Poesie d'Autore


Scritta da: Fragolosa67
in Poesie (Poesie d'Autore)

Aquila Reale

Ali d'aquila per volare su cieli infiniti
sorvolando verdi prati fioriti.

Bianco il becco riflesso
che di libertà imbocca un esercito.

Velocità che si fionda sulla preda
vittima grama della nostra destrezza.

Sangue che sgorga rosso di vittoria
color d'amore per una donna.

Madre che abbraccia i fratelli:
figli di Barbari e di Roma
solo per una goccia.

È l'aquila reale
padrona anche del mare
da nord a sud da est a ovest vola
e sui pendii cova.

Nel suo becco la bandiera porta
per l'onore e per la gloria.

Alziamo i cuori al suo passaggio
trema la terra, alziamo la testa!

Con coraggio in petto
voliamo, marciamo
e a gran voce gridiamo:

Siam forti, siam forti
fieri ed eroi
aquile anche noi!

Siam forti, siam forti
fieri ed eroi
aquile anche noi!

Becco ricurvo con sguardo rapace
afferra la terra con l'unghie affilate,
lunghe le penne librate nell'aria
libera vola l'aquila Italiana

Reale figura che dentro lo stemma
è la fierezza di militi eroi.

L'Italia si desta
a sì tanta destrezza!
Giovani arguti combatton l'onore
van fieri e di gloria son portatori.

Alzate le braccia
è il coraggio che avanza
Son forti e audaci
han venti o trent'anni.

Per madre han l'Italia
terra di atleti, poeti e scienziati.
Per padre il cielo
infinito e stupendo.

Uniamoci fratelli
voliamo più in alto di tutti.
Allarghiam le penne
per braccar le prede.
Stringiamo la vittoria!

Siam forti, siam forti
fieri ed eroi
aquile anche noi!

Siam forti, siam forti
fieri ed eroi
aquile anche noi!

Alzate le braccia,
è il coraggio che avanza!
Siam popolo d'Italia.
Composta mercoledì 8 maggio 2013
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    Scritta da: Gabriella Stigliano
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Amore in manicomio

    Un'estranea è venuta
    A spartire con me la mia stanza nella casa lunatica,
    Una ragazza folle come gli uccelli
    Che spranga la notte della porta col suo braccio di piuma.
    Stretta nel letto delirante
    Elude la stanza a prova di cielo con ingressi di nuvole

    E la stanza da incubi elude col suo passeggiare
    Su e giù come i morti,
    O cavalca gli oceani immaginati delle corsie maschili.

    Venne da me invasata,
    Colei che fa entrare dal muro rimbalzante l'ingannevole luce,
    Invasata dal cielo

    Dorme nel truogolo stretto e tuttavia cammina sulla polvere
    E a piacer suo vaneggia
    Sopra l'assistito del manicomio consumato dai passi del mio pianto

    E rapito alla fine (cara fine) nelle sue braccia dalla luce
    Io posso senza timore
    Sopportare la prima visione che diede fuoco alle stelle.
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      Scritta da: Carlo Bisecco
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      II maggio

      In questo cielo volteggio libero
      com'un piccione, com'un merlo solo
      che tornato nel suo umile nido
      i suoi piccoli più non ha trovato,
      quei dolci suoi merli canterini
      ch'appena schiusi piangevan di freddo,
      ch'ora cantavan allegri di gioia.
      Così anch'io tra le nuvole volo
      triste e malinconico in questo dì,
      un altro giorno perso tra i pensieri
      che m'entran in mente com'entra l'aria
      che ci riempie di vitalità.
      Codesti sì son pensieri unici
      e son pensieri che mai smarriranno.
      Quel merl'ora vola tra i miei pensieri.
      Composta lunedì 2 maggio 2011
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