Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)
E Ade lasciò l'ade
Invisibile agi occhi di Eros
Indossò il suo elmo di pelle
Sibila la lingua di mille serpenti
Cerbero morde presunti peccati
Nemesi insegue l'ingrato
Dispensa sciagura al malvagio
Rende giustizia alla sorte.

Squarci di drappo di nero velluto
Forcipe aguzzo negli anfratti del cuore
Troppo dolore per questo amore.
Composta sabato 9 novembre 2013
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Contro Crono
    Impari la lotta d'uomo
    Pura follia pensare alla contesa
    Ate, scaglia la tua freccia!
    Colpisci la mente
    Regalale l'attimo
    Io non mi opporrò
    Con Morfeo governerò il sogno
    Fantaso lascerò alle porte.

    Palinuro non lascia il timone
    Compagno di viaggio fedele
    Traccia dei due amanti il percorso
    cosa c'è oltre la collina
    Cosa oltre il cielo offeso
    Oltre il suo colore perso?

    Schegge impazzite di pensiero
    Nuvole senza luce
    Di respiri soffocati e densi
    ed è subito angoscia
    Tanato mi traccia il cammino.
    Composta venerdì 8 novembre 2013
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Personaggi di un sogno
      Così presto vicini
      d'improvviso occhi desti
      Bagliori di luce come muraglia cinese
      Il Niente confonde le carte
      Il Tutto si veste del Nulla
      Personaggi ignudi e maschere buie
      Il Presto fatica a trovare il suo porto
      tutto così presto

      Il filo è sottile ma esiste
      E della nave tiene gli ormeggi
      Ambigue maglie slabbrate
      Il tessitore ne ha confuso le trame
      Arianna piange Teseo
      E pianto d'amore?
      Dionisio guida il suo carro
      Pronto a guarirne il dolore.

      Sonno
      quiete di ogni cosa
      Pace dell'animo
      Che disperdi gli affanni e rianimi i corpi
      Fa che dalla porta d'avorio
      Non esca un sogno non vero
      Fa che il sogno abbia forma
      Silenti
      Uomini e Dei piegano il capo.
      Composta giovedì 7 novembre 2013
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        Gorilla

        Le scale finiscono al primo albero convinto di essere un gorilla
        che resta in piedi per dirigere la rivoluzione
        in un città difesa da manifestanti vestiti di nero
        che si riempiono l'ego con promesse di libertà e sogni

        scesa la scala si arriva all'inferno
        un gigantesco motore nutrito da soldati senza assicurazione
        che spingono i giri oltre i loro limiti
        per dimostrarti che la vita è una risorsa e non una battaglia

        dove le scale finiscono ti aspettano i gorilla
        in stadio avanzato di evoluzione precoce
        che pensano di essere profondamente innamorati
        di una new york sotto la neve alta più di un metro

        e poi pensi
        che in fondo la guerra è una pausa breve tra due battiti
        che tutto ciò che ti conquista
        assomiglia a un primate
        e che volendo potresti andare sempre avanti
        a scendere e salire scale
        verso un albero col credo fermo di essere gorilla.
        Composta venerdì 3 gennaio 2014
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          Fantasia d'un irlandese ubriaco

          I giorni corrono verso un campo di battaglia senza vinti né vincitori,
          nessuno ha idea, dove finisca il sangue che macchia la terra
          o le nostre mani mute davanti ai capitani delle battaglie
          mai nostre veramente, ma che finiscono col divorarci dentro.

          Cadiamo come false stelle sul lato senza vento dell'universo
          perché ci siano altre stelle a dare una luce migliore della nostra
          e ci aggrappiamo amico mio, ai legami di sangue,
          come una canzone alla promessa emozionante dei ritmi.

          Torneremo indietro un giorno e non fantasmi,
          torneremo a sentire come parla di noi il vento,
          e rammenderemo ricordi dentro vecchie care poltrone
          strappando il corpo d'amore alla memoria.

          I giorni non sentono nemica la nostra corsa
          verso un dove si senta il rumore del fiume
          un dove da chiamare casa
          anche se casa
          è sempre un domatore senza frusta per un gigante selvaggio.

          Torneremo alle rive senza fare rumore,
          per pescare un pezzo di Luna dalla fantasia d'un irlandese ubriaco
          e ci sembrerà di non avere più paura
          di sentire in altri, la forza dei nostri battiti.
          Composta venerdì 17 giugno 2011
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Raramente

            Sono come una coda di luce che precipita ma raramente
            e raramente si scontra col cuore d'un buono
            troppo preso a scivolare nel suo tunnel
            dove l'unica cosa buona sono i bar aperti fino all'alba

            i polmoni delle mie ali sono come vele gonfie d'aria
            e il mio cadere non si grafia col muro ruvido della nube
            perché raramente precipito senza causa
            in mezzo a quelli rimasti fedeli ai sogni

            le cose importanti restano
            anche al buio
            anche nella solitudine
            anche in silenzio
            anche senza carne sull'osso
            anche in una piccola memoria
            resistono al tono dell'assenza di luce
            finché non arrivano degli angeli
            quelli che raramente precipitano sulla terra
            quelli che quando arrivano hanno uno scopo
            che non durerà per sempre
            che non toglierà del tutto il dolore
            che però attaccherà la corrente
            tra incidente e causa.
            Composta lunedì 4 gennaio 2010
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Non dire addio nemmeno sotto tortura

              È qualcosa che ti brucia dentro le vene
              che ti obbliga a chiudere gli occhi,
              è qualcosa che conosce il tuo nome
              e ogni notte ti chiama.

