Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Ti amo come se mangiassi il pane

Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
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    Scritta da: Antonella Marotta
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    A volte sulla sponda della via
    preso da infinito scoramente
    mi seggo; e dove vado mi domando,
    perché cammino. E penso la mia morte
    e mi vedo già steso nella bara
    troppo stretta fatoccio inanimato...

    Quant'albe nasceranno ancora al mondo
    dopo di noi!
    Di ciò che abbiam sofferto
    di tutto ciò che in vita ebbimo a cuore
    non rimarrà il più piccolo ricordo

    Le generazioni passan come
    onde di fiume...

    Una mortale pesantezza il cuore
    m'opprime.
    Inerte vorrei esser fatto
    come qualche antichissima rovina
    e guardare succedersi le ore,
    e gli uomini mutare i passi, i cieli
    all'alba colorirsi, scolorirsi
    a sera...
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      Scritta da: Elisabetta
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      A Massimo Troisi

      Non so cosa teneva "dint'a capa",
      intelligente, generoso, scaltro,
      per lui non vale il detto che è del Papa,
      morto un Troisi non se ne fa un altro.
      Morto Troisi muore la segreta
      arte di quella dolce tarantella,
      ciò che Moravia disse del Poeta
      io lo ridico per un Pulcinella.
      La gioia di bagnarsi in quel diluvio
      di "jamm, o' saccio, 'naggia, oilloc, azz!"
      Era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.
      "Non si capisce", urlavano sicuri,
      "questo Troisi se ne resti al Sud!"
      Adesso lo capiscono i canguri,
      gli Indiani e i miliardari di Hollywood!
      Con lui ho capito tutta la bellezza
      di Napoli, la gente, il suo destino,
      e non m'ha mai parlato della pizza,
      e non m'ha mai suonato il mandolino.
      O Massimino io ti tengo in serbo
      fra ciò che il mondo dona di più caro,
      ha fatto più miracoli il tuo verbo
      di quello dell'amato San Gennaro.
      Composta mercoledì 9 settembre 2009
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        Scritta da: Eclissi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Canzone d'autunno

        Oggi sento nel cuore
        un vago tremore di stelle,
        ma il mio sentiero si perde
        nell'anima della nebbia.
        La luce mi spezza le ali
        e il dolore della mia tristezza
        bagna i ricordi
        alla fonte dell'idea.
        Tutte le rose sono bianche,
        bianche come la mia pena,
        e non sono le rose bianche,
        perché ci ha nevicato sopra.
        Prima ci fu l'arcobaleno.
        Nevica anche sulla mia anima.
        La neve dell'anima ha
        fiocchi di baci e di scene
        che sono affondate nell'ombra
        o nella luce di chi le pensa.
        La neve cade dalle rose,
        ma quella dell'anima resta
        e l'artiglio degli anni
        ne fa un sudario.
        Si scioglierà la neve
        quando moriremo?
        O ci sarà altra neve
        e altre rose più perfette?
        Scenderà la pace su di noi
        come c'insegna Cristo?
        O non sarà mai possibile
        la soluzione del problema?
        E se l'amore c'inganna?
        Chi animerà la nostra vita
        se il crepuscolo ci sprofonda
        nella vera scienza
        del Bene che forse non esiste
        e del Male che batte vicino?
        Se la speranza si spegne
        e ricomincia Babele
        che torcia illuminerà
        le strade della Terra?
        Se l'azzurro è un sogno,
        che ne sarà dell'innocenza?
        Che ne sarà del cuore
        se l'Amore non ha frecce?
        Se la morte è la morte,
        che ne sarà dei poeti
        e delle cose addormentate
        che più nessuno ricorda?
        O sole della speranza!
        Acqua chiara! Luna nuova!
        Cuori dei bambini!
        Anime rudi delle pietre!
        Oggi sento nel cuore
        un vago tremore di stelle
        e tutte le rose sono
        bianche come la mia pena.
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          Scritta da: mor-joy
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          La tua vita è la tua vita.
          Non lasciare che le batoste la sbattano
          nella cantina dell'arrendevolezza.
          Stai in guardia.
          Ci sono delle uscite.
          Da qualche parte c'è luce.
          Forse non sarà una gran luce ma
          la vince sulle tenebre.
          Stai in guardia.
          Gli Dei ti offriranno delle occasioni.
          Riconoscile, afferrale.
          Non puoi sconfiggere la morte ma
          puoi sconfiggere la morte
          in vita,
          qualche volta.
          E più impari a farlo
          di frequente,
          più luce ci
          sarà.
          La tua vita è la tua vita.
          Sappilo finché
          ce l'hai.
          Tu sei meraviglioso
          gli Dei aspettano di compiacersi in te.
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            Scritta da: Rea
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Il tuo sorriso

