Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Ore 7: 58 alla deriva

È un piccolo risveglio
ti basta
prima di contorcere gli occhi verso il soffitto
dove lenti ragni vanno in panico
quasi dovessero condividere il peso
dei tuoi sogni

è un battito d'orologio
il cuore
barone dimenticato nella sua casa
una fortezza per tutti gli spiriti randagi
che hanno conosciuto polvere
amore e altre dimenticanze

al tempo dei miracoli saresti stato un prigioniero
non avendo spiegazioni per i tuoi orgasmi
leggeri peccati senza afrodisiaco o attenuante
ma liberi animali selvatici dell'alba

l'universo è un suono
ti toglie all'agonia autunnale
e ti chiude in una crisalide bianca
dove il tuo corpo diventa una pioggia
ma non d'acqua
di ali
le stesse che si tolgono gli angeli
appena arrivati a casa
quella che tu chiameresti destino
altri invece
fermata

7: 58
comunque se vorrai chiudere fuori il mondo
dovrai rompere con i denti l'alba
e come in una prima notte di nozze
svegliarti
scivolare tra scogli
lasciandoti dietro farfalle e sabbia
per sentirti vivo
incurabile
dannato
abbastanza forte da trasmettere il tuo male
a qualunque anima
necessiti il fuoco
e altri disastri umani
per sentirsi viva.
Composta mercoledì 30 novembre 2011
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    Abbraccio

    Ogni tanto mi sussurrerai qualcosa
    parole incomprensibili per la mia mente
    e mi ruberai il respiro con un bacio
    per soffiare dentro il mio cuore i tuoi battiti.

    Io ti amerò fino alla morte
    come uno che ha trovato al mondo tutto ciò che cerca
    e quando sarà il momento per me di chiudere gli occhi
    tu mi terrai la mano stretta al tuo petto.
    Composta martedì 14 gennaio 2014
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      Milano ha smesso di respirare e pensa

      Milano ha smesso di respirare e pensa.
      Ha un amore oltre i confini della città, prigioniero,
      e s'affolla di rondini spinte in acrobazie per sostituire le lettere
      che ha smesso di spedire in assenza di francobolli.
      Io sono uno dei suoi prigionieri.
      Sono fidanzato col nuvolo grigio del parco Sempione
      e ti fisso mia donna del sogno, in una vetrina,
      dell'ultimo negozio antico nascosto,
      dal viale alberato di tigli.

      Ti mando una lettera da Milano, grida il foglio.
      Mi sento un po' vagabondo a primavera,
      quando il sereno strappa al sonno le coperte
      dove l'immaginario ha raggiunto altri attimi felici.

      Milano ha smesso di respirare e sogna.
      Si toglie il fumo dalle tempie e beve cappuccini,
      ed io cerco il fiore solitario nella piazza del Sforzesco
      come mille altri sognatori prigionieri di un'abitudine.
      Ho sposato le albe nebbiose
      e i castelli che i turisti sognano per casa
      ho sposato te che resti nei miei pensieri
      e la porta bronzea del Duomo.
      Composta sabato 4 maggio 2013
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        Foglie

        A volte noi scivoliamo
        sulle bande di matasse della vita
        e c'imbrigliano in mezzo ai nodi
        saturi delle corde umane strette al silenzio

        certi giorni ci ubriachiamo con niente
        pur di camminare senza inciampare sulla via
        dove molti prima di noi hanno perduto i sensi
        e qualcosa della verginità presa a partorire il primo

        di notte ci stringiamo come orsi in tane
        profonde cave della memoria dove resistere al freddo
        e alle sferzate di ogni occasione perduta
        inseguendo come dei disperati lontani sogni

        a volte noi raccogliamo dall'asfalto le foglie
        per farne i trofei di gloria mancati d'un perduto tempo
        che come un assassino si ritira
        in mezzo ai vivi per poi segnarne i giorni.
        Composta mercoledì 17 marzo 2010
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          Resisto

          Non conosco i mari quanto le tempeste
          che ne alzano le onde
          e non conosco gli uomini
          quanto la loro sofferenza
          la stessa che mettono per far compiere i loro ideali.

          Non combatto ogni giorno.
          Io combatto sempre e per quei respiri
          cui a volte manca l'aria
          troppo pesante per fare volare il cuore.

          Non conoscono guerrieri
          che non hanno mai guardato avanti
          e nemmeno speranze
          che non vogliano diventare miracoli.

          Io sto in piedi,
          davanti al vento,
          davanti al mare,
          davanti agli uomini
          davanti a ogni prigione
          fosse di silenzio
          fosse di solitudine
          e vedo come un fuoco che mi prende
          nella mente e nel corpo
          così capisco il senso di ogni cosa
          la stessa per cui non cedo
          alle tempeste
          ai venti
          al mare.

          Io resisto
          e chi come me resiste,
          non guarda altre montagne
          se non quelle
          dei propri ideali.
          Composta martedì 5 giugno 2012
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            Un altro giorno in Paradiso

            Quando cerchi una parete di riparo alla tempesta
            e la tua vita è in una vecchia trappola d'ombre
            tutte le stanze del mondo ti sembra nascondano mostri
            e l'aria ti stringe come un bicipite di vento infuocato
            t'aggrappi ai sogni come un bambino mutilato dalla paura
            nutrito solo dalle pastiglie dolci della mente
            sperando di sedare il vagito del silenzio
            che inevitabilmente cerca l'approdo oltre i confini
            nella città in cui ti rifugi manichini rubano sguardi
            danzatrici del ventre le fronde che ululano alla tua anima
            l'assassino del buio corre disperato come un cane
            col raggio d'un lampione malconcio
            ti toglierai la polvere dalla bocca
            con un sorso asciutto di vento impastato al mare
            dove potresti camminare volando
            se solo non avessi nel sangue le tracce profonde dei cieli
            nei giorni bui.
            Composta venerdì 6 marzo 2009
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Ferro legato al fuoco

              L'amore ha un granello di sabbia nell'occhio
              e ti guarda storto per tutta la vita
              abita e si consuma
              dentro un bozzolo protestante
              legato ai tuoi cromosomi come un ferro
              è legato al fuoco dei tizzoni ardenti.

