Poesie d'Autore


Scritta da: Fragolosa67
in Poesie (Poesie d'Autore)

L'unione (dono segreto la libertà)

Vecchio:
Sento un rimbombo come un frastuono
non è un cannone neanche un tuono.
Ho per la mente cose segrete e
stesso pensiero dolce e terreno.
Giustizia conobbi appesa all'Italia di forza vestita,
leggera è volata e mi ha conquistata.
Caro viandante ti lascio diritto.
Fanne tesoro, libertà e perdono.

Viandante:
Sicuro che legge colpirmi ora può
io giudico tutto e dichiaro perciò
diritto è castigo per chi come me,
non nacque da unione di due nuovi sposi
ma da amore profano perché condannato.

Giustizia conobbi ignaro del nome che mai portare potrò
eppur appartenermi per sangue io so.
Che colpa ho io se nacqui da pura passione
senza catene spontaneo di cuore?
Giustizia si fece, con tante pretese
per me un'altra sorte.
Son chiuse le porte.

Dio che tutto il creato creasti,
perché son bandito anche se vivo?
Giustizia io chiedo e a te io prego.
È mio il giardino promesso all'inizio?
Quale verità è giusta per l'uomo
che Dio candanna e
poi sua creatura creata dichiara?

Un nome non porto.
Una casa non ho.
Fatale destino coprirmi si o no?
Cos'è la giustizia per infante innocente
di quale peccato macchiato io sono?

Costituzione di pagine gialle
insegni famiglia ma amore cos'è?

Amare è un destino.
Io amo il vicino di uguale attributo
perdonami allor.

Male, bene, cosa conviene...
dov'è la morale se tutto qui tace.
Vecchio che urli raccontami tutto.
Io sono l'inganno.
Problema di fato.
Di colpa ho peccato. Amare io so.

Ci sono cose che non comprendo.
Tu stringi la legge e io grosse pene.
Fanciullo io nacqui e son donna di cuore.
Conosco dolore e infamità d'onore.

Frate:

Difficile è il caso. Inchino il mio capo
Non fu mai capito amore profano che Dio condannò.
Un regno non hai né al mondo consenso
ma coppia rimani coll'omo a te degno.
Non tutti son vili, bastardi e infimgardi.
Iddio già lo sa.
Per colpa del male, oltraggio è il tuo amare.
Perdona la prova e chiedi al padre la porta di verità.
Io porto un messaggio di pace e speranza
non posso ingannarti, ti lasciò a metà.

Vecchio:
difficile è dire giustizia per tutti.
Ora comprendo e provo pietà.
L'umane genti, son moltitudini e
conoscono inganni di loro sorte.
Non posso sperare la pace per tanti
ma forse ambisco a grandi traguardi.
Ci vuole coraggio ad accettare il diverso
oggi che tutto si muove all'inverso.

Viandante:
Cos'è la famiglia ti chiedo di nuovo?
Apprezzi l'unione di due persone di sesso
diverso che sposi non sono?

Dov'è quel bambino di dolce visino?
Reclama cosciente un padre e una madre e solo rimane.
Nessuno lo vede che forse ha sete di cose sincere.
Padre perdona! io non ti credo!
Iddio mi ha ascoltato
anche io sono fiero.
Non avrò mai un figlio e forse è un castigo ma
amo l'amico e Dio già lo sa.

Gnomo:
Ho sentito castigo e qui mi ritrovo.
Sono lo gnomo di questa città.
Non credere al frate al vecchio intrigante
seguimi amico ho un affare importante!
Non credere a nulla.
Se paghi preziosi son io tuo marito e canto convinto.
Ti trovo una strada e una passeggiata
tu porta la borsa, sarà la tua svolta!

Frate scagliandosi verso lo gnomo:

Ignobil figuro
ti ordino di andare dove non puoi più dannare!
L'uomo di qualsiasi condizione
non può esser oggetto di profanazione.
È essere umano non tuo guadagno!

Frate verso il viandante:

Ricordati figlio che esiste il divino.
Continua ad amare ma non peccare.
Se sincero è il tuo sentimento.
Giustizia condanna ma l'altissimo valuta.
Son cose difficili.
Arduo è il mio dire questa verità.
Se amore perdona inganno non c'è.
All'ultima ora si vede cos'è.

Il vecchio si inchina e bacia la terra.
Su questo suolo ci fu prima pietra.
Italia che amo ascoltami un poco:
Dammi la forza di comandare ogni omo!
Son capo di stato e non più condanno
ma valuto anch'io destino di un fato.
Giustizia è rispetto di tutto il diverso
di cose speciali che sono umane.

