Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Un uomo semplice

Sono un uomo seduto.
Guardo con la coda dell’occhio l’inverno
mentre lui osserva me.
Ci piacciamo.
Le nostre sono brevi conversazioni.
Io sono un uomo seduto che parla alla morte
usando i colori che gli sono rimasti in tasca.
L’uomo seduto sbriciola pane agli angeli
e li ubriaca con i suoi sogni,
dopo ogni mezzanotte che ha smarrito l’orologio
dentro lancette più grandi e quasi umane.
Io sono un uomo seduto che fa circolare le favole
per gli orizzonti
e sono un uomo seduto che brinda con l’amore
quando trova nella bottiglia un pieno di stima.
Resto seduto per aspettare la mia tempesta.
Perché mi domandano spesso gli angeli?
Perché a furia di cadere
ho imparato ad alzarmi
anche quando le mie gambe sono di pietra
e le mie mani un pezzo di granito.
E come fai?
Sebbene seduto, io mi alzo con l’anima
fino a vedere gli alberi
fino a parlare agli angeli
degli uomini davanti alle tempeste
e oltre i fari.
Io sono un uomo seduto
ma quando cammino
mi alzo sul cuore
e vado avanti coi respiri
fino dove mi porteranno i sogni.
Composta lunedì 7 febbraio 2011
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Avventuriero

    Dopo tante illusioni senza poter alzare più in alto gli occhi
    hai sentito come un fuoco ed hai respirato
    tu avventuriero immortale di ritorno a casa
    che la preistoria ha impresso in una intima illusione

    e quella ricerca senza il tuo sangue in fiamme
    ti ha lasciato spossato
    negoziatore ottimo con i diavoli
    stanchi di caccia a umani senza stoffa

    quella notte hai disossato il mondo
    per calzare il femore dell'ultimo oceano
    cui daresti il nome dell'amata
    senza aver mai capito il tempo
    ma solo a quale indirizzo andare
    con il credo che gli ossi del tuo pianeta
    non possano definitivamente salvarti dalle macerie in cui si nascondono
    dopo aver bruciato le sillabe mai dette dal cuore
    e i sogni
    dell'ultimo immortale avventuriero
    di una specie che in paradiso
    s'è estinta.
    Composta giovedì 11 agosto 2011
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'uomo sottomarino

      Ho un periscopio piantato nel corpo.
      Un occhio che emerge dal mare dell'incertezza,
      sopra la superficie di un mare di agonizzanti
      stretti nei loro cappotti di bisbigli alle ombre.

      Sono rimasto un segreto persino per me stesso,
      una metafora per i giorni uggiosi dei bambini di scuola
      che impacchetto quotidianamente in una scatola per perdenti
      omologati per storie a lieto fine.

      Sono un sottomarino adagiato sul fondale dell'esistenza,
      ho un'autonomia precaria ma resisto
      alle tragedie temporalesche sopra i vivi
      che trasbordano dalle rive in corse - verso il niente.

      Brandirò acque più leggere per i miei occhi,
      così ti vedrò nonostante l'altezza
      che dal mio fondale porta al tuo cuore,
      "diceva il sottomarino mentre scandagliava il suo sogno".
      Composta martedì 14 gennaio 2014
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Chè se sono avanzo
        o mi avanzo
        eccedendomi
        sottraendomi
        dimezzandomi
        scarseggiandomi
        e mi rimango
        accogliendomi
        sfrattandomi
        ospitandomi
        sgusciando
        dall'uscio incustodito
        per far ritorno
        io con le cose perse
        che m'appartengono più delle cose avute
        ed avuto e perso
        _insieme
        come scarto abbandonato
        al manicomio dei miseri
        che elemosinano appendici e lungaggini
        mai sazia di rimasugli
        sorseggio residui
        e tu ed io
        intimi commensali
        al convivium scarno
        con le coppe rovesciate
        e le braccia incrociate sul petto
        cibarci di noi
        - cannibali -
        ad azzannarci la carne per la fame.
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Come un grottesco funambolo
          d'un circo infernale.
          Gravitano lame di forbici taglienti,
          lucide cesoie,
          a lambire i miei fili esistenziali
          - circuiti elettrici -
          Mòire sugli spalti a tesserne le trame,
          scorbutiche ed oscure.
          Traballo
          zoppicando,
          su un ineluttabile dis-equilibrio,
          di sbieco
          obliqua
          inclinata
          declinata
          reclinata
          instabilità dei giorni
          in-definizione di pensieri notturni
          _così
          al confine di buio e luce
          come
          di bianco e nero
          e dentro e fuori
          io
          sul filo del rasoio
          come arma inesorabile,
          inevitabile,
          mi spacco le piante
          per affondare e tenere,
          sbilanciando lo sguardo
          verso ciò che so
          e ciò che devo sapere.
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            Scritta da: Fabrizio Coccia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            06-04-2009

            Tanto si è detto,
            poco si è compreso.
            La mistificazione,
            ha deviato i percorsi
            della verità.

