Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Ti amo come se mangiassi il pane

Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
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    Scritta da: Lella Mcidw
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Sonetto 92

    Fai pure del tuo peggio per sottrarti a me,
    ma per tutta la vita mi apparterrai:
    vita che non durerà più a lungo del tuo amore,
    perché essa completamente da quell'amore dipende.
    Non devo perciò temere il massimo dei mali,
    dal momento che il minimo di essi mi può causare la fine;
    esiste per me un più felice stato
    di questo continuo dipendere dai tuoi umori!
    Tu non puoi torturarmi con la tua incostanza,
    ne va della mia vita col tuo disdegno.
    Oh, quale titolo alla felicità posseggo:
    pago di avere il tuo affetto, contento di dover morire!
    C'è cosa tanto bella che non tema macchia?
    Tu potresti ingannarmi e io non saperlo.
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      Scritta da: rainbow
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Tristezze della luna

      Nei suoi sogni la luna è più pigra, stasera:
      come una bella donna su guanciali profondi,
      che carezzi con mano disattenta e leggera
      prima d'addormentarsi i suoi seni rotondi,

      lei su un serico dorso di molli aeree nevi
      moribonda s'estenua in perduti languori,
      con gli occhi seguitando la apparizioni lievi
      che sbocciano nel cielo come candidi fiori.

      Quando a volte dai torpidi suoi ozi una segreta
      lacrima sfugge e cade sulla terra, un poeta
      nottambulo raccatta con mistico fervore

      nel cavo della mano quella pallida lacrima
      iridescente come scheggia d'opale.
      e, per sottrarla al sole, se la nasconde in cuore.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Restai insaziata tutti i miei anni.
        Arrivato il pomeriggio, tremante
        avvicinai il tavolo per mangiare
        e assaggiai un vino strano,

        quello che avevo visto sulle tavole
        quando affamata - tornando a casa -
        guardavo attraverso i vetri la ricchezza
        che non speravo di possedere mai.

        Non conobbi l'abbondanza del pane -
        era diversa la briciola
        che avevo divisa con gli uccelli
        nella sala da pranzo della natura.

        Il troppo mi urta - è così insolito.
        Mi sentivo a disagio, spaesata -
        come una bacca ai fratta montana
        trapiantata sulla strada.

        E non avevo fame. Allora capii
        che la fame è un istinto
        di chi guarda le vetrine dal di fuori.
        L'entrare, la disperde.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Isola

          Di te amore m'attrista,
          mia terra, se oscuri profumi
          perde la sera d'aranci,
          o d'oleandri, sereno,
          cammina con rose il torrente
          che quasi n'è tocca la foce.

          Ma se torno a tue rive
          e dolce voce al canto
          chiama da strada timorosa
          non so se infanzia o amore,
          ansia d'altri cieli mi volge,
          e mi nascondo nelle perdute cose.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Lamento

            Non ci è dato di essere.
            Noi siamo soltanto un fiume, aderiamo ad ogni forma:
            al giorno ed alla notte, al duomo e alla caverna.

            Forma su forma riempiamo senza tregua,
            nessuna ci diviene patria, gioia o piena,
            sempre siamo in cammino, ospiti sempre,
            non c'è campo né aratro per noi, né pane cresce.

            E non sappiamo cosa Dio ci serbi,
            gioca con noi, argilla nella mano,
            muta e cedevole che non piange o ride,
            mille volte impastata e mai bruciata.

            Potessimo, una volta, farci pietra, durare!
            Questa è la nostra eterna nostalgia,
            ma un brivido perdura a raggelarci
            e non c'è pace sulla nostra via.
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              Scritta da: Saeglopur
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Ode all'autunno

              Modesto è l'autunno, come i taglialegna.
              Costa molto togliere tutte le foglie
              da tutti gli alberi di tutti i paesi.
              La primavera le cucì in volo
              e ora bisogna lasciarle cadere
              come se fossero uccelli gialli:
              Non è facile.
              Serve tempo.
              Bisogna correre per le strade,
              parlare lingue,
              svedese, portoghese,
              parlare la lingua rossa,
              quella verde.
              Bisogna sapere
              tacere in tutte le lingue
              e dappertutto, sempre,
              lasciare cadere,
              cadere,
              lasciare cadere,
              cadere le foglie.
              Difficile è essere autunno,
              facile essere primavera.
              Accendere tutto quel che è nato
              per essere acceso.
              Spegnere il mondo, invece,
              facendolo scivolare via
              come se fosse un cerchio di cose gialle,
              fino a fondere odori, luce, radici,
              e a far salire il vino all'uva,
              coniare con pazienza l'irregolare moneta
              della cima dell'albero
              e spargerla dopo
              per disinteressate strade deserte,
              è compito di mani virili.
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