Non sono un Dio ma padre dei padri
e guardo dall'alto l'uomo più in basso.
Condanno l'inganno ma ho fede e ragione
in questa l'Italia di molti colori.
Io cerco giustizia ma trovo reato
se l'uomo nasconde ogn'ora il misfatto.
Non c'è giustizia se non c'è rispetto.
Non c'è libertà se non c'è tolleranza e solidarietà umana.

Con gioia mi alzo e abbraccio le genti.
Vent'anni d'amore mi legarono i piedi.
Cosciente e superbo in groppa alla tigre da sempre galoppo
su strade di ogni regione in questa Nazione.
Bandiera io porto. Nel cuore ho l'orgoglio!
Di tigre son fiero e dico sincero:
Io Falco rapace lei aquila in volo!
Tanti saluti e grazie di nuovo.
Composta domenica 15 dicembre 2013
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Siamo aliti di vento caldo, tu ed io.
    Ci avviluppiamo nelle stesse vene per irrorarci d'amore,
    per imbrattarci le gole con la vita.

    Ci catturiamo nei polmoni sino all'ultimo respiro, come la fiammella cattura
    la falena, nel battito di un ultimo valzer notturno.
    Viviamo di piccoli momenti, di carezze fatte sulla fronte.
    Di poesia ricamata sulla carta.
    Di emozioni che c'imporporano il viso.

    Ci cerchiamo nella polvere dei gesti, fra il candore dell'inverno quando fiocca.
    Dentro ai baci degli amanti intrisi sulle labbra.
    Siamo refoli sospinti dalla Terra, tu ed io.
    Creati per essere raccolti nello stesso ventre.
    Lì, dove i sogni, ci premono sul petto.
    Lì, dove l'anima, non si separa dalla carne.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Vuoi la mia vita prendila.
      È logora, spezzata repressa
      sei riuscito a trascinare i miei
      giorni in un pellegrinaggio
      senza fine.
      Chiusa nei silenzi, assetata di
      carezze, di parole sono qui sola
      compagni di notti infinite i fantasmi.
      Questa è una vita vuota, eppur sempre
      una vita basta che tu lo voglia e come
      Lazzaro risorto scioglierò le bende e tutta
      intera la mia vita ti sarà compagna.
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        Scritta da: Angela MORI
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Agli artisti

        Beviamo tutti il vino della follia,
        Nel calice dell'esultanza che la contiene.
        Miscelando alle vene,
        La saggezza alla frenesia.
        Irragionevole diventa appagato,
        Chi si sfama alla tavola dell'arte.
        Per lei si sfida il rischio,
        Si gioca con la sorte,
        S'ingoiano critiche,
        E ci si abbiglia ad applausi.
        Per lei si galoppa su cieli di terra,
        Ci si sdraia su terre di nuvola,
        Per lei si patisce, si gioisce,
        Si provocano il pianto altrui e il sorriso.
        Il sangue dell'artista è adrenalina,
        Il cuore batte forte a ogni creatura
        Che partorita viene.
        L'artista distingue ovunque l'armonia,
        Ammira l'abiezione e la bellezza,
        Le condivide anche quando le disprezza,
        Che sia cantata, letta o dipinta,
        Che sia suonata, ballata o interpretata,
        L'artista sfoggia la sua Musa,
        Al mondo intero spesso,
        Celata, schernita e disillusa.
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          Scritta da: Andrew Ricooked
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Alzate lo sguardo

          Nei limpidi pomeriggi d'inverno,
          una luna più pallida del solito aspetta il treno al binario 9.

          I corvi frantumano il
          silenzio.
          Frammenti di dolore sparsi a terra.

          Il prezzo del sangue al barile è salito ancora.

          Salvatevi finché siete in tempo!
          Abbandonatevi alla terra.
          Sognate il cielo.
          Composta giovedì 12 dicembre 2013
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            Scritta da: Angela MORI
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Al mattino

            Mite il tuo corpo dorme,
            Mentre il primo bagliore del mattino,
            Rasenta il tuo profilo.
            Adagiato in dissolvenza il chiaro lenzuolo,
            Copre appena la nudità del tuo ardito vigore.
            Svegliarmi nell'incavo delle tue ciglia ogni mattino,
            Questa non e la sola smania,
            Ancora sete di te non si placa
            E brucia dentro.
            Ridestati e tienimi stretta,
            al chiarore dove tutto inizia.
            Tra le mie marmoree gambe insinuati
            Come fiume tra le rocce,
            Come refolo di vento tra corolle di primavera.
            Brulicano in me arroventati umori,
            Sovente sotto l'influsso del tuo fervore,
            Vorrei anche adesso elargirmi a te.
            Tu silfide edenica,
            Tu onirica lussuria,
            Tu pensiero osceno
            Tu nivea ambra
            Tu che non aspetti consenso,
            Tu che guidi le mie mosse,
            Con trascinante maestria
            Tu che come me,
            Non ti appaghi mai
            Che mi spingi oltre i miei confini
            E nei miei ansimi trovi gioia,
            Mentre le mie mani sulla tua schiena
            Scivolano come piume di fuoco,
            Tu che risiedi nel mio cuore,
            Tu che baci i miei sospiri,
            intanto che mi usufruisci,
            Che cospargi di estasi,
            Il mio proibito.
            Tu svegliati,
            Tu defraudami di ogni innocenza,
            Tu prendimi, amami, incantami,
            Tu, completami.
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              Scritta da: Marta Emme
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              A una Perseide

