Poesie d'Autore


Scritta da: Zio Steve
in Poesie (Poesie d'Autore)
Dimmi tiresia [...] la conoscenza è distanza che separa la fatica di conoscere
è più grande fatica di essere creduti?
Tu che dimentichi e ricordi e poi dimentichi
e così purifichi
a che mi servirà sapere
vinicio capossela marinai, profeti e balene (2011) dimmi tiresia
... e intanto il treno va...

uno sconfinato prato verde,
un cielo blu reso azzurro,
da tocchi di bianche nuvole, di zucchero filato,
mescolati, danno agli occhi,
il giallo dei campi di girasole,
che sotto l'egida del sole,
sembrano fondersi come candele.
Piccole casette, come briciole di cioccolato,
sembrano sciogliersi, sotto lo scettro del sole.
Sembra, il tocco del pennello,
del più grande artista dell'universo.
Tutto è giustapposto, persino qualche serra,
sembra faccia parte di questo melodico contrappunto,
magnifico spartito mozartiano.
Una casa, poi di nuovo il prato,
una serra, ecco di nuovo il grano,
punctum contra punctum,
spighe, fiere, sull'attenti,
nella loro corazza splendente,
i loro chicchi, come piccoli diademi,
in questo interminabile campo, dorato e incandescente.
Profumi circondano, questa cattedrale naturale,
odori estatici simili a quelli dell'incenso.
Un falco con le sue ali, fa piccoli tagli a questa tela,
è lui il principe di questo regno.
Lepri si rincorrono, in un'eterna acchiapparella,
battono con il loro salti, la terra arida.
Danno un ritmo, a questo torpore estivo.
Si dà inizio a danze tribali, le lepri con i loro giochi,
come colpi su di un tamburo,
girano intorno al fuoco eterno,
il sole.
E intanto la mente va,
il cuore va,
l'anima va,
e intanto il treno va.
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    Scritta da: Zio Steve
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Storia e farfalle colorate

    Minuscoli paesi della Bosnia,
    tra montagne di cartapesta e corsi d'acqua
    che massaggiano l'udito.
    Stradine sinuose,
    come i sentieri dinnanzi le casette,
    nei disegni dei bambini.
    Case in blocchi di pietra, come cubetti di zucchero
    e tetti con piccole tegole rosse.
    Piccoli bar, dove all'ombra siedono gli anziani;
    donne affaccendate, vanno su e giù per le strade.
    Il tempo scorre lentamente,
    lo straniero viene osservato con curiosità.
    Comignoli sbuffano un morbido fumo bianco,
    simile a schiuma;
    terra che non è mai sazia del Sole,
    nessuno lamenta questo torpore,
    anzi, sembrano attirati,
    gli appartiene, corrono a nutrirsi
    di questa esplosione, una filigrana di raggi,
    attirati come un'ape al suo fiore.
    Antiche civiltà, sulla collina,
    hanno lasciato, un piccolo castello;
    anch'io l'ho costruito, tempo fa,
    sul fresco pavimento della mia stanza.
    Ora sotto i miei piedi
    sento salire, diretto al nucleo della mia anima,
    fino a raggiungere la mia crosta terrestre
    un caldo che non soffoca,
    anzi, mi scuote dentro,
    come il furore, che rende sempre più appassionati;
    la sconfinata orbita,
    raggiunta dopo un bacio o una carezza.
    Terra calda, di questa campagna,
    inondata da una cascata d'oro.
    Non lontano dal centro,
    monoliti, con ominidi muniti di arco,
    pronti alla caccia;
    su quanta Storia, i miei piedi mi conducono,
    le gambe sono instabili per l'emozione.
    Qualcosa di incandescente, corre lungo la schiena
    e mi ricorda il Cilento.
    Stolac, Ottati, Mostar,
    storia e farfalle colorate;
    a Jaice cade una limpida pioggia;
    si abbraccia la cascata con il fiume,
    brancusiano bacio terra e acqua;
    acqua del cielo si mescola a quella della terra;
    castello interiore,
    Santa Teresa d'Avila,
    calda Reminiscenza,
    che trova refrigerio, nelle acque della Neretva,
    come un purificante Giordano;
    la storia ha solcato la terra,
    sono evidenti le radici,
    come il solco che a Sant'Angelo
    ha lasciato il Fasanella,
    come quello che il Sebeto
    a Napoli ha scavato il suo vallone
    La civiltà fa da perno,
    alla musica Naturale che c'è intorno,
    come un Derviscico volteggiare,
    un rilassante carillon,
    una ninna nanna di zenzero,
    in una magica notte dal cielo pentagrammato,
    le note di un'arpa, in un chiostro antico.
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      Scritta da: Zio Steve
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Soffi

      La timidezza dà inchiostro alla mia penna.
      Fiumi e fiumi di aride parole sprecano il colore della notte.
      Esalazioni di antico sudore,
      emanate da scrigni di inchiostro,
      riposti come in un lungo letargo,
      nell'attesa del risveglio,
      dalla mano curiosa che sfoglia e accarezza la pelle
      che copre le loro pagine di ostia,
      che si sciolgono avvolti dal calore delle dita tremanti dall'emozione,
      di chi si immedesima in soffi
      che ruotano nel tempio di legno e carta.
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        Scritta da: Zio Steve
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Catalogo d'artista: la mamma

        L'arte, credo,
        sia una parte di noi stessi,
        alla quale non possiamo approcciare
        per giungere a fini materiali,
        manuale alla mano, inizia la lezione,
        o almeno, non solo.

