Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Non mi resta altro

Se potessi mescolare la rabbia alle onde dell'acqua,
troverei scampo dalle cose che mi inseguono
come se fiutassero nelle stanze delle mia mente tutte le paure
e quelle passioni sigillate con crudele astinenza e omissioni.
Mi porta via dal male il forte ondeggio,
trasporta verso orizzonte tutti gli sbagli
che hanno alzato con gli anni una diga
contro le pareti fragili della carne.

A volte parlo al fiume e sembro un folle,
uno che preferisce annegare la sua rabbia
pur di smaltire i profondi dolori
così abili a succhiarti i pensieri dal silenzio.
E resto in riva come una scarpa usata
a costruirmi un'arca per il cuore
che non ha mai smaltito il cadavere dei suoi peccati
spesso, troppo spesso annodati al credo.

A volte parlo al fiume e guardo in alto.
Non mi resta altro.
Non mi resta altro.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Ore 7: 58 alla deriva

    È un piccolo risveglio
    ti basta
    prima di contorcere gli occhi verso il soffitto
    dove lenti ragni vanno in panico
    quasi dovessero condividere il peso
    dei tuoi sogni

    è un battito d'orologio
    il cuore
    barone dimenticato nella sua casa
    una fortezza per tutti gli spiriti randagi
    che hanno conosciuto polvere
    amore e altre dimenticanze

    al tempo dei miracoli saresti stato un prigioniero
    non avendo spiegazioni per i tuoi orgasmi
    leggeri peccati senza afrodisiaco o attenuante
    ma liberi animali selvatici dell'alba

    l'universo è un suono
    ti toglie all'agonia autunnale
    e ti chiude in una crisalide bianca
    dove il tuo corpo diventa una pioggia
    ma non d'acqua
    di ali
    le stesse che si tolgono gli angeli
    appena arrivati a casa
    quella che tu chiameresti destino
    altri invece
    fermata

    7: 58
    comunque se vorrai chiudere fuori il mondo
    dovrai rompere con i denti l'alba
    e come in una prima notte di nozze
    svegliarti
    scivolare tra scogli
    lasciandoti dietro farfalle e sabbia
    per sentirti vivo
    incurabile
    dannato
    abbastanza forte da trasmettere il tuo male
    a qualunque anima
    necessiti il fuoco
    e altri disastri umani
    per sentirsi viva.
    Composta mercoledì 30 novembre 2011
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Abbraccio

      Ogni tanto mi sussurrerai qualcosa
      parole incomprensibili per la mia mente
      e mi ruberai il respiro con un bacio
      per soffiare dentro il mio cuore i tuoi battiti.

      Io ti amerò fino alla morte
      come uno che ha trovato al mondo tutto ciò che cerca
      e quando sarà il momento per me di chiudere gli occhi
      tu mi terrai la mano stretta al tuo petto.
      Composta martedì 14 gennaio 2014
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        Milano ha smesso di respirare e pensa

        Milano ha smesso di respirare e pensa.
        Ha un amore oltre i confini della città, prigioniero,
        e s'affolla di rondini spinte in acrobazie per sostituire le lettere
        che ha smesso di spedire in assenza di francobolli.
        Io sono uno dei suoi prigionieri.
        Sono fidanzato col nuvolo grigio del parco Sempione
        e ti fisso mia donna del sogno, in una vetrina,
        dell'ultimo negozio antico nascosto,
        dal viale alberato di tigli.

        Ti mando una lettera da Milano, grida il foglio.
        Mi sento un po' vagabondo a primavera,
        quando il sereno strappa al sonno le coperte
        dove l'immaginario ha raggiunto altri attimi felici.

        Milano ha smesso di respirare e sogna.
        Si toglie il fumo dalle tempie e beve cappuccini,
        ed io cerco il fiore solitario nella piazza del Sforzesco
        come mille altri sognatori prigionieri di un'abitudine.
        Ho sposato le albe nebbiose
        e i castelli che i turisti sognano per casa
        ho sposato te che resti nei miei pensieri
        e la porta bronzea del Duomo.
        Composta sabato 4 maggio 2013
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Foglie

          A volte noi scivoliamo
          sulle bande di matasse della vita
          e c'imbrigliano in mezzo ai nodi
          saturi delle corde umane strette al silenzio

          certi giorni ci ubriachiamo con niente
          pur di camminare senza inciampare sulla via
          dove molti prima di noi hanno perduto i sensi
          e qualcosa della verginità presa a partorire il primo

          di notte ci stringiamo come orsi in tane
          profonde cave della memoria dove resistere al freddo
          e alle sferzate di ogni occasione perduta
          inseguendo come dei disperati lontani sogni

          a volte noi raccogliamo dall'asfalto le foglie
          per farne i trofei di gloria mancati d'un perduto tempo
          che come un assassino si ritira
          in mezzo ai vivi per poi segnarne i giorni.
          Composta mercoledì 17 marzo 2010
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            Resisto

            Non conosco i mari quanto le tempeste
            che ne alzano le onde
            e non conosco gli uomini
            quanto la loro sofferenza
            la stessa che mettono per far compiere i loro ideali.

            Non combatto ogni giorno.
            Io combatto sempre e per quei respiri
            cui a volte manca l'aria
            troppo pesante per fare volare il cuore.

            Non conoscono guerrieri
            che non hanno mai guardato avanti
            e nemmeno speranze
            che non vogliano diventare miracoli.

