Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Patty Diphusa
in Poesie (Poesie d'Autore)
Seguo questo corso di sabbia che scorre
tra i ciottoli e la duna
la pioggia d’estate piove sulla mia vita
su me la mia vita che mi sfugge mi insegue
e finirà il giorno del suo inizio
caro istante ti vedo
in questa tenda di bruma che indietreggia
dove non dovrò più calpestare quelle lunghe soglie mobili
e vivrò il tempo di una porta
che si apre e si richiude.
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    Scritta da: Patty Diphusa
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Odiami dunque adesso, se lo vuoi,
    ora che il mondo a contrastarmi seguita,
    piegami giù, fa lega con la sorte,
    non affacciarti per estrema perdita.
    Oh no, se scampa a queste strette il cuore
    non dar rinforzi a un'angoscia in disfatta,
    non dare a un vento buio alba di pioggia
    a tardare, già certa, la catastrofe.
    Se vuoi lasciarmi non lasciarmi all'ultimo,
    di già sfiancato da futili pene,
    ma assalta primo, perché prima io gusti
    di possente Fortuna il più e il peggio.
    E ogni altra angoscia che ora par mortale,
    di fronte al perder te, non parrà uguale.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Più felice sono quando più lontana
      porto la mia anima dalla sua dimora d'argilla,
      in una notte di vento quando la luna brilla
      e l'occhio vaga attraverso mondi di luce

      Quando mi annullo e niente mi è accanto
      né terra, né mare, né cieli tersi
      e sono tutta spirito, ampiamente errando
      attraverso infinite immensità.
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        Scritta da: Elisa Iacobellis
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Come ti amo? Come ti amo? Lascia che ti annoveri i modi.
        Ti amo fino agli estremi di profondità,
        di altura e di estensione che l'anima mia
        può raggiungere, quando al di là del corporeo
        tocco i confini dell'Essere e della Grazia Ideale.
        Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane,
        alla luce del giorno e al lume di candela.
        Ti amo liberamente, come gli uomini che lottano per la Giustizia;
        Ti amo con la stessa purezza con cui essi
        rifuggono dalla lode;
        Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze
        e quella che fanciulla mettevo nella fede;
        Ti amo con quell'amore che credevo aver smarrito
        coi miei santi perduti, ti amo col respiro,
        i sorrisi, le lacrime dell'intera mia vita! E,
        se Dio vuole, ancor meglio t'amerò dopo la morte.
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          Scritta da: Cheope
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Preghiera del clown

          Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono,
          ma non importa, io li perdono, un po' perché essi non sanno,
          un po' per amor Tuo e un po' perché hanno pagato il biglietto.
          Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene,
          rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola,
          ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura.

          C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità,
          noi dobbiamo soffrire per divertirla.
          Manda, se puoi, qualcuno su questo mondo,
          capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri.
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            Scritta da: Eclissi
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Amore a prima vista

            Sono entrambi convinti
            che un sentimento improvviso li unì.
            È bella una tale certezza
            ma l'incertezza è più bella.

            Non conoscendosi prima, credono
            che non sia mai successo nulla fra loro.
            Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
            dove da tempo potevano incrociarsi?

            Vorrei chiedere loro
            se non ricordano -
            una volta un faccia a faccia
            forse in una porta girevole?
            Uno "scusi" nella ressa?
            Un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
            - ma conosco la risposta.
            No, non ricordano.

            Li stupirebbe molto sapere
            che già da parecchio
            il caso stava giocando con loro.

            Non ancora del tutto pronto
            a mutarsi per loro in destino,
            li avvicinava, li allontanava,
            gli tagliava la strada
            e soffocando un risolino
            si scansava con un salto.

            Vi furono segni, segnali,
            che importa se indecifrabili.
            Forse tre anni fa
            o il martedì scorso
            una fogliolina volò via
            da una spalla all'altra?
            Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
            Chissà, era forse la palla
            tra i cespugli dell'infanzia?

            Vi furono maniglie e campanelli
            in cui anzitempo
            un tocco si posava sopra un tocco.
            Valigie accostate nel deposito bagagli.
            Una notte, forse, lo stesso sogno,
            subito confuso al risveglio.

            Ogni inizio infatti
            è solo un seguito
            e il libro degli eventi
            è sempre aperto a metà.
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              Scritta da: Marco Giannetti
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Di quanto stupore

              Di quanto stupore io posso ancora amarti, pioggia fuggita dal cielo?
              Di quanto stupore spigolo interminabile, in cerca d'un angolo d'infinito?
              T'avrei cercata se non fossi mai nata, t'avrei trovata nido d'acqua salata ad aspettarmi fiume, tra grano e ranocchi saltellanti di salti più alti del mio respiro.
              Di quanto stupore io posso ancora amarti, se ladra già rubi dell'amore parlano di te e ne tingi pareti e parole da cui dipendo e vivo?
              Di quanto stupore chino sulla notte ti osservo, cosicché, ogni cosa d'oggi ti possa volere?
              Di quanto stupore io posso ancora amarti pioggia fuggita dal cielo?
              Posso amarti pensiero di marzo?
              Posso amarti da riderne e piangere ancora.
              Composta martedì 9 dicembre 2014
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                La bambola blu

                Stamattina ho sognato che ritornavi e lasciavi una bambola
                blu a faccia in giù sulla trapunta di mia madre. Mi allungai
                per girarla, quando un liquido nero colò da una fessura del
                muro e sanguinò in una pozza che si apriva sotto il letto. La
                bambola aveva i capelli e il volto blu. L'afferrai per le caviglie
                e la scossi come il sonaglio di uno sciamano. La scossi
                con tale forza che la testa roteò e sentii rimorso.

                Mi alzai e legai i capelli. La mia vestaglia sfiorò il bordo
                d'acqua nera. Il naso cominciò a sanguinarmi, dapprima
                lentamente, poi gocce della grandezza di lacrime mi scivolarono
                sulla gola, tingendo il colletto e il corpino. Il mio vestito era quello
                della bambola blu. Camminai sull'acqua attraverso
                la parete nella foresta fino a una collinetta rocciosa.
                Mi tagliai un sentiero e salii a piedi nudi.

                Mi distesi a faccia in giù sulla cima, canticchiando la musica
                di un sole flautato. Non ero più arrabbiata. Non ero altro
                che lo spazio di una nota cantata da un tordo nel bosco.
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