Poesie d'Autore


Scritta da: Gabriella Stigliano
in Poesie (Poesie d'Autore)

Alla finestra

Si piegano i pini ad ascoltare i mormorii del vento autunnale
che i neri pioppi fa agitare in un isterico riso
mentre la casa del giorno lentamente chiude le sue imposte
orientali.
In fondo alla valle, confusamente le lapidi del cimitero - lontane
si raggruppano, avvolgendo la loro vaghezza nel grigio sudario
della nebbia,
ormai che nel crepuscolo i lampioni all'improvviso hanno
iniziato a sanguinare.
Fuori dalla finestra volano le foglie e passando una parola
pronunciano al viso che fissa l'esterno, guardando
se soffia la notte un pensiero o un messaggio sui vetri.
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    Scritta da: Gabriella Stigliano
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Vi è un piacere nei boschi inesplorati

    Vi è un piacere nei boschi inesplorati
    e un'estasi nelle spiagge deserte,
    vi è una compagnia che nessuno può turbare
    presso il mare profondo,
    e una musica nel suo ruggito;
    non amo meno l'uomo ma di più la natura
    dopo questi colloqui dove fuggo
    da quel che sono o prima sono stato
    per confondermi con l'universo e lì sentire
    ciò che mai posso esprimere
    né del tutto celare.
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      Scritta da: Gabriella Stigliano
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      E l'ora in cui s'ode tra i rami

      È l'ora in cui s'ode tra i rami
      la nota acuta dell'usignolo;
      è l'ora in cui i voti degli amanti
      sembrano dolci in ogni parola sussurrata
      e i venti miti e le acque vicine
      sono musica all'orecchio solitario.
      Lieve rugiada ha bagnato ogni fiore
      e in cielo sono spuntate le stelle
      e c'è sull'onda un azzurro più profondo
      e nei cieli quella tenebra chiara,
      dolcemente oscura e oscuramente pura,
      che segue al declino del giorno mentre
      sotto la luna il crepuscolo si perde.
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        Scritta da: Gabriella Stigliano
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Passa radiosa, come la notte tersa

        Passa radiosa, come la notte tersa
        dai cieli stellati;
        il meglio del buio e del fulgore
        si incontra nei suoi occhi
        addolciti a quella tenera luce
        che il cielo nega allo sforzo del giorno.
        Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero
        in parte guastato la grazia senza nome
        che si posa sui capelli neri
        o illumina il volto con dolcezza,
        dove pensieri limpidi
        svelano pura e preziosa dimora.
        Su quella guancia, sopra quella fronte serena
        sorrisi e colori parlano di pacifici giorni,
        di un intelletto in armonia con tutto,
        di un cuore che ama innocente.
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          Scritta da: Gabriella Stigliano
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          La sera

          Come una indefinibile fata d'ombre
          vien da lungi la sera, camminando
          per l'abetaia tacita e nevosa.
          Poi, contro tutte le finestre preme
          le sue gelide guance e, zitta, origlia!
          Si fa silenzio, allora, in ogni casa.
          Siedono i vecchi, meditando. I bimbi
          non si attentano ancora ai loro giochi!
          Le madri stanno siccome regine.
          Cade di mano alle fantesche il fuso.
          La sera ascolta, trepida pei vetri:
          tutti, all'interno, ascoltano la sera.
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            L'angelo

            Con un cenno della fronte respinge
            lungi da sé ogni vincolo, ogni limite
            perché per il suo cuore passa alto e immenso il ciclo
            degli eventi che ricorrono eterni.

            Nei fondi cieli scorge una folla di figure
            che lo chiamano: riconosci, vieni -.
            Ciò che ti pesa, perché lo sostengano,
            non affidarlo alle sue mani lievi.

            Verrebbero di notte a provarti nella lotta,
            trascorrendo la casa come furie,
            afferrandoti come per crearti
            e strapparti alla forma che ti chiude.
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              Scritta da: Fiorella Cappelli
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Un Regalo Inaspettato

              C'è un Presepe nella stanza
              del tuo cuore dolorante
              è un rinnovo la speranza,
              è cometa scintillante.

              Bianca neve ed un giaciglio
              un bambino è appena nato
              lì accanto vi è un coniglio
              che lo scalda col suo fiato

              Non c'è bue né somarello
              ma simpatico e sincero
              a scaldare il Bambinello
              il leprotto tutto nero

              Il regalo è... inaspettato
              che Giuseppe e che Maria
              Tutto avrebbero pensato...
              men che a questa compagnia...

              Chi lo spiega ora al buon Dio
              che tu piangi e che stai male
              che vuoi indietro, amore mio
              quel regalo di Natale...

              Scende un angelo dal cielo
              ora asciuga le tue gote
              v'è un messaggio sul suo velo
              "avrà un prato di carote".
              Composta martedì 10 dicembre 2013
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                Scritta da: Fragolosa67
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                L'unione (dono segreto la libertà)

                Vecchio:
                Sento un rimbombo come un frastuono
                non è un cannone neanche un tuono.
                Ho per la mente cose segrete e
                stesso pensiero dolce e terreno.
                Giustizia conobbi appesa all'Italia di forza vestita,
                leggera è volata e mi ha conquistata.
                Caro viandante ti lascio diritto.
                Fanne tesoro, libertà e perdono.