              Da lassù
              par sia il mondo un po' più blù,
              così un fatto vi racconto
              che rifletter è un secondo.
              La corda tanto tirava
              che la vela alfine si gonfiava
              e una nuova era* (politica a 5 stelle)
              all'orizzonte si profilava.
              Finalmente il vento buono* la scuoteva (rinnovamento)
              finalmente un altro approdo si poneva.
              Tanto eran giuste le premesse
              che certe potevan le promesse.
              Così quell'avventura,
              necessaria addirittura,
              pareva l'unica soluzione o cura.
              Il viaggio ancor non è finito
              anche se è chiaro come sia partito.
              Ma tanto il bruco è malfattore* (divora le foglie)
              quanto la farfalla impollinatore;
              allor, come mostra il paragone,
              la metamorfosi* è da fare (della classe politica)
              applicando la morale* (del buon fare)
              Non s'è visto un movimento+ (dei 5 stelle)
              trasformare il nostro tempo,
              ma l'avventura par sicura
              e qualcuno prima o poi farà la stura:
              sbroglierà quell'operare* (proprio tornaconto)
              che impedisce il navigare:
              A una Perseide brillante
              si affida ora il desiderio più grande
              perché un desiderio quando si avvera
              fa spuntar la primavera.
              Composta giovedì 5 dicembre 2013
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                Scritta da: Mariella Buscemi
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Alla fine della via,
                rotta,
                come la non-vita,
                spezzata,
                anche l'ombra
                mi è infedele,
                mi anticipa il pensiero,
                mi stride sul respiro,
                porgendomi il cappio,
                come fiocco fiacco,
                fiotto di sangue,
                rosso su nero pece,
                si squaglia,
                squarcia,
                sconquassa,
                in lento disfacimento,
                decompongo carne
                - tremula e mortale -
                per ritrovare ossa,
                nero dentro al nero
                con tutto il buio che posso,
                ché la penombra
                inorridisce,
                sbilanciata sul precipizio,
                traghettata all'Ade
                - Caronte e boia -
                Espio sul mio Golgota
                e
                branchi d'anime pascenti
                sfilare in marcia,
                coppia di nibbi ad unirsi in volo,
                balenare in burrasca
                per sprofondare
                nel cavo della mano di nera terra,
                al di sotto d'ogni sepoltura,
                gl'occhi di civetta chiusi a catenaccio.
                - Sudario -
                Recito l'ultima preghiera
                tra chiodi e spine,
                corona di regina ammazzata viva,
                prodiga ma-donna a far ritorno,
                bella,
                malinconica,
                notturna,
                trasalire in vampe,
                ebbrietudine dannata
                in quintessenza.
                Nuda.
                Nera.
                Piena.
                Vasta.
                Le cose mute.
                Requiem.
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                  Scritta da: Gabriella Stigliano
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Pensiero, io non ho più

                  Pensiero, io non ho più parole.
                  Ma cosa sei tu in sostanza?
                  qualcosa che lacrima a volte,
                  e a volte dà luce....
                  Pensiero, dove hai le radici?
                  Nella mia anima folle
                  o nel mio grembo distrutto?
                  Sei cosi ardito vorace,
                  consumi ogni distanza;
                  dimmi che io mi ritorca
                  come ha già fatto Orfeo
                  guardando la sua Euridice,
                  e cosi possa perderti
                  nell'antro della follia.
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                    Scritta da: Mariella Buscemi
                    in Poesie (Poesie d'Autore)
                    Se si squartasse l'anima
                    come si squarcia il cielo
                    nero di tempesta
                    flagellato dal fulmine
                    che inietta nei globi
                    orrore e spavento

                    Se mi ballasse nel cuore
                    la marcia funerea
                    delle tristi memorie
                    d'un passato in-scheletrito
                    ridotto polvere

                    Se le sensazioni fossero ancora
                    spilli a provare i pori
                    a sentirsi vivi sotto i colpi
                    di verghe che stridono

                    Se fossi ancora pura
                    con la fiaccola della gloria
                    che non arranca tra
                    mortifere macerie

                    Se non mi pesasse la croce
                    sulle spalle ricurve

                    Se non avessi scorpioni
                    e deserto nel petto

                    Se fossi

                    Allora, io sarei.
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