Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Valeria S
in Poesie (Poesie d'Autore)

Amo in te

Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
Amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Tu mi prendesti per mano e mi traesti
    al Tuo fianco, mi facesti sedere su
    l'alto seggio al cospetto di tutti
    gli uomini; ond'io divenni timido,
    incapace di muovermi e di seguitar
    la mia via; esitante e scongiurante
    a ogni passo che non avessi a urtare
    in una loro spina insidiosa.
    Alfine son liberato!
    Il colpo è giunto, stride l'insulto,
    il mio posto è là, giri nella polvere.
    Ormai dinanzi a me sono aperti i sentieri.
    Aperte ho l'ali al desiderio del cielo,
    Vado a raggiungere le stelle cadenti
    della mezzanotte, vado a precipitarmi
    nell'ombra profonda.
    Somiglio a nuvola estiva in balia dell'uragano,
    la quale, gettato via l'aureo diadema,
    appende la folgore come spada a una catena di lampi.
    Corro con folle gioia giù pel sentiero polveroso
    del reietto; m'avvicino alla Tua,
    finale accoglienza.
    Il bimbo trova la madre quando ne lascia il grembo.
    Quando io vengo separato da Te,
    sbandito dalla Tua casa, sono libero di contemplare
    il Tuo volto.
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      Scritta da: Maresa Schembri
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Amore

      Dicono che lo sciacallo e la talpa
      bevano allo stesso ruscello
      dove viene a bere il leone.

      E dicono che l'aquila e l'avvoltoio
      infilino il becco nella stessa carcassa,
      e stanno in pace l'uno con l'altro, davanti alla cosa morta.

      O amore, che con la tua regale mano
      hai imbrigliato i miei desideri,
      e hai elevato la mia fame e la mia sete
      a dignità di orgoglio,
      non permettere che il forte e il durevole in me
      mangino il pane e bevano il vino
      che tentano il mio io più debole.
      Lasciami piuttosto morire di fame,
      e consenti che il mio cuore bruci dalla sete
      e lasciami morire e avvizzirmi,
      prima che io stenda la mano
      verso una coppa che tu non abbia riempito
      o una ciotola che tu non abbia benedetto.
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        Scritta da: Eclissi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Canzone d'autunno

        Oggi sento nel cuore
        un vago tremore di stelle,
        ma il mio sentiero si perde
        nell'anima della nebbia.
        La luce mi spezza le ali
        e il dolore della mia tristezza
        bagna i ricordi
        alla fonte dell'idea.
        Tutte le rose sono bianche,
        bianche come la mia pena,
        e non sono le rose bianche,
        perché ci ha nevicato sopra.
        Prima ci fu l'arcobaleno.
        Nevica anche sulla mia anima.
        La neve dell'anima ha
        fiocchi di baci e di scene
        che sono affondate nell'ombra
        o nella luce di chi le pensa.
        La neve cade dalle rose,
        ma quella dell'anima resta
        e l'artiglio degli anni
        ne fa un sudario.
        Si scioglierà la neve
        quando moriremo?
        O ci sarà altra neve
        e altre rose più perfette?
        Scenderà la pace su di noi
        come c'insegna Cristo?
        O non sarà mai possibile
        la soluzione del problema?
        E se l'amore c'inganna?
        Chi animerà la nostra vita
        se il crepuscolo ci sprofonda
        nella vera scienza
        del Bene che forse non esiste
        e del Male che batte vicino?
        Se la speranza si spegne
        e ricomincia Babele
        che torcia illuminerà
        le strade della Terra?
        Se l'azzurro è un sogno,
        che ne sarà dell'innocenza?
        Che ne sarà del cuore
        se l'Amore non ha frecce?
        Se la morte è la morte,
        che ne sarà dei poeti
        e delle cose addormentate
        che più nessuno ricorda?
        O sole della speranza!
        Acqua chiara! Luna nuova!
        Cuori dei bambini!
        Anime rudi delle pietre!
        Oggi sento nel cuore
        un vago tremore di stelle
        e tutte le rose sono
        bianche come la mia pena.
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          Scritta da: Rea
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Il tuo sorriso

          Toglimi il pane, se vuoi,
          toglimi l'aria, ma
          non togliermi il tuo sorriso.

          Non togliermi la rosa,
          la lancia che sgrani,
          l'acqua che d'improvviso
          scoppia nella tua gioia,
          la repentina onda
          d'argento che ti nasce.

          Dura è la mia lotta e torno
          con gli occhi stanchi,
          a volte, d'aver visto
          la terra che non cambia,
          ma entrando il tuo sorriso
          sale al cielo cercandomi
          ed apre per me tutte
          le porte della vita.

          Amore mio, nell'ora
          più oscura sgrana
          il tuo sorriso, e se d'improvviso
          vedi che il mio sangue macchina
          le pietre della strada,
          ridi, perché il tuo riso
          sarà per le mie mani
          come una spada fresca.

          Vicino al mare, d'autunno,
          il tuo riso deve innalzare
          la sua cascata di spuma,
          e in primavera, amore,
          voglio il tuo riso come
          il fiore che attendevo,
          il fiore azzurro, la rosa
          della mia patria sonora.

          Riditela della notte,
          del giorno, delle strade
          contorte dell'isola,
          riditela di questo rozzo
          ragazzo che ti ama,
          ma quando apro gli occhi
          e quando li richiudo,
          quando i miei passi vanno,
          quando tornano i miei passi,
          negami il pane, l'aria,
          la luce, la primavera,
          ma il tuo sorriso mai,
          perché io ne morrei.
          Composta lunedì 6 settembre 2010
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            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Ho dimenticato di dimenticarti.
            Non te la prendere.
            Problema mio.
            Che sotto la doccia un po' ti penso.
            E spesso rido.
            E spesso piango.
            Ma non si vede.
            Acqua nell'acqua.
            E non si sente.
            Vuoto nel vuoto.
            I miei pensieri pesano poco.
            Prendono il volo.
            Il tuo, però, è ancora qua.
            Nella mia testa
            tra le mie gambe
            sopra la schiena.
            Dentro le ossa.
            Non se ne va.
            E chiudo spesso gli occhi senza pensare a niente.
            E metto spesso le cuffie senza ascoltare niente.
            E stringo spesso le mani senza afferrare niente.
            Ti chiuderei a giro sulla mia pelle in questo istante
            per fartela sentire quanto è forte
            questa voglia di rinascere
            che senza te, però, non ce la fa a partire.
            Ci vorrà un bel po' per riprendere a mangiare.
            Riesce a farmi schifo
            persino la lasagna di mia madre
            quando non ci sei.
            Converrai da te
            che la situazione è alquanto grave.
            Io ti ho avvisata
            ora vedi che puoi fare.
            Ho fatto crescere i capelli
            così posso disfarli come un letto.
            A te ne non sono mai piaciuti,
            dici che un uomo deve
            tenerli sempre corti.
            Questione di gusti.
            Talvolta l'intelligenza
            è tutta nel baciare
            i punti giusti.
            Ho dimenticato di dimenticarti.
            Non te la prendere.
            Problema mio.
            Questa mattina ho fatto un sogno.
            Era d'estate. Faceva caldo. Nevicava.
            Dicevi: sei il mio miracolo più bello.
            Io prima ti ho baciata.
            Poi ti ho risposto: non credo nei miracoli.
            E forse il mio problema è proprio quello.
            Non credo nei miracoli.
            E forse il mio problema è solo quello.
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