Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Il sogno

Per nessun altro, amore, avrei spezzato
questo beato sogno.
Buon tema per la ragione,
troppo forte per la fantasia.
Sei stata saggia a svegliarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu così vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e storia le favole.
Entra tra queste braccia. Se ti sembrò
più giusto per me non sognare tutto il sogno,
ora viviamo il resto.

Come un lampo o un bagliore di candela
i tuoi occhi, non già il rumore, mi destarono.
Così (poiché tu ami il vero)
io ti credetti sulle prime un angelo.
Ma quando vidi che mi vedevi in cuore,
che conoscevi i miei pensieri meglio di un angelo,
quando interpretasti il sogno, sapendo
che la troppa gioia mi avrebbe destato
e venisti, devo confessare
che sarebbe stato sacrilegio crederti altro da te.

Il venire, il restare ti rivelò: tu sola.
Ma ora che ti allontani
dubito che tu non sia più tu.
Debole quell'amore di cui più forte è la paura,
e non è tutto spirito limpido e valoroso
se è misto di timore, di pudore, di onore.
Forse, come le torce
sono prima accese e poi spente, così tu fai con me.
Venisti per accendermi, vai per venire. E io
sognerò nuovamente
quella speranza, ma per non morire.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Io non mi sento italiano

    L'Italia è una repubblica democratica fondata... sulla pasta!

    Io G. G. sono nato e vivo a Milano.
    Io non mi sento italiano
    ma per fortuna o purtroppo lo sono.

    Mi scusi Presidente
    non è per colpa mia
    ma questa nostra Patria
    non so che cosa sia.
    Può darsi che mi sbagli
    che sia una bella idea
    ma temo che diventi
    una brutta poesia.
    Mi scusi Presidente
    non sento un gran bisogno
    dell'inno nazionale
    di cui un po' mi vergogno.
    In quanto ai calciatori
    non voglio giudicare
    i nostri non lo sanno
    o hanno più pudore.

    Io non mi sento italiano
    ma per fortuna o purtroppo lo sono.

    Mi scusi Presidente
    se arrivo all'impudenza
    di dire che non sento
    alcuna appartenenza.
    E tranne Garibaldi
    e altri eroi gloriosi
    non vedo alcun motivo
    per essere orgogliosi.
    Mi scusi Presidente
    ma ho in mente il fanatismo
    delle camicie nere
    al tempo del fascismo.
    Da cui un bel giorno nacque
    questa democrazia
    che a farle i complimenti
    ci vuole fantasia.

    Io non mi sento italiano
    ma per fortuna o purtroppo lo sono.

    Questo bel Paese
    pieno di poesia
    ha tante pretese
    ma nel nostro mondo occidentale
    è la periferia.

    Mi scusi Presidente
    ma questo nostro Stato
    che voi rappresentate
    mi sembra un po' sfasciato.
    È anche troppo chiaro
    agli occhi della gente
    che tutto è calcolato
    e non funziona niente.
    Sarà che gli italiani
    per lunga tradizione
    son troppo appassionati
    di ogni discussione.
    Persino in parlamento
    c'è un'aria incandescente
    si scannano su tutto
    e poi non cambia niente.

    Io non mi sento italiano
    ma per fortuna o purtroppo lo sono.

    Mi scusi Presidente
    dovete convenire
    che i limiti che abbiamo
    ce li dobbiamo dire.
    Ma a parte il disfattismo
    noi siamo quel che siamo
    e abbiamo anche un passato
    che non dimentichiamo.
    Mi scusi Presidente
    ma forse noi italiani
    per gli altri siamo solo
    spaghetti e mandolini.
    Allora qui mi incazzo
    son fiero e me ne vanto
    gli sbatto sulla faccia
    cos'è il Rinascimento.

    Io non mi sento italiano
    ma per fortuna o purtroppo lo sono.

    Questo bel Paese
    forse è poco saggio
    ha le idee confuse
    ma se fossi nato in altri luoghi
    poteva andarmi peggio.

    Mi scusi Presidente
    ormai ne ho dette tante
    c'è un'altra osservazione
    che credo sia importante.
    Rispetto agli stranieri
    noi ci crediamo meno
    ma forse abbiam capito
    che il mondo è un teatrino.
    Mi scusi Presidente
    lo so che non gioite
    se il grido "Italia, Italia"
    c'è solo alle partite.
    Ma un po' per non morire
    o forse un po' per celia
    abbiam fatto l'Europa
    facciamo anche l'Italia.

    Io non mi sento italiano
    ma per fortuna o purtroppo lo sono.