            Io sto in piedi,
            davanti al vento,
            davanti al mare,
            davanti agli uomini
            davanti a ogni prigione
            fosse di silenzio
            fosse di solitudine
            e vedo come un fuoco che mi prende
            nella mente e nel corpo
            così capisco il senso di ogni cosa
            la stessa per cui non cedo
            alle tempeste
            ai venti
            al mare.

            Io resisto
            e chi come me resiste,
            non guarda altre montagne
            se non quelle
            dei propri ideali.
            Composta martedì 5 giugno 2012
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Un altro giorno in Paradiso

              Quando cerchi una parete di riparo alla tempesta
              e la tua vita è in una vecchia trappola d'ombre
              tutte le stanze del mondo ti sembra nascondano mostri
              e l'aria ti stringe come un bicipite di vento infuocato
              t'aggrappi ai sogni come un bambino mutilato dalla paura
              nutrito solo dalle pastiglie dolci della mente
              sperando di sedare il vagito del silenzio
              che inevitabilmente cerca l'approdo oltre i confini
              nella città in cui ti rifugi manichini rubano sguardi
              danzatrici del ventre le fronde che ululano alla tua anima
              l'assassino del buio corre disperato come un cane
              col raggio d'un lampione malconcio
              ti toglierai la polvere dalla bocca
              con un sorso asciutto di vento impastato al mare
              dove potresti camminare volando
              se solo non avessi nel sangue le tracce profonde dei cieli
              nei giorni bui.
              Composta venerdì 6 marzo 2009
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Ferro legato al fuoco

                L'amore ha un granello di sabbia nell'occhio
                e ti guarda storto per tutta la vita
                abita e si consuma
                dentro un bozzolo protestante
                legato ai tuoi cromosomi come un ferro
                è legato al fuoco dei tizzoni ardenti.

                Ti radi,
                ti vesti
                e attendi un caffè in fila
                sulla sedicesima dicono sia il migliore,
                lo sorseggi
                concentrato sulla miseria del traffico
                congestionato dai sogni
                che ogni semaforo da buon nemico assorbe.
                Nella tua città hai i minuti contati.
                Lei si è travestita da primavera che esausto rincorri,
                e smetti di tremare verso la mezzanotte di ogni tuo inverno,
                educando i preliminari a Olimpiadi di obbedienza
                alla ragione.

                La notte tamburella sulle stelle
                che tu calpesti
                prima di salire verso una casa
                sedata sulle giunture del tempo
                che conta i secondi della tua vita
                con piccoli granelli di sabbia.
                Composta domenica 1 dicembre 2013
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                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Nella tentazione quasi umana della quercia

                  Invecchiando
                  comincerò la conta degli anni
                  confessando all'ego cose più convenienti
                  inseguendo donne lucertola
                  virtù a sangue freddo
                  e buone infermiere
                  le piogge s'infileranno nella carne
                  cercando di reggersi in piedi
                  ma zoppicheranno con l'ennesima solitudine
                  di chi usa l'età come stampella
                  l'ora esatta
                  gustata con l'amaro al mattino
                  cercherà cubetti di zucchero nel caffellatte
                  lo stomaco brontolerà come un megafono
                  alla mente
                  presa a divenire su uno straccio di carta
                  immortale
                  l'amore come una gitana ubriaca
                  corteggerà il vuoto di memoria
                  già preso dal remare in un senza dove della morte
                  sopra corpi di fanciulle immaginarie
                  una volta prese a stuprare le luci mattutine dei risvegli
                  stringendo la zampa del lupo solitudine
                  ascolterò l'inventario d'ogni osso
                  coperto in maglie di lana
                  guarderò i messaggi
                  dall'autunno
                  dall'amore
                  salvandomi dai silenzi
                  come da un mare nero sopra il costato
                  sotto cui una donna chitarra si strofinerà le corde
                  con le mani del cuore fatte di respiri
                  invecchiando
                  potrò mandare al diavolo
                  tutti gli aguzzini della mente
                  la superbia
                  la vanità
                  l'egoismo
                  e mirerò solo al decoltè in foglie della quercia
                  misurando il mio umano
                  con le distanze tra i pianeti.
                  Composta lunedì 2 febbraio 2009
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                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    La porta del sole

                    Nei giorni bui
                    apro la porta al sole.
                    Guardo il cielo sotto la trama del ragno
                    e sfido il vento contro la mia faccia
                    con lunghi respiri e forti battiti.

                    Peso bene ogni vittoria
                    e rido quando mi sento un perdente,
                    consapevole degli innumerevoli limiti
                    cui non s'inchina mai
                    lo spirito.

                    Ho un cuscino di speme
                    contro le cadute
                    contro i continui speronamenti
                    del destino
                    e uso gli ectoplasmi dei silenzi
                    quando voglio raggiungere il cielo
                    senza l'aiuto dell'ala.

                    Nei giorni bui
                    io accendo una stella.
                    La seguo lungo le arterie dei sogni
                    pur di non vedere
                    la tela del ragno
                    dalla parte dell'insetto perdente.

                    Io comprendo meglio la libertà da una prigione,
                    ascolto un uomo col cuore senza il peso di una parola
                    e se smarrita la via
                    io torno all'antro buio
                    da dove la luce si vede
                    e non per forza con gli occhi.
                    Composta lunedì 18 ottobre 2010
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