Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Temevo che la furia del mio vento

Temevo che la furia del mio vento
rovinasse tutti i germogli belli e veri,
e il mio sole è brillato e brillato,
ed il mio vento non ha mai soffiato.

Ma un germoglio bello o vero
non fu trovato su nessun albero,
perché tutti i germogli crebbero e crebbero
senza frutti, falsi, anche se belli da vedere.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Angina pectoris

    Se qui c'è la metà del mio cuore, dottore,
    l'altra metà sta in Cina
    nella lunga marcia verso il Fiume Giallo.
    E poi ogni mattina, dottore,
    ogni mattina all'alba
    il mio cuore lo fucilano in Grecia.
    E poi, quando i prigionieri cadono nel sonno
    quando gli ultimi passi si allontanano
    dall'infermeria
    il mio cuore se ne va, dottore,
    se ne va in una vecchia casa di legno, a Istanbul.
    E poi sono dieci anni, dottore,
    che non ho niente in mano da offrire al mio popolo
    niente altro che una mela
    una mela rossa, il mio cuore.
    È per tutto questo, dottore,
    e non per l'arteriosclérosi, per la nicotina, per la prigione,
    che ho quest'angina pectoris.
    Guardo la notte attraverso le sbarre
    e malgrado tutti questi muri
    che mi pesano sul petto
    il mio cuore batte con la stella più lontana.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Lettere dal carcere a Munevver

      Che sta facendo adesso
      adesso, in questo momento?
      È a casa? Per la strada?
      Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
      Forse sta alzando il braccio?
      Amor mio
      come appare in quel movimento
      il polso bianco e rotondo!
      Che sta facendo adesso
      adesso, in questo momento?
      Un gattino sulle ginocchia
      Lei lo accarezza.
      O forse sta camminando
      ecco il piede che avanza.
      Oh i tuoi piedi che mi son cari
      che mi camminano sull'anima
      che illuminano i miei giorni bui!
      A che pensa?
      A me? O forse... chi sa
      ai fagioli che non si cuociono.
      O forse si domanda
      perché tanti sono infelici
      sulla terra.
      Che sta facendo adesso
      adesso, in questo momento?
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        Scritta da: Antonella Marotta
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Taci anima mia. Son questi i tristi giorni in cui senza volontà si vive,
        i giorni dell'attesa disperata.
        Come l'albero ignudo a mezzo inverno
        che s'attriste nella deserta corte
        io non credo di mettere più foglie
        e dubito d'averle messe mai.
        Andando per la strada così solo
        tra la gente che m'urta e non mi vede
        mi pare d'esser da me stesso assente.
        E m'accalco ad udire dov'è ressa
        sosto dalle vetrine abbarbagliato
        e mi volto al frusciare d'ogni gonna.
        Per la voce d'un cantastorie cieco
        per l'improvviso lampo d'una nuca
        mi sgocciolano dagli occhi sciocche lacrime
        mi s'accendon negli occhi cupidigie.
        Chè tutta la mia vita è nei miei occhi:
        ogni cosa che passa la commuove
        come debola vento un'acqua morta.

        Io son come uno specchio rassegnato
        che riflette ogni cosa per la via.
        In me stesso non guardo perché nulla
        vi troverei...

        E, venuta la sera, nel mio letto
        mi stendo lungo come in una bara.
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          Scritta da: Rea
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ragazzo del sud

          Per le strade di Torino
          polizia e malviventi
          sono tutti di una razza
          sono figli degli stenti
          meridione disperato
          sole, mare e poesia
          o banditi per le strade
          o arruolati in polizia!

          Ragazzo del sud
          non ti rimane
          che andare in polizia
          o come alternativa
          una rapina a una gioielleria
          di tutti i tuoi fratelli
          sei l'unico che ha studiato
          il grande è già a Torino
          e in polizia si è già arruolato!
          Composta giovedì 22 luglio 2010
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            L'angelo

            Con un cenno della fronte respinge
            lungi da sé ogni vincolo, ogni limite
            perché per il suo cuore passa alto e immenso il ciclo
            degli eventi che ricorrono eterni.

            Nei fondi cieli scorge una folla di figure
            che lo chiamano: riconosci, vieni -.
            Ciò che ti pesa, perché lo sostengano,
            non affidarlo alle sue mani lievi.

            Verrebbero di notte a provarti nella lotta,
            trascorrendo la casa come furie,
            afferrandoti come per crearti
            e strapparti alla forma che ti chiude.
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