        Prendiamo forma
        in placenta di acquarello,
        tempera ed olio,
        tutto mescolato da un pennello ombelicale.

        Il primo strillo critico
        all'esterno,
        cullati e poi accomodati
        in una culla-tavolozza.

        È da lì
        che cominciamo
        a battere le mani alla mamma,
        al mondo intero
        e quindi di nuovo alla mamma.

        È da lì,
        che ci giriamo e rigiriamo
        su noi stessi
        in un estenuante gioco
        che ci conduce al sonno
        e poi al sogno.
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          Scritta da: Zio Steve
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Ritrovare i nostri affanni,
          I vuoti ed i pieni
          Sulla soglia di età importanti
          Della nostra esistenza,
          La felicità.

          Dentro il nostro pianeta,
          come se fosse una scatola
          di giochi non riposti,
          giochi messi alla rinfusa,
          mescolati i giochi
          di un bimbo e di una bimba.
          Troviamo grandi costruzioni,
          piccole,
          in pezzi;

          bambole bionde,
          in vestitini corti,
          dal riso (non sorriso)
          sempre pronto.

          Ed in mezzo a soldatini
          E animali feroci,
          ecco spuntare un elefante,
          una palla,
          un puffo,
          un album in parte colorato,
          lo coloriamo tutti insieme?
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            Scritta da: Gerlando Cacciatore
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Il progresso

            Tu uomo,
            ti ritrovi immerso,
            in un miscuglio di rumori.
            Controlli il materiale,
            rettifichi la macchina,
            con una monotonia da robot.
            In quell'istante, in quell'attimo,
            in te non vedo un'anima.
            Sei vuoto, senza vita.
            Noi abbiamo voluto la tecnologia;
            noi abbiamo voluto il progresso.
            Adesso ci ritroviamo,
            con la cuffia negli orecchi,
            come se volessimo
            voltare le spalle
            a tutto ciò.
            Tu uomo, mi rispondi:
            È il progresso.
            Composta mercoledì 19 ottobre 1977
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              Scritta da: Carlo Bisecco
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Il compositore

              Scelte note
              ravvicinate l'une alle altre
              plasmano inconsapevolmente
              favolose armonie,
              sinfonie dell'anima,
              specchio dei più arcani sentimenti
              del giovane compositore.
              Sui tasti d'avorio
              le dita scorrono
              in una danza naturale
              per dar voce a vivaci emozioni
              su di un palco sfarzoso.
              Il compositore svela
              Ciò che è lui,
              rivela i segreti fin allora nascosti,
              racconta le infinite pagine
              della storia sua,
              si dona a coloro
              che odono con piacere
              in un brivido di passione.
              Composta venerdì 17 maggio 2013
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                Scritta da: Jack Newhouse
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Tienilo con cura

                Ti dedico questi minuti
                tra sogni speranze ed emozioni
                per dirti che non c'è stato un secondo
                che io mi sia scordato di te

                i tuoi sorrisi e la tua voce
                riscaldano ancora qualche notte scura
                rimpianti, dolori e tanto amore
                mi ricordano chi sono e il mio valore

                se ti amo ancora adesso,
                solo il mio cuore ancora lo sa
                e non capisco bene perché,
                un po', una piccola parte, è dentro te

                quindi, dolce principessa,
                ti chiedo gentilmente:
                tienilo con cura,
                portalo in alto,

                lui,
                a differenza di me,
                ti amerà sempre.
                Composta venerdì 17 maggio 2013
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                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  I furbi

                  I furbi scendono la corrente come pesci bianchi
                  sulla cresta d'acque blu, oltre le rapide.
                  I furbi, con le loro gole e sopracciglia da furbi,
                  i loro furbi peli nel naso, entrambe le scarpe allacciate, tutte le tragedie cancellate, denti splendenti.
                  I furbi non si scompongono. Anche le loro morti sono morti al quadrato, furbi furbi furbi.
                  Hanno case migliori, auto migliori, risate migliori.
                  Persino i loro incubi sono sogni sgargianti.
                  Questi furbi ti siedono di fronte, con un sorriso pulito, che li riempe, fianco i capelli sprizzano nitore.
                  Quanto ho vissuto e quanti ne ho visti.
                  Sapete cos'è davvero la morte?
                  È uno di questi furbi rottinculo che ti stringe la mano e ti abbraccia.
                  Sapete cos'è davvero la morte?
                  Venite a vedermi mentre allungo la carta di credito
                  al cameriere disprezzandovi. O peggio.
                  Composta domenica 27 ottobre 2013
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