            Ancor più terribili
            certe coscienze,
            che non tremano
            di un millimetro.
            Intatte restano,
            davanti a crolli
            di Anime spezzate,
            per sempre.

            Ancor più terribili
            certe macerie,
            di fiducie e di credi,
            che ora giacciono
            a mucchi scomposti.
            A soffocare,
            già provati respiri.

            Mentre processioni
            di fantasmi,
            percorrono vuote strade,
            in un falso silenzio.
            Pregno, in realtà,
            di echi dolorosi.
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              Scritta da: Andrew Ricooked
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Con largo anticipo

              È tornata la notte.
              Le stelle
              tremano
              più che mai di fronte al suo
              abbraccio.
              Hanno paura,
              proprio come
              me.
              Il buio
              riposa
              a faccia in giù sopra il nostro
              amaro
              deserto.

              Il momentaneo passaggio di qualche piccola
              lucciola estiva
              non è più di nessun
              conforto.

              Miliardi e miliardi di stelle continuano a tremare dal
              freddo.
              La faccia
              depressa
              della luna non illuminerà più
              niente
              d'ora in avanti.

              Lasciatemi in pace per favore.
              Composta sabato 11 gennaio 2014
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                Scritta da: Giulia Viscogliosi
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Il sogno di Adamo

                Non può mancare molto: lo sforzo di questa nostra fugace esistenza presto sarà finito. Ma allora perché non respirare liberamente durante il nostro soggiorno - da quella persecuzione dei conti. Eppure le avversità temprano l'uomo: delle nostre aspirazioni più importanti esse fanno sia un rifugio che una passione. La tromba della fama è come un baluardo sicuro., e l'ambizioso la suona ed è salvo.
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                  Scritta da: Antonio Belsito
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Buon Natale

                  Ho sentito di stelle illuminare,
                  ho visto lune sognare,
                  ho toccato cieli e mari,
                  ho gustato quadri:
                  l'odore della vita,
                  la fatica della salita,
                  il vino buono in gita,
                  l'acqua salata,
                  il participio passato "scalata",
                  l'ansia in ascensore,
                  una lacrima d'amore,
                  un giorno di furore,
                  la fuga dal rancore,
                  il ticchettio e le ore.
                  Poi, la solitudine
                  come fosse similitudine della moltitudine;
                  ancora la gratitudine di un sorriso
                  che colora il viso,
                  il magone di uno sguardo
                  sia buono che bugiardo,
                  il coraggio di affrontare
                  e la voglia di considerare,
                  la corazza per rimpinguare la stazza.
                  "Ah!" Anche l'abito per fare il monaco:
                  "ammazza!".

                  Il giudizioso e il giudicare,
                  la zattera per salpare,
                  lo specchio da arrampicare,
                  l'ancora per atterrare.
                  Però è bella
                  perché c'è tanto da fare
                  e da imparare
                  e, comunque, è inquieta
                  e sorprendente come il mare.

                  Ah! Dimenticavo...
                  ... ho visto anche farfalle volare.

                  Buon Natale.
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                    Scritta da: Gabriella Stigliano
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    SPLENDESSERO LANTERNE

                    Splendessero lanterne, il sacro volto,
                    Preso in un ottagono d'insolita luce,
                    Avvizzirebbe, e il giovane amoroso
                    Esiterebbe, prima di perdere la grazia.
                    I lineamenti, nel loro buio segreto,
                    Sono di carne, ma fate entrare il falso giorno
                    E dalle labbra le cadrà stinto pigmento,
                    La tela della mummia mostrerà un antico seno.

                    Mi fu detto: ragiona con il cuore;
                    Ma il cuore, come la testa, è un'inutile guida.
                    Mi fu detto: ragiona con il polso;
                    Ma, quando affretta, àltero il passo delle azioni
                    Finché il tetto ed i campi si livellano, uguali,
                    Così rapido fuggo, sfidando il tempo, calmo gentiluomo
                    Che dimena la barba al vento egiziano.

                    Ho udito molti anni di parole, e molti anni
                    Dovrebbero portare un mutamento.

                    La palla che lanciai giocando nel parco
                    Non è ancora scesa al suolo.
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