Poesie d'Autore


Scritta da: Marco Giannetti
in Poesie (Poesie d'Autore)

anima stanca

Con quale coraggio e quale fuga imboccherò una via che non conosco, seguirò un cammino noioso che non mi emoziona tortuoso e ripido.
Per troppo tempo dovrò dibattermi in un corpo che malvolentieri mi appartiene.
Come vorrei essere nel lato invece, toccare le cose con le tue mani guardare la realtà coni tuoi occhi o immaginarne un'altra che non esiste; migliore per te, per me.
Vorrei essere in te anche quando mi accarezzi per sentire ciò che provi.
Io sono un'anima stanca, stanca di questa vita che mi illude con le sue luci colorate, mi confonde con rumorosi frastuoni
e mi ricorda che questo è un tempo breve e ingannevole. Non posso che essere infelice
pensando che morire non è come vivere, e per capire davvero la morte bisognerebbe vivere un'altra volta.
E se l'eternità non bastasse per ritrovarti?
Se altrove non potessi più incontrarti?
Allora, nel cercarti
non sarò mai un'anima abbastanza stanca.
Composta martedì 23 luglio 2013
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Una goccia del mare

    Una goccia del mare
    Sono una goccia del mare,
    una goccia dell'oceano.
    Una piuma al vento
    sereno, contento,
    come il pensiero
    seguo il mio sentiero,
    a passi corti,
    a passi larghi,
    fino in fondo alla via.
    Un gabbiano
    svolazzo libera sull'oceano.
    La mia voce, le mie emozioni
    custodite nel mio cuore,
    se espandono tra le altre gocce
    di questo immenso mare
    inondandolo di tenerezza,
    dolcezza.
    Luce scintillante di gioia
    è l'alba.
    Luce opaca di nostalgia
    luce del tramonto,
    malinconia,
    Sono serena...
    A passi corsi, a passi larghi
    Sui gradini,
    sulla sabbia...
    ... fino in fondo la via.
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      Scritta da: Marco Giannetti
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      distonie

      Quanti ricordi spremuti
      in un succo d arancia
      bevuto troppo in fretta
      di cui a malapena
      assaporo il gusto.
      E quando spalanco la finestra su di loro,
      riaffiorano un p0' sfocati
      ma identici a come avrei voluto
      fossero stati e non a come invece
      realmente sono
      Quante distome in questa musica
      difficile da interpretare
      Variazioni sul tema tante
      ma nessuna significativa
      e tutte concepite per un solo scopo
      vivere infinite illusioni
      Ho provato a crederci
      anche quando ho incontrato te,
      unica vera gioia
      consumata troppo tardi
      E il fuori tempò diventa
      il tormentone della mia esistenza.
      Composta martedì 23 luglio 2013
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        Scritta da: Ludovico Criacci
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Nessuna come te

        Nessuna donna è come te
        capace di animare le mie giornate tristi e buie
        con parole tenui ed essenziali
        piacevole sensazione che cura le ferite dell'anima.
        Quando ti avvicini desiderosa di attenzioni
        sfiori il record della compostezza
        perché sai essere delicata e sensibile
        fresco venticello di erba appena tagliata...
        Sei incredibile quando ti lasci toccare
        tenere smorfie di piacere compaiono sulle tue guance arrossite
        e mentre svaniscono le ultime tracce d'incertezza
        vagano liberamente i miei pensieri...
        Quando, infine, ti concedi, è bello sentire i tuoi bisbigli e gemiti
        frantumare quel complice silenzio
        e pervasi da fremiti d'eccitazione e dolcezza
        nessuna come te sa farmi dire: "Ti amo!"
        Composta sabato 20 luglio 2013
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          Scritta da: Marco Giannetti
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          L'amore arpionato non trova la nostalgia di sciogliersi nel pianto
          e vive di un'emozione che potrebbe essere l'ultima nell'infinità arcana di baci che riparano le ore vuote e inutili da gelida solitudine.
          Un giro di valzer scandisce il ricordo del tempo già vissuto mentre l'illusione stesa sotto fili di pioggia disseta gli acerbi domani, come una fonte d'acqua ritempra il bibulo e stremato viandante.
          Introduci i tuoi giorni di esitante presente come perle crumate dentro un filo ininterrotto. E attendi il giorno, con estrema fatica, dove tutto apparirà lontano
          ma puro, inesplorato come se un miraggio s'avvicinasse
          un'avventura propizia si apprestasse.
          La morte raffrignerà il tuo corpo lacerato dalla vita!
          Composta venerdì 19 luglio 2013
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            Scritta da: Marco Giannetti
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Al risveglio una mattina di primavera