              Ti radi,
              ti vesti
              e attendi un caffè in fila
              sulla sedicesima dicono sia il migliore,
              lo sorseggi
              concentrato sulla miseria del traffico
              congestionato dai sogni
              che ogni semaforo da buon nemico assorbe.
              Nella tua città hai i minuti contati.
              Lei si è travestita da primavera che esausto rincorri,
              e smetti di tremare verso la mezzanotte di ogni tuo inverno,
              educando i preliminari a Olimpiadi di obbedienza
              alla ragione.

              La notte tamburella sulle stelle
              che tu calpesti
              prima di salire verso una casa
              sedata sulle giunture del tempo
              che conta i secondi della tua vita
              con piccoli granelli di sabbia.
              Composta domenica 1 dicembre 2013
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Nella tentazione quasi umana della quercia

                Invecchiando
                comincerò la conta degli anni
                confessando all'ego cose più convenienti
                inseguendo donne lucertola
                virtù a sangue freddo
                e buone infermiere
                le piogge s'infileranno nella carne
                cercando di reggersi in piedi
                ma zoppicheranno con l'ennesima solitudine
                di chi usa l'età come stampella
                l'ora esatta
                gustata con l'amaro al mattino
                cercherà cubetti di zucchero nel caffellatte
                lo stomaco brontolerà come un megafono
                alla mente
                presa a divenire su uno straccio di carta
                immortale
                l'amore come una gitana ubriaca
                corteggerà il vuoto di memoria
                già preso dal remare in un senza dove della morte
                sopra corpi di fanciulle immaginarie
                una volta prese a stuprare le luci mattutine dei risvegli
                stringendo la zampa del lupo solitudine
                ascolterò l'inventario d'ogni osso
                coperto in maglie di lana
                guarderò i messaggi
                dall'autunno
                dall'amore
                salvandomi dai silenzi
                come da un mare nero sopra il costato
                sotto cui una donna chitarra si strofinerà le corde
                con le mani del cuore fatte di respiri
                invecchiando
                potrò mandare al diavolo
                tutti gli aguzzini della mente
                la superbia
                la vanità
                l'egoismo
                e mirerò solo al decoltè in foglie della quercia
                misurando il mio umano
                con le distanze tra i pianeti.
                Composta lunedì 2 febbraio 2009
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                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  La porta del sole

                  Nei giorni bui
                  apro la porta al sole.
                  Guardo il cielo sotto la trama del ragno
                  e sfido il vento contro la mia faccia
                  con lunghi respiri e forti battiti.

                  Peso bene ogni vittoria
                  e rido quando mi sento un perdente,
                  consapevole degli innumerevoli limiti
                  cui non s'inchina mai
                  lo spirito.

                  Ho un cuscino di speme
                  contro le cadute
                  contro i continui speronamenti
                  del destino
                  e uso gli ectoplasmi dei silenzi
                  quando voglio raggiungere il cielo
                  senza l'aiuto dell'ala.

                  Nei giorni bui
                  io accendo una stella.
                  La seguo lungo le arterie dei sogni
                  pur di non vedere
                  la tela del ragno
                  dalla parte dell'insetto perdente.

                  Io comprendo meglio la libertà da una prigione,
                  ascolto un uomo col cuore senza il peso di una parola
                  e se smarrita la via
                  io torno all'antro buio
                  da dove la luce si vede
                  e non per forza con gli occhi.
                  Composta lunedì 18 ottobre 2010
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                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Un uomo semplice

                    Sono un uomo seduto.
                    Guardo con la coda dell’occhio l’inverno
                    mentre lui osserva me.
                    Ci piacciamo.
                    Le nostre sono brevi conversazioni.
                    Io sono un uomo seduto che parla alla morte
                    usando i colori che gli sono rimasti in tasca.
                    L’uomo seduto sbriciola pane agli angeli
                    e li ubriaca con i suoi sogni,
                    dopo ogni mezzanotte che ha smarrito l’orologio
                    dentro lancette più grandi e quasi umane.
                    Io sono un uomo seduto che fa circolare le favole
                    per gli orizzonti
                    e sono un uomo seduto che brinda con l’amore
                    quando trova nella bottiglia un pieno di stima.
                    Resto seduto per aspettare la mia tempesta.
                    Perché mi domandano spesso gli angeli?
                    Perché a furia di cadere
                    ho imparato ad alzarmi
                    anche quando le mie gambe sono di pietra
                    e le mie mani un pezzo di granito.
                    E come fai?
                    Sebbene seduto, io mi alzo con l’anima
                    fino a vedere gli alberi
                    fino a parlare agli angeli
                    degli uomini davanti alle tempeste
                    e oltre i fari.
                    Io sono un uomo seduto
                    ma quando cammino
                    mi alzo sul cuore
                    e vado avanti coi respiri
                    fino dove mi porteranno i sogni.
                    Composta lunedì 7 febbraio 2011
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