ti aspetto,
                tornerò presto,
                ti voglio bene,
                ti amo,
                salutami i bambini,
                a presto.
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                  Scritta da: Zio Steve
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Incontri animati

                  Io e Dorothy in mezzo al bosco,
                  a cercare le scarpette rosse.
                  Il grillo parlante istruisce il nostro percorso,
                  il gufo Anacleto vola su di noi.
                  Uomini di latta in cerca dell’amore,
                  lungo il cammino.
                  Una casetta di marzapane,dolce tentazione.
                  Il Bianconiglio ha tanta fretta,
                  due porcellini senza casa,
                  per aver disobbedito al terzo.
                  Fermiamoci qui, in questa casetta,
                  due ciotole piene ed una vuota,
                  Riccioli d’oro dorme di sopra,
                  Corriamo! Prima che arrivino i tre orsi.
                  Dalla palude scandisce il tempo,
                  il tic tac di una sveglia
                  inghiottita da un coccodrillo;
                  si sente la musica di una band di gatti,
                  101 cuccioli ci fanno compagnia.
                  Eccoci giunti al mare,
                  un pescecane enorme,
                  ha nel suo stomaco, il piccolo Pinocchio.
                  Torniamo indietro,
                  c’è un grande castello,
                  è mezzanotte, Cenerentola scappa via,
                  Semola ha estratto la spada dalla roccia.
                  Uno Stregone dal cappello stellato,
                  anima una ramazza.
                  Un principe scambia il suo ruolo con un povero,
                  Dumbo troppo timido inciampa su un orecchio.
                  Le scarpette rosse erano solo un pretesto,
                  per cominciare quest’avventura,
                  che potrebbe continuare,
                  lascio spazio ad Alice e ad Andrea
                  per poterlo fare.
                  Buon viaggio!!!
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                    Scritta da: Zio Steve
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Sure di zucchero

                    Ho pregato,
                    ho affidato la mia anima ad Allah,
                    il mio corpo non ha avuto scelta
                    qui, su questa terra.
                    Guardo dalla finestra, c’è una grande Cupola,
                    la sua convessità
                    è interrotta da tante sfaccettature;
                    il vetro diventa opaco d’improvviso,
                    tante notti di tante lacrime,
                    colmano i miei occhi.
                    La mia vita avrebbe potuto avere la convessità
                    di quella Cupola,
                    avere un movimento ciclico,
                    cercare un lavoro,
                    scegliere un uomo.
                    Forse, la mia vita,
                    avrebbe potuto avere tante sfaccettature,
                    come quella Cupola
                    che vedo dalla mia finestra.
                    Sembra la metà
                    di un grande limone d’Amalfi,
                    terra evidenziata dal mare, come la mia.
                    Come un limone, intenso profumo,
                    insito nella preghiera e del mio essere donna,
                    succo amaro,
                    addolcito da Sure di zucchero.
                    Magari, sarei potuta essere un’ape,
                    dolce e maliziosa,
                    ronzare, pungere chi mi pare,
                    libera di poter scegliere il mio fiore;
                    usare il mio burka come un aquilone.
                    Alzo gli occhi,
                    tutto è più chiaro,
                    una mezza luna sulla sommità della Cupola
                    mi rassicura,
                    posso ancora scegliere per la mia anima,
                    scegliere di affidarla ad Allah.
                    Una pesante mano
                    Mi scuote la testa,
                    cade un velo che mi copre anche gli occhi.
                    I miei occhi,
                    cosa potrebbero raccontare,
                    delle lunghe conversazioni con il mio Etereo Sposo.
                    la mia mente si confonde
                    con la preghiera dell’Imam,
                    che si diffonde dappertutto.
                    La mia anima è al sicuro, così anche il mio corpo.
                    Il mio Sposo tiene il mio capo poggiato al Suo petto,
                    la pesante mano, diventa una candida carezza
                    sotto il velo, mi accarezza i capelli.
                    Ho pregato,
                    Prego ancora.
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