Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Thanaty
in Poesie (Poesie d'Autore)
Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, né di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l'infinita vanità del tutto.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale

    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale
    e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
    Anche così è stato breve il nostro viaggio.
    Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
    le coincidenze, le prenotazioni,
    le trappole, gli scorni di chi crede
    che la realtà sia quella che si vede.
    Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
    non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
    Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
    le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
    erano le tue.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Non chiederci la parola

      Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
      l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
      lo dichiari e risplenda come un croco
      perduto in mezzo a un polveroso prato.

      Ah l'uomo che se ne va sicuro,
      agli altri ed a se stesso amico,
      e l'ombra sua non cura che la canicola
      stampa sopra uno scalcinato muro!

      Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
      sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
      Codesto solo oggi possiamo dirti,
      ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
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        Scritta da: Roberta68
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        10 agosto

        San Lorenzo, io lo so perché tanto
        di stelle per l'aria tranquilla
        arde e cade, perché sì gran pianto
        nel concavo cielo favilla.
        Ritornava una rondine al tetto:
        l'uccisero: cadde tra spini:
        ella aveva nel becco un insetto:
        la cena dei suoi rondinini.
        Ora è là, come in croce, che tende
        quel verme a quel cielo lontano;
        e il suo nido è nell'ombra, che attende
        che pigola sempre più piano.
        Anche un uomo tornava al suo nido:
        l'uccisero: disse: Perdono;
        e restò negli aperti occhi un grido:
        portava due bambole in dono...
        Ora là, nella casa romita,
        lo aspettano, aspettano in vano:
        egli immobile, attonito, addita
        le bambole al cielo lontano.
        E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
        sereni, infinito, immortale,
        oh! d'un pianto di stelle lo inondi
        quest'atomo opaco del Male!
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          Scritta da: Ombra Nella Notte
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          De profundis clamavi

          Imploro pietà da Te, l'unica che io ami, dal fondo dell'anima in cui è caduto il mio cuore. È un universo tristissimo, dall'orizzonte plumbeo, e vi si muovono, la notte, l'orrore e la bestemmia;
          un sole privo di calore si libra sopra per sei mesi, gli altri se la notte copre la terra; è un paese più nudo della terra polare: né bestie, né ruscelli, né verde di boschi!
          Non v'è orrore al mondo che sorpassi la fredda crudeltà di questo sole di ghiaccio e di questa immensa notte simile al vecchio Caos;
          io invidio la sorte dei più vili animali, che possono inabissarsi in uno stupido sonno, tanto lentamente si dipana la matassa del tempo.
          Composta lunedì 14 febbraio 2011
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            La terra santa

            Ho conosciuto Gerico,
            ho avuto anch'io la mia Palestina,
            le mura del manicomio
            erano le mura di Gerico
            e una pozza di acqua infettata
            ci ha battezzati tutti.
            Lì dentro eravamo ebrei
            e i Farisei erano in alto
            e c'era anche il Messia
            confuso dentro la folla:
            un pazzo che urlava al Cielo
            tutto il suo amore in Dio.
            Noi tutti, branco di asceti
            eravamo come gli uccelli
            e ogni tanto una rete
            oscura ci imprigionava
            ma andavamo verso la messe,
            la messe di nostro Signore
            e Cristo il Salvatore.
            Fummo lavati e sepolti,
            odoravamo di incenso.
            E dopo, quando amavamo
            ci facevano gli elettrochoc
            perché, dicevano, un pazzo
            non può amare nessuno.
            Ma un giorno da dentro l'avello
            anch'io mi sono ridestata
            e anch'io come Gesù
            ho avuto la mia resurrezione,
            ma non sono salita ai cieli
            sono discesa all'inferno
            da dove riguardo stupita
            le mura di Gerico antica.
            Composta lunedì 30 marzo 2015
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Lirica antica

              Caro, dammi parole di fiducia
              per te, mio uomo, l'unico che amassi
              in lunghi anni di stupido terrore,
              fa che le mani m'escano dal buio
              incantesimo amaro che non frutta...
              Sono gioielli, vedi, le mie mani,
              sono un linguaggio per l'amore vivo
              ma una fosca catena le ha ben chiuse
              ben legate ad un ceppo. Amore mio
              ho sognato di te come si sogna
              della rosa e del vento,
              sei purissimo, vivo, un equilibrio
              astrale, ma io sono nella notte
              e non posso ospitarti. Io vorrei
              che tu gustassi i pascoli che in dono
              ho sortiti da Dio, ma la paura
              mi trattiene nemica; oso parole,
              solamente parole e se tu ascolti
              fiducioso il mio canto, veramente
              so che ti esalterai delle mie pene.
              Composta venerdì 10 aprile 2015
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