Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Alba

Odoravano i fior di vitalba
per via, le ginestre nel greto;
aliavano prima dell'alba
le rondini nell'uliveto.
Aliavano mute con volo
nero, agile, di pipistrello;
e tuttora gemea l'assiolo,
che già spincionava il fringuello.
Tra i pinastri era l'alba che i rivi
mirava discendere giù:
guizzò un raggio, soffiò su gli ulivi;
virb... disse una rondine; e fu
giorno: un giorno di pace e lavoro,
che l'uomo mieteva il suo grano,
e per tutto nel cielo sonoro
saliva un cantare lontano.
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    Scritta da: Giacomo V
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Il mio cuore

    Il mio cuore è una rossa
    macchia di sangue dove
    io bagno senza possa
    la penna, a dolci prove

    eternamente mossa.
    E la penna si muove
    e la carta s'arrossa
    sempre a passioni nove.

    Giorno verrà: lo so
    che questo sangue ardente
    a un tratto mancherà,

    che la mia penna avrà
    uno schianto stridente...
    ... e allora morirò.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Venere Anadiomene

      Come da un verde feretro di latta, una testa
      Dai bruni capelli esageratamente impomatati
      Da una vecchia tinozza emerge, lenta e ottusa,
      Con qualche deficienza piuttosto malmessa;

      e il collo grasso e grigio, le scapole larghe
      Sporgenti; il dorso corto che rientra ed esce;
      e i fianchi tondi che sembrano spiccar il volo;
      Il grasso sotto la pelle appare in piatte falde;

      La schiena è un po' rossa; e tutto ha un odore
      Stranamente orrendo; si notano soprattutto
      Cose singolari da osservare con la lente...

      Le reni hanno incise due parole: Clara Venus;
      e tutto questo corpo si muove e porge l'ampia groppa
      Schifosamente bella per un'ulcera all'ano.
      Composta martedì 13 ottobre 2009
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        Scritta da: Elisa Iacobellis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Il pescatore

        L'acqua frusciava, l'acqua cresceva,
        un pescatore stava sulla riva,
        tranquillo, intento solo alla sua lenza,
        ed era tutto freddo, anche nel cuore.
        E mentre siede e ascolta,
        si apre la corrente:
        dall'acqua smossa affiora
        una donna grondante.
        A lui essa cantava, a lui parlava:
        "Perché tu attiri con astuzia umana,
        con umana malizia, la mia specie
        su alla luce che la ucciderà?
        Ah, se sapessi come son felici
        i miei piccoli pesci là sul fondo,
        anche tu scenderesti, come sei,
        e solo là ti sentiresti sano.
        Non si ristora forse il dolce sole
        nel mare, e così anche la luna?
        Il loro volto, respirando l'onda,
        non risale più bello?
        Non ti alletta il cielo profondo,
        l'azzurro che nell'acqua trascolora?
        E il tuo volto stesso non ti chiama
        quaggiù, nell'immutabile rugiada? ".
        L'acqua frusciava l'acqua cresceva,
        e a lui lambiva il piede.
        Il cuore si gonfiò di nostalgia,
        come al saluto della sua amata.
        A lui essa cantava, a lui parlava,
        e per lui fu finita:
        un po' lei lo attirava, un po' lui scese,
        e non fu più veduto.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Natale

          La pecorina di gesso,
          sulla collina in cartone,
          chiede umilmente permesso
          ai Magi in adorazione.

          Splende come acquamarina
          il lago, freddo e un po' tetro,
          chiuso fra la borraccina,
          verde illusione di vetro.

          Lungi nel tempo, e vicino,
          nel sogno (pianto e mistero)
          c'è accanto a Gesù Bambino,
          un bue giallo, un ciuco nero.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Ora che sei venuta

            Ora che sei venuta,
            che con passo di danza sei entrata
            nella mia vita
            quasi folata in una stanza chiusa –
            a festeggiarti, bene tanto atteso,
            le parole mi mancano e la voce
            e tacerti vicino già mi basta.

            Il pigolìo così che assorda il bosco
            al nascere dell'alba, ammutolisce
            quando sull'orizzonte balza il sole.

            Ma te la mia inqietitudine cercava
            quando ragazzo
            nella notte d'estate mi facevo
            alla finestra come soffocato:
            che non sapevo, m'affannava il cuore.
            E tutte tue sono le parole
            che, come l'acqua all'orlo che trabocca,
            alla bocca venivano da sole,

            l'ore deserte, quando s'avanzavan
            puerilmente le mie labbra d'uomo
            da sé, per desiderio di baciare....
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Estasi di S. Luigi Gonzaga

              Coi ginocchi piegati
              sul primo dei tre gradini dell'Altare,
              Dio dell'innocenza
              io Ti chiedo al mio amplesso.
              Non tarderanno a sorprendermi
              braccia d'incensi mistici ondeggianti
              al sommo delle mie chiaroveggenze.
              Né mancheranno i grappoli nevosi
              delle Tue leggiadrissime abbondanze
              al mio secco palato.
              Ti vedo, Estasi ripida dell'oro,
              flusso di gemma alzata all'agonia:
              Il Tuo Unico Senso
              occhieggia misterioso e ineluttabile
              dietro cieca persiana.
              E Ti canto in segreto
              spiccando gigli e spade dalla gola
              ch'esita a rivelarsi
              in tutta la sua ampiezza prodigiosa.
              Ah, Dio dei miei miracoli segreti:
              vengo a nutrire della mia presenza
              il seme di Misura
              che m'appartiene e indugia nel Tuo palmo.
              Quando germoglierà la mia Figura?
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