Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Bimba bruna e agile

Bimba bruna e agile, il sole che fa la frutta,
quello che rassoda il grano, quello che piega le alghe,
ha fatto il tuo corpo allegro, i tuoi occhi luminosi
e la tua bocca che ha il sorriso dell'acqua.

Un sole nero e ansioso ti si arrotola nei fili
della nera capigliatura, quando stendi le braccia.
Tu giochi col sole come un ruscello
e lui ti lascia negli occhi due pozze oscure.

Bimba bruna e agile, nulla mi avvicina a te.
Tutto da te mi allontana, come dal mezzogiorno.
Sei la delirante gioventù dell'ape,
l'ebbrezza dell'onda, la forza della spiga.

Il mio cuore cupo ti cerca, tuttavia,
e amo il tuo corpo allegro, la tua voce sciolta e sottile.
Farfalla bruna dolce e definitiva
come il campo dì frumento e il sole, il papavero e l'acqua.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    I giorni son sempre più brevi

    I giorni son sempre più brevi
    le piogge cominceranno.
    La mia porta, spalancata, ti ha atteso.
    Perché hai tardato tanto?

    Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane.
    Il vino che avevo conservato nella brocca
    l'ho bevuto a metà, da solo, aspettando.
    Perché hai tardato tanto?

    Ma ecco sui rami, maturi, profondi
    dei frutti carichi di miele.
    Stavano per cadere senz'essere colti
    se tu avessi tardato ancora un poco.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Johnny

      Oh, la valle in estate dove io e il mio John
      lungo il profondo fiume andavamo su e giù
      mentre i fiori nell'erba e gli uccelli nell'aria
      ragionavano dolci del reciproco amore,
      e io sulla sua spalla dicevo: "Su, giochiamo":
      ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.

      Oh, il venerdì ricordo, era sotto Natale,
      quando noi due andammo a quel ballo benefico,
      così liscia la pista e chiassosa l'orchestra,
      e Johnny così bello che ero così fiera;
      "Stringimi forte, Johnny, balliamo fino all'alba":
      ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.

      Scorderò mai la sera nel palco al gran galà
      quando pioveva musica da ogni ugola stupenda?
      Pendevano abbaglianti le perle e i diamanti
      da ogni abito di seta argentata o dorata:
      "Oh, Johnny, mi sento in cielo" io dissi in un bisbiglio:
      ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.

      Oh sì, ma era bello come un giardino in fiore,
      alto e slanciato come la grande Torre Eiffel,
      quando si spense il valzer sull'ampia promenade
      oh, quel sorriso e gli occhi mi andaron dritti al cuore;
      "Oh, caro Johnny, sposami, ti amerò e obbedirò":
      Ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.

      Oh, questa notte, Johnny, io ti ho sognato, amore,
      su un braccio avevi il sole e sull'altro la luna,
      tutto azzurro era il mare ed era verde l'erba,
      ogni stella agitava un tamburello tondo;
      io ero in un abisso giù a diecimila miglia:
      ma tu con un cipiglio di tuono te ne andavi.
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        Scritta da: Cheope
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Il torrente

        Tu così avventuroso nel mio mito,
        così povero sei fra le tue sponde.
        Non hai, ch'io veda, margine fiorito.
        Dove ristagni scopri cose immonde.

        Pur, se ti guardo, il cor d'ansia mi stringi,
        o torrentello.
        Tutto il tuo corso è quello
        del mio pensiero, che tu risospingi
        alle origini, a tutto il fronte e il bello
        che in te ammiravo; e se ripenso i grossi
        fiumi, l'incontro con l'avverso mare,
        quest'acqua onde tu appena i piedi arrossi
        nudi a una lavandaia,
        la più pericolosa e la più gaia,
        con isole e cascate, ancor m'appare;
        e il poggio da cui scendi è una montagna.

        Sulla tua sponda lastricata l'erba
        cresceva, e cresce nel ricordo sempre;
        sempre è d'intorno a te sabato sera;
        sempre ad un bimbo la sua madre austera
        rammenta che quest'acqua è fuggitiva,
        che non ritrova più la sua sorgente,
        né la sua riva; sempre l'ancor bella
        donna si attrista, e cerca la sua mano
        il fanciulletto, che ascoltò uno strano
        confronto tra la vita nostra e quella
        della corrente.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Apro la sigaretta
          come fosse una foglia di tabacco
          e aspiro avidamente
          l'assenza della tua vita.

          È così bello sentirti fuori,
          desideroso di vedermi
          e non mai ascoltato.

          Sono crudele, lo so,
          ma il gergo dei poeti è questo:
          un lungo silenzio acceso
          dopo un lunghissimo bacio.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Per mare

            Nel più alto punto
            dove scienza è oblìo d'ogni sapere
            e certezza, mi dicono,
            certezza irrefutabile venuta incontro

            o nel tempo appeso a un filo
            d'un riacquisto d'infanzia,

            tra sonno e veglia, tra innocenza e colpa,

            dove c'è e non c'è opera nostra voluta e scelta.

            "La salute della mente
            è là" dice una voce
            con cui contendo da anni,
            una voce che ora è di sirena.

            Si naviga tra Sardegna e Corsica.
            C'è un po' di mare
            e la barca appruata scarricchia.
            L'equipaggio dorme. Ma due
            vegliano nella mezzaluce della plancia.
            È passato agosto; Siamo alla rottura dei tempi.
            È una notte viva.
            Viva più di questa notte,
            viva tanto da serrarmi la gola
            è la muta confidenza
            di quelli che riposano
            si curi in mano d'altri
            e di questi che non lasciano la manovra e il calcolo

            mentre pregano per i loro uomini in mare
            da un punto oscuro della costa, mentre arriva
            dalla parte del Rodano qualche raffica.
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              Scritta da: Antonella Marotta
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Ora che non mi dici niente, ora
              che non mi fai godere né soffrire,
              tu sei la consueta dei miei giorni.
              Assomigli ad un lago tutto uguale
              sotto un cielo di latta tutto uguale.
              Assonnato mi muovo sulla riva.
              Non voglio non desider, neppure
              penso.
              Mi tocco per sentir se sono.
              È l'essere e il non esser, come l'acqua
              e il cielo di quel lago si confondono.
              Diventa il mio dolore quel d'un altro
              e la vita non è né lieta né triste.
              T'odio, compagna assidua dei miei giorni,
              che alla vita non mi sottrai, facendomi
              come il sonno una cosa inanimata,
              ma me la lasci solo rasentare.
              Poiché son rassegnato a viver, voglio
              che ad ogni ora del dì mi pesi sopra,
              mi tocchi nella mia carne vitale.
              Voglio il Dolore che m'abbranchi forte
              e collochi nel centro della Vita.
              Ora che non mi dici niente, ora
              che non mi fai godere né soffrire,
              io rassegnato aspetto che tu passi.
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