              Come mai senti il freddo tocco del vento
              dentro?
              Come mai pensi di bruciare
              ma sei lontano dal fuoco?

              È qualcosa che corre con te in un sogno,
              è qualcosa che non comunica con gli altri,
              si adagia semplicemente nel tuo copione
              e aspetta... la platea.

              Dove vorresti fuggire?
              Da chi vorresti scappare?
              Come potresti diventare
              quello che ancora non sei?

              È qualcosa che viene dallo spirito,
              qualcosa d'immortale
              e più ti nascondi più ti trova
              in tutti i bui nascondigli.

              Come mai non finisce presto questa canzone?
              dove vanno a combattere quando riposano,
              i soldati?
              Qual è il nome proprio di tutte le guerre?
              E quando smettono di amarsi gli innamorati?

              È qualcosa che ti divora il cervello
              che ti offre in pasto a tutti i sogni,
              mentre un lampo ti lacera di desiderio
              che userà la tua voce per parlare.

              Non caricare la tua arma oggi.
              Non dire addio nemmeno sotto tortura.
              Lascia che le cose vadano avanti
              senza paura che tu perda del tempo
              per sempre.
              Composta sabato 4 maggio 2013
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Laddove luna sorge

                In ogni angolo, hai visto, c'è un sole.
                Io posso dividerlo per te in mille pezzi
                e farne diamanti per quell'occhio
                che sfatti d'una fine l'anatema.
                Hai visto? È giorno.
                Non ha confini questa città di spazzatura
                ma vedi, c'è un angolo segreto sempre in luce,
                dove noi possiamo spartire in pace, i respiri.

                Tu possa essermi meccanico di gran precisione,
                durante il decollo verso l'alto
                che tanto mi chiama per spedita ala,
                verso pianeti che tu un poco come me, chiameresti sogni.

                Non limitarmi l'ora.
                Non tardare.
                È pronto ogni dire per spezzare confini
                dall'oltre in cui potremmo inventare
                altri universi verso cui fuggire.
                Non tardare.
                Là dove Luna sorge
                ci sono i nostri cuori.
                Composta martedì 2 aprile 2013
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                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Per non morire mai

                  È solo un promemoria
                  cercare un faro dove esiliare tutta la solitudine dentro
                  spendere secondi, ore, minuti, giorni, anni, decenni alla ricerca del me
                  ascoltare il mare dopo il tramonto e in assenza di gabbiani
                  rovesciare la città alla tua ricerca

                  proverò a stappare tutte le bottiglie di vino in cantina
                  per innaffiare le piante morte sul davanzale dei ricordi
                  e gridare "Lazzaro, risorgi"
                  quasi potessero risorgere dalle ceneri le lettere della vita... bruciate

                  è solo un promemoria
                  smetterò di bere caffè in tutti i bar dove vorrei incontrarti
                  mi limiterò a fissare il colore dei semafori con occhio umano
                  sognando un posto dove raccoglierti diamante
                  un posto che alcuno vorrebbe mai trovare

                  starò da solo per un po' in riva al fiume
                  lo stesso che scende a onde nervose fin dentro il capo
                  che spara alto il pensiero fino ai primi gradini dell'orizzonte
                  dove tu sali o scendi ogni volta che indossi i miei battiti

                  è solo un promemoria
                  diventare ricco e comprarti come gioiello un pianeta
                  pulire la città dai violenti ma non dai pazzi
                  e scrivere sui mattoni grigi poesie d'amore
                  per quelli che ancor non si sono incontrati.
                  Composta venerdì 4 maggio 2012
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                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Non mi resta altro

                    Se potessi mescolare la rabbia alle onde dell'acqua,
                    troverei scampo dalle cose che mi inseguono
                    come se fiutassero nelle stanze delle mia mente tutte le paure
                    e quelle passioni sigillate con crudele astinenza e omissioni.
                    Mi porta via dal male il forte ondeggio,
                    trasporta verso orizzonte tutti gli sbagli
                    che hanno alzato con gli anni una diga
                    contro le pareti fragili della carne.

                    A volte parlo al fiume e sembro un folle,
                    uno che preferisce annegare la sua rabbia
                    pur di smaltire i profondi dolori
                    così abili a succhiarti i pensieri dal silenzio.
                    E resto in riva come una scarpa usata
                    a costruirmi un'arca per il cuore
                    che non ha mai smaltito il cadavere dei suoi peccati
                    spesso, troppo spesso annodati al credo.

                    A volte parlo al fiume e guardo in alto.
                    Non mi resta altro.
                    Non mi resta altro.
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