Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)
Ondeggia, Oceano nella tua cupa
e azzurra immensità.
A migliaia le navi ti percorrono invano;
L'uomo traccia sulla terra i confini,
apportatori di sventure,
Ma il suo potere ha termine sulle coste,
Sulla distesa marina
I naufragi sono tutti opera tua,
è l'uomo da te vinto,
Simile ad una goccia di pioggia,
S'inabissa con un gorgoglio lamentoso,
Senza tomba, senza bara,
senza rintocco funebre, ignoto.
Sui tuoi lidi sorsero imperi,
contesi da tutti a te solo indifferenti
Che cosa resta di Assiria, Grecia, Roma,
Cartagine?
Bagnavi le loro terre quando erano libere
e potenti.
Poi vennero parecchi tiranni stranieri,
La loro rovina ridusse i regni in deserti;
Non così avvenne, per te, immortale e
mutevole solo nel gioco selvaggio delle onde;
Il tempo non lascia traccia
sulla tua fronte azzurra.
Come ti ha visto l'alba della Creazione,
così continui a essere mosso dal vento.
E io ti ho amato, Oceano,
e la gioia dei miei svaghi giovanili,
era di farmi trasportare dalle onde
come la tua schiuma;
fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti,
una vera delizia per me.
E se il mare freddo faceva paura agli altri,
a me dava gioia,
Perché ero come un figlio suo,
E mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,
E giuravo sul suo nome, come ora...
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Il Bosco

    O vecchio bosco pieno d'albatrelli,
    che sai di funghi e spiri la malìa,
    cui tutto io già scampanellare udìa
    di cicale invisibili e d'uccelli:
    in te vivono i fauni ridarelli
    ch'hanno le sussurranti aure in balìa;
    vive la ninfa, e i passi lenti spia,
    bionda tra le interrotte ombre i capelli.
    Di ninfe albeggia in mezzo alla ramaglia
    or sì or no, che se il desìo le vinca,
    l'occhio alcuna ne attinge, e il sol le bacia.
    Dileguano; e pur viva è la boscaglia,
    viva sempre nè fior della pervinca
    e nelle grandi ciocche dell'acacia.
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      Scritta da: Maresa Schembri
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Mi sono innamorata

      Mi sono innamorata
      delle mie stesse ali d'angelo,
      delle mie nari che succhiano la notte,
      mi sono innamorata di me
      e dei miei tormenti.
      Un erpice che scava dentro le cose,
      o forse fatta donzella
      ho perso le mie sembianze.
      Come sei nudo, amore,
      nudo e senza difesa:
      io sono la vera cetra
      che ti colpisce nel petto
      e ti da larga resa.
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        Scritta da: goccia di miele
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Sulla morte, senza esagerare

        Non s'intende di scherzi,
        stelle, ponti,
        tessitura, miniere, lavoro dei campi,
        costruzione di navi e cottura di dolci.

        Quando conversiamo del domani
        intromette la sua ultima parola
        a sproposito.

        Non sa fare neppure ciò
        che attiene al suo mestiere:
        né scavare una fossa,
        né mettere insieme una bara,
        né rassettare il disordine che lascia.

        Occupata ad uccidere,
        lo fa in modo maldestro,
        senza metodo né abilità.
        Come se con ognuno di noi stesse imparando.

        Vada per i trionfi,
        ma quante disfatte,
        colpi a vuoto
        e tentativi ripetuti da capo!

        A volte le manca la forza
        di far cadere una mosca in volo.
        Più di un bruco
        la batte in velocità.

        Tutti quei bulbi, baccelli,
        antenne, pinne, trachee,
        piumaggi nuziali e pelame invernale
        testimoniano i ritardi
        del suo svogliato lavoro.

        La cattiva volontà non basta
        e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
        è, almeno finora, insufficiente.

        I cuori battono nelle uova.
        Crescono gli scheletri dei neonati.
        Dai semi spuntano le prime due foglioline,
        e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.

        Chi ne afferma l'onnipotenza
        è lui stesso la prova vivente
        che essa onnipotente non è.

        Non c'è vita
        che almeno per un attimo
        non sia immortale.

        La morte
        è sempre in ritardo di quell'attimo.

        Invano scuote la maniglia
        d'una porta invisibile.
        A nessuno può sottrarre
        il tempo raggiunto.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Isola

          Di te amore m'attrista,
          mia terra, se oscuri profumi
          perde la sera d'aranci,
          o d'oleandri, sereno,
          cammina con rose il torrente
          che quasi n'è tocca la foce.

          Ma se torno a tue rive
          e dolce voce al canto
          chiama da strada timorosa
          non so se infanzia o amore,
          ansia d'altri cieli mi volge,
          e mi nascondo nelle perdute cose.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Lamento

            Non ci è dato di essere.
            Noi siamo soltanto un fiume, aderiamo ad ogni forma:
            al giorno ed alla notte, al duomo e alla caverna.

            Forma su forma riempiamo senza tregua,
            nessuna ci diviene patria, gioia o piena,
            sempre siamo in cammino, ospiti sempre,
            non c'è campo né aratro per noi, né pane cresce.

            E non sappiamo cosa Dio ci serbi,
            gioca con noi, argilla nella mano,
            muta e cedevole che non piange o ride,
            mille volte impastata e mai bruciata.

            Potessimo, una volta, farci pietra, durare!
            Questa è la nostra eterna nostalgia,
            ma un brivido perdura a raggelarci
            e non c'è pace sulla nostra via.
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              Scritta da: Randle
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Sono molte le civette
              che non sanno altri canti
              oltre le proprie strida.
              Li conosciamo, tu ed io,
              gli impostori che rendono onore
              solo a un più grande impostore,
              e portano al mercato
              la propria testa in un cesto
              per venderla al primo che passa.
              Conosciamo il pigmeo
              che insulta l'uomo del cielo.
              E sappiamo
              cosa dice la mala erba
              della quercia e del cedro.
              So dello spaventapasseri:
              le sue sporche e lacere vesti
              si agitano sul grano
              e al vento sonoro.
              So del ragno senz'ali:
              è per gli esseri alati
              che intreccia la rete.
              Conosco gli abili suonatori
              di corno e di tamburo,
              che nel loro frastuono
              non sentono l'allodola
              né il vento di Levante nella foresta.
              Conosco quelli che remano
              contro ogni corrente
              senza trovare mai la sorgente,
              e percorrono tutti i fiumi
              senza osare mai avventurarsi nel mare.
              Composta venerdì 20 aprile 2012
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