Poesie d'Autore migliori


in Poesie (Poesie d'Autore)
Tu mi prendesti per mano e mi traesti
al Tuo fianco, mi facesti sedere su
l'alto seggio al cospetto di tutti
gli uomini; ond'io divenni timido,
incapace di muovermi e di seguitar
la mia via; esitante e scongiurante
a ogni passo che non avessi a urtare
in una loro spina insidiosa.
Alfine son liberato!
Il colpo è giunto, stride l'insulto,
il mio posto è là, giri nella polvere.
Ormai dinanzi a me sono aperti i sentieri.
Aperte ho l'ali al desiderio del cielo,
Vado a raggiungere le stelle cadenti
della mezzanotte, vado a precipitarmi
nell'ombra profonda.
Somiglio a nuvola estiva in balia dell'uragano,
la quale, gettato via l'aureo diadema,
appende la folgore come spada a una catena di lampi.
Corro con folle gioia giù pel sentiero polveroso
del reietto; m'avvicino alla Tua,
finale accoglienza.
Il bimbo trova la madre quando ne lascia il grembo.
Quando io vengo separato da Te,
sbandito dalla Tua casa, sono libero di contemplare
il Tuo volto.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Elisa Iacobellis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Temevo che la furia del mio vento

    Temevo che la furia del mio vento
    rovinasse tutti i germogli belli e veri,
    e il mio sole è brillato e brillato,
    ed il mio vento non ha mai soffiato.

    Ma un germoglio bello o vero
    non fu trovato su nessun albero,
    perché tutti i germogli crebbero e crebbero
    senza frutti, falsi, anche se belli da vedere.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Angina pectoris

      Se qui c'è la metà del mio cuore, dottore,
      l'altra metà sta in Cina
      nella lunga marcia verso il Fiume Giallo.
      E poi ogni mattina, dottore,
      ogni mattina all'alba
      il mio cuore lo fucilano in Grecia.
      E poi, quando i prigionieri cadono nel sonno
      quando gli ultimi passi si allontanano
      dall'infermeria
      il mio cuore se ne va, dottore,
      se ne va in una vecchia casa di legno, a Istanbul.
      E poi sono dieci anni, dottore,
      che non ho niente in mano da offrire al mio popolo
      niente altro che una mela
      una mela rossa, il mio cuore.
      È per tutto questo, dottore,
      e non per l'arteriosclérosi, per la nicotina, per la prigione,
      che ho quest'angina pectoris.
      Guardo la notte attraverso le sbarre
      e malgrado tutti questi muri
      che mi pesano sul petto
      il mio cuore batte con la stella più lontana.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Lettere dal carcere a Munevver

        Che sta facendo adesso
        adesso, in questo momento?
        È a casa? Per la strada?
        Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
        Forse sta alzando il braccio?
        Amor mio
        come appare in quel movimento
        il polso bianco e rotondo!
        Che sta facendo adesso
        adesso, in questo momento?
        Un gattino sulle ginocchia
        Lei lo accarezza.
        O forse sta camminando
        ecco il piede che avanza.
        Oh i tuoi piedi che mi son cari
        che mi camminano sull'anima
        che illuminano i miei giorni bui!
        A che pensa?
        A me? O forse... chi sa
        ai fagioli che non si cuociono.
        O forse si domanda
        perché tanti sono infelici
        sulla terra.
        Che sta facendo adesso
        adesso, in questo momento?
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Antonella Marotta
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Taci anima mia. Son questi i tristi giorni in cui senza volontà si vive,
          i giorni dell'attesa disperata.
          Come l'albero ignudo a mezzo inverno
          che s'attriste nella deserta corte
          io non credo di mettere più foglie
          e dubito d'averle messe mai.
          Andando per la strada così solo
          tra la gente che m'urta e non mi vede
          mi pare d'esser da me stesso assente.
          E m'accalco ad udire dov'è ressa
          sosto dalle vetrine abbarbagliato
          e mi volto al frusciare d'ogni gonna.
          Per la voce d'un cantastorie cieco
          per l'improvviso lampo d'una nuca
          mi sgocciolano dagli occhi sciocche lacrime
          mi s'accendon negli occhi cupidigie.
          Chè tutta la mia vita è nei miei occhi:
          ogni cosa che passa la commuove
          come debola vento un'acqua morta.

          Io son come uno specchio rassegnato
          che riflette ogni cosa per la via.
          In me stesso non guardo perché nulla
          vi troverei...

          E, venuta la sera, nel mio letto
          mi stendo lungo come in una bara.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Phantastica
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Lo spiraglio dell'alba
            respira con la tua bocca
            in fondo alle vie vuote.

            Luce grigia i tuoi occhi,
            dolci gocce dell'alba
            sulle colline scure.

            Il tuo passo e il tuo fiato
            come il vento dell'alba
            sommergono le case.

            La città rabbrividisce,
            odorano le pietre
            sei la vita, il risveglio.

            Stella sperduta
            nella luce dell'alba,
            cigolio della brezza,
            tepore, respiro
            è finita la notte.

            Sei la luce e il mattino.
            Vota la poesia: Commenta