            Toglimi il pane, se vuoi,
            toglimi l'aria, ma
            non togliermi il tuo sorriso.

            Non togliermi la rosa,
            la lancia che sgrani,
            l'acqua che d'improvviso
            scoppia nella tua gioia,
            la repentina onda
            d'argento che ti nasce.

            Dura è la mia lotta e torno
            con gli occhi stanchi,
            a volte, d'aver visto
            la terra che non cambia,
            ma entrando il tuo sorriso
            sale al cielo cercandomi
            ed apre per me tutte
            le porte della vita.

            Amore mio, nell'ora
            più oscura sgrana
            il tuo sorriso, e se d'improvviso
            vedi che il mio sangue macchina
            le pietre della strada,
            ridi, perché il tuo riso
            sarà per le mie mani
            come una spada fresca.

            Vicino al mare, d'autunno,
            il tuo riso deve innalzare
            la sua cascata di spuma,
            e in primavera, amore,
            voglio il tuo riso come
            il fiore che attendevo,
            il fiore azzurro, la rosa
            della mia patria sonora.

            Riditela della notte,
            del giorno, delle strade
            contorte dell'isola,
            riditela di questo rozzo
            ragazzo che ti ama,
            ma quando apro gli occhi
            e quando li richiudo,
            quando i miei passi vanno,
            quando tornano i miei passi,
            negami il pane, l'aria,
            la luce, la primavera,
            ma il tuo sorriso mai,
            perché io ne morrei.
            Composta lunedì 6 settembre 2010
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              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Ho dimenticato di dimenticarti.
              Non te la prendere.
              Problema mio.
              Che sotto la doccia un po' ti penso.
              E spesso rido.
              E spesso piango.
              Ma non si vede.
              Acqua nell'acqua.
              E non si sente.
              Vuoto nel vuoto.
              I miei pensieri pesano poco.
              Prendono il volo.
              Il tuo, però, è ancora qua.
              Nella mia testa
              tra le mie gambe
              sopra la schiena.
              Dentro le ossa.
              Non se ne va.
              E chiudo spesso gli occhi senza pensare a niente.
              E metto spesso le cuffie senza ascoltare niente.
              E stringo spesso le mani senza afferrare niente.
              Ti chiuderei a giro sulla mia pelle in questo istante
              per fartela sentire quanto è forte
              questa voglia di rinascere
              che senza te, però, non ce la fa a partire.
              Ci vorrà un bel po' per riprendere a mangiare.
              Riesce a farmi schifo
              persino la lasagna di mia madre
              quando non ci sei.
              Converrai da te
              che la situazione è alquanto grave.
              Io ti ho avvisata
              ora vedi che puoi fare.
              Ho fatto crescere i capelli
              così posso disfarli come un letto.
              A te ne non sono mai piaciuti,
              dici che un uomo deve
              tenerli sempre corti.
              Questione di gusti.
              Talvolta l'intelligenza
              è tutta nel baciare
              i punti giusti.
              Ho dimenticato di dimenticarti.
              Non te la prendere.
              Problema mio.
              Questa mattina ho fatto un sogno.
              Era d'estate. Faceva caldo. Nevicava.
              Dicevi: sei il mio miracolo più bello.
              Io prima ti ho baciata.
              Poi ti ho risposto: non credo nei miracoli.
              E forse il mio problema è proprio quello.
              Non credo nei miracoli.
              E forse il mio problema è solo quello.
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