                Viandante:
                Sicuro che legge colpirmi ora può
                io giudico tutto e dichiaro perciò
                diritto è castigo per chi come me,
                non nacque da unione di due nuovi sposi
                ma da amore profano perché condannato.

                Giustizia conobbi ignaro del nome che mai portare potrò
                eppur appartenermi per sangue io so.
                Che colpa ho io se nacqui da pura passione
                senza catene spontaneo di cuore?
                Giustizia si fece, con tante pretese
                per me un'altra sorte.
                Son chiuse le porte.

                Dio che tutto il creato creasti,
                perché son bandito anche se vivo?
                Giustizia io chiedo e a te io prego.
                È mio il giardino promesso all'inizio?
                Quale verità è giusta per l'uomo
                che Dio candanna e
                poi sua creatura creata dichiara?

                Un nome non porto.
                Una casa non ho.
                Fatale destino coprirmi si o no?
                Cos'è la giustizia per infante innocente
                di quale peccato macchiato io sono?

                Costituzione di pagine gialle
                insegni famiglia ma amore cos'è?

                Amare è un destino.
                Io amo il vicino di uguale attributo
                perdonami allor.

                Male, bene, cosa conviene...
                dov'è la morale se tutto qui tace.
                Vecchio che urli raccontami tutto.
                Io sono l'inganno.
                Problema di fato.
                Di colpa ho peccato. Amare io so.

                Ci sono cose che non comprendo.
                Tu stringi la legge e io grosse pene.
                Fanciullo io nacqui e son donna di cuore.
                Conosco dolore e infamità d'onore.

                Frate:

                Difficile è il caso. Inchino il mio capo
                Non fu mai capito amore profano che Dio condannò.
                Un regno non hai né al mondo consenso
                ma coppia rimani coll'omo a te degno.
                Non tutti son vili, bastardi e infimgardi.
                Iddio già lo sa.
                Per colpa del male, oltraggio è il tuo amare.
                Perdona la prova e chiedi al padre la porta di verità.
                Io porto un messaggio di pace e speranza
                non posso ingannarti, ti lasciò a metà.

                Vecchio:
                difficile è dire giustizia per tutti.
                Ora comprendo e provo pietà.
                L'umane genti, son moltitudini e
                conoscono inganni di loro sorte.
                Non posso sperare la pace per tanti
                ma forse ambisco a grandi traguardi.
                Ci vuole coraggio ad accettare il diverso
                oggi che tutto si muove all'inverso.

                Viandante:
                Cos'è la famiglia ti chiedo di nuovo?
                Apprezzi l'unione di due persone di sesso
                diverso che sposi non sono?

                Dov'è quel bambino di dolce visino?
                Reclama cosciente un padre e una madre e solo rimane.
                Nessuno lo vede che forse ha sete di cose sincere.
                Padre perdona! io non ti credo!
                Iddio mi ha ascoltato
                anche io sono fiero.
                Non avrò mai un figlio e forse è un castigo ma
                amo l'amico e Dio già lo sa.

                Gnomo:
                Ho sentito castigo e qui mi ritrovo.
                Sono lo gnomo di questa città.
                Non credere al frate al vecchio intrigante
                seguimi amico ho un affare importante!
                Non credere a nulla.
                Se paghi preziosi son io tuo marito e canto convinto.
                Ti trovo una strada e una passeggiata
                tu porta la borsa, sarà la tua svolta!

                Frate scagliandosi verso lo gnomo:

                Ignobil figuro
                ti ordino di andare dove non puoi più dannare!
                L'uomo di qualsiasi condizione
                non può esser oggetto di profanazione.
                È essere umano non tuo guadagno!

                Frate verso il viandante:

                Ricordati figlio che esiste il divino.
                Continua ad amare ma non peccare.
                Se sincero è il tuo sentimento.
                Giustizia condanna ma l'altissimo valuta.
                Son cose difficili.
                Arduo è il mio dire questa verità.
                Se amore perdona inganno non c'è.
                All'ultima ora si vede cos'è.

                Il vecchio si inchina e bacia la terra.
                Su questo suolo ci fu prima pietra.
                Italia che amo ascoltami un poco:
                Dammi la forza di comandare ogni omo!
                Son capo di stato e non più condanno
                ma valuto anch'io destino di un fato.
                Giustizia è rispetto di tutto il diverso
                di cose speciali che sono umane.

                Non sono un Dio ma padre dei padri
                e guardo dall'alto l'uomo più in basso.
                Condanno l'inganno ma ho fede e ragione
                in questa l'Italia di molti colori.
                Io cerco giustizia ma trovo reato
                se l'uomo nasconde ogn'ora il misfatto.
                Non c'è giustizia se non c'è rispetto.
                Non c'è libertà se non c'è tolleranza e solidarietà umana.

                Con gioia mi alzo e abbraccio le genti.
                Vent'anni d'amore mi legarono i piedi.
                Cosciente e superbo in groppa alla tigre da sempre galoppo
                su strade di ogni regione in questa Nazione.
                Bandiera io porto. Nel cuore ho l'orgoglio!
                Di tigre son fiero e dico sincero:
                Io Falco rapace lei aquila in volo!
                Tanti saluti e grazie di nuovo.
                Composta domenica 15 dicembre 2013
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