            AI risveglio una mattina di primavera inoltrata vedo foschia mentale addensarsi intorno a me e nessun vento o brezza diradarla. Neanche il nuo cane esprime vendetta, come sarebbe giusto chiedersi a questo punto perché la vita ha un senso verticale dalla mattina alla sera, mentre di notte arrendersi all'oblio orizzontale
            [del sonno
            che tutto fa apparire più placato.
            L'aria rarefatta abbassa le mie già tenui difese
            [immunitarie
            che hanno sfrondato la soglia minima di resistenza.
            Così niente è perduto, e la quercia centenaria del cortile dovrà attendere ancora tempo prima di avermi appesa ad uno dei suoi solidi arbusti.
            Composta venerdì 19 luglio 2013
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              Scritta da: Michele Gentile
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Incontro

              Tra le fiamme di un vespro
              nel vorticoso danzar di foglie spente
              ti vidi.
              Quando infine il furente mare
              fagocitò il dì soave
              ti pensai.
              Forte, di amori tramontati e mai anelati
              a disegnar il volto tuo tra stelle e luna
              mi ritrovai.
              Ora torno fin su alla rocca
              all'ombra di bastioni in lotta
              con un tempo avido di rovine
              vittima predestinata d'ignara fiera.
              Ti cerco vita mia
              ti supplico...
              spettro amabile
              in un effluvio di limoni e pioggia
              forse, d'invidiata Siris
              fosti tu la più inclemente tra le dee.
              Composta giovedì 18 luglio 2013
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                Scritta da: Michele Gentile
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                In fondo al mare

                Quante creature strane,
                particolari
                nel ventre del mare.
                Una
                più di tante altre
                mantiene un vivido colore
                una sostanza oramai
                assuefatta alla mancanza di luce,
                alla prepotente pressione
                che deve patire.
                Senza lisca, squamato
                ancorato agli abissi...
                laggiù riposa il cuore mio
                da quando l'hai lasciato.
                Composta giovedì 18 luglio 2013
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                  Scritta da: Michele Gentile
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Nel vento

                  E giungesti a me
                  come di brezze un capriccio,
                  arrendevole sorriso
                  quando ti donai una rosa.
                  Rossa
                  come i vespri
                  come sangue...
                  il cuore mio.
                  Accettasti le mie promesse
                  fremente di vita,
                  all'ombra di un abbraccio
                  le tue labbra si schiusero.
                  Nel vento, ora
                  come petali
                  le tue carezze volan via
                  e quella rosa
                  rossa
                  come i vespri
                  come sangue
                  a nessuna mai
                  più donerò.
                  Composta giovedì 18 luglio 2013
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                    Scritta da: Gabriella Stigliano
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    IO

                    Son forestiera in questa terra
                    che giace profonda sotto il mare pressante,
                    lo sguardo del sole penetra con raggi spirali
                    e l'aria mi scorre tra le mani.
                    Mi dissero che ero nata in cattività -
                    qui non c'è nessun volto familiare.
                    Ero forse un sasso che qualcuno ha gettato qui sul fondo?
                    Ero forse un frutto troppo pesante per il ramo che lo sosteneva?
                    Sono qui in agguato ai piedi dell'albero che mormora,
                    come fare per risalire i lubrici tronchi?
                    Lì in cima convergono le ondeggianti corone,
                    lì voglio sedermi e sbirciare
                    il fumo che sale dai comignoli della mia terra.
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