    Io non mi sento italiano
    ma per fortuna o purtroppo
    per fortuna o purtroppo
    per fortuna
    per fortuna lo sono.
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      Scritta da: Gaetano Toffali
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Sognando la religione

      Signore
      non credo non credo
      eppure sono qui
      davanti inginocchiato
      Ah se sapessi
      mi piacciono le contraddizioni
      per poter restare me stesso
      Sono uno stupido
      non occorre che te lo dica
      il meno riuscito
      dei tuoi figli
      Sono brutto sono un fallito
      eppure non ho nulla da chiederti,
      non voglio miracoli per me,
      mi accontento che il sole
      mi dica buongiorno.
      Signore, non sono qui
      per fare la ruota come un pavone
      ma neanche per battermi il petto
      domandando perdono.
      Io sono solo un bambino
      che piange e arranca e fatica.
      Io muoio su una croce diversa
      mordendo i chiodi
      e spingendo i piedi
      verso il basso a sentire
      l'erba che cresce.
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        Scritta da: Paolo P
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Francesca

        Venivi innanzi uscendo dalla notte
        recavi fiori in mano
        ora uscirai fuori da una folla confusa,
        da un tumulto di parole intorno a te.
        Io che ti avevo veduta fra le cose prime
        mi adirai quando sentii dire il tuo nome
        in luoghi volgari.
        Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero
        e che il mondo inaridisse come una foglia morta,
        o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via,
        per poterti ritrovare,
        sola.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Possibilità

          Preferisco il cinema.
          Preferisco i gatti.
          Preferisco le querce sul fiume Warta.
          Preferisco Dickens a Dostoevskij.
          Preferisco me che vuol bene alla gente
          a me che ama l'umanità.
          Preferisco avere sottomano ago e filo.
          Preferisco il colore verde.
          Preferisco non affermare
          che l'intelletto ha la colpa di tutto.
          Preferisco le eccezioni.
          Preferisco uscire prima.
          Preferisco parlare con i medici d'altro.
          Preferisco le vecchie illustrazione a tratteggio.
          Preferisco il ridicolo di scrivere poesie
          al ridicolo di non scriverne.
          Preferisco in amore gli anniversari non tondi,
          da festeggiare ogni giorno.
          Preferisco i moralisti
          che non mi promettono nulla.
          Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
          Preferisco la terra in borghese.
          Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
          Preferisco avere delle riserve.
          Preferisco l'inferno del caos all'inferno dell'ordine.
          Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
          Preferisco foglie senza fiori a fiori senza foglie.
          Preferisco i cani con la coda non tagliata.
          Preferisco gli occhi chiari, perché li ho scuri.
          Preferisco i cassetti.
          Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
          a molte pure qui non menzionate.
          Preferisco gli zeri alla rinfusa
          che non allineati in una cifra.
          Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
          Preferisco toccare ferro.
          Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
          Preferisco prendere in considerazione perfino la possibilità
          che l'essere abbia una sua ragione.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Del non leggere

            In libreria con l'opera di Proust
            non ti danno un telecomando,
            non puoi cambiare
            sulla partita di calcio
            o sul telequiz con in premio una Volvo.

            Viviamo più a lungo,
            ma con minor esattezza
            e con frasi più brevi.

            Viaggiamo più veloci, più spesso, più lontano
            e torniamo con foto invece di ricordi.
            Qui sono io con uno.
            Là, credo, è il mio ex.
            Qui sono tutti nudi,
            quindi di certo in spiaggia.

            Sette volumi - pietà.
            Non si potrebbe riassumerli, abbreviarli
            o meglio ancora mostrarli in immagini?
            Una volta hanno trasmesso un serial, La bambola,
            ma per mia cognata è di un altro che inizia con la P.

            E poi tra parentesi, chi mai era costui.
            Scriveva, dicono, a letto, per interi anni.
            Un foglio dopo l'altro,
            a velocità ridotta.
            Noi invece andiamo in quinta
            e - toccando ferro - stiamo bene.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Canto di chi rimane a casa

              Restare a casa è un ordine
              che non si discute,
              ma da adesso in poi dovremmo essere
              un poco più attenti a quelli che muoiono sul lavoro.
              lo so che ora il problema è non infettare gli altri,
              lo so che non è una banale influenza
              quella che ci sta attraversando,
              ma se dobbiamo temere la malattia
              dobbiamo temerla sempre,
              dobbiamo mettere pochi pesticidi nelle terre
              e le industrie pochi veleni nel cibo e nell'aria.
              e chi non è più amato
              non può più uccidere la sua amante,
              e si può essere ricchi
              solo se non ci sono poveri.
              Non voglio affiancarmi agli stupidi
              per ogni volta che dici qualcosa
              ti rispondo che il problema è un altro,
              dobbiamo chiedere che dal prossimo autunno,
              ogni governo, di destra o di sinistra,
              si ponga il problema che vendere sigarette è vendere tumori
              e vendere alcolici è vendere cirrosi.
              Ora più che mai è un dovere di tutti stare bene
              ma nel futuro deve essere anche un diritto:
              se un futuro governo, come quelli passati,
              toglierà soldi agli ospedali
              per destinarli alle spese militari
              sarà un governo di criminali.
              Composta sabato 21 marzo 2020
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