Poesie d'Autore migliori


in Poesie (Poesie d'Autore)
Ricordo com'eri l'autunno scorso.
Eri il basco grigio e il cuore quieto.
Nei tuoi occhi lottavano i bagliori del crepuscolo.
E le foglie cadevano sull'acqua della tua anima.

Aggrappata alle mie braccia come un rampicante,
le foglie raccoglievano la tua voce lenta e calma.
Falò di stupore in cui la mia sete bruciava.
Dolce giacinto azzurro curvato sulla mia anima.

Sento vagare il tuo sguardo e l'autunno è lontano:
basco grigio, voce d'uccello e cuore famigliare
dove migravano i miei desideri profondi
e cadevano i miei baci allegri come braci.

Cielo dalla nave. Campo dai colli.
Il tuo ricordo è di luce, di fumo e di stagno quieto!
Oltre i tuoi occhi ardevano i tramonti.
Foglie secche d'autunno giravano nella tua anima.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Lasciando alcuni amici di prima mattina

    D'oro una penna datemi, e lasciate
    che in limpidi e lontane regioni
    sopra mucchi di fiori io mi distenda;
    portatemi più bianca di una stella
    o di una mano d'angelo inneggiante
    quando fra corde argentee la vedi
    di arpe celesti, un'asse per scrittoio;
    e lasciate lì accanto correr molti
    carri color di perla, vesti rosa,
    e chiome a onda, e vasi di diamante,
    e ali intraviste, e sguardi penetranti.
    Lasciate intanto che la musica erri
    ai miei orecchi d'intorno; e come quella
    ogni cadenza deliziosa tocca,
    lasciate che io scriva un verso pieno
    di molte meraviglie delle sfere,
    splendido al suono: con che altezze in gara
    il mio spirito venne! Nè contento
    è di restare così presto solo.
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      Scritta da: Elisa Iacobellis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Nella sua fiamma...

      Nella sua fiamma mortale la luce ti avvolge.
      Assorta, pallida, dolente, adagiata così
      contro le antiche spirali del crepuscolo
      che intorno a te gira.

      Muta, amica mia,
      sola nella solitudine di quest'ora di morte
      e piena delle tante vite del fuoco,
      erede pura del giorno distrutto.

      Dal sole cade un grappolo sul tuo vestito scuro.
      Le grandi radici della notte
      crescono improvvise dalla tua anima,
      e riaffiorano in superficie le cose in te celate,
      così che un popolo pallido e azzurro
      da te appena generato si nutre.

      Oh solenne e feconda e magnetica schiava
      del cerchio che in nero e oro succede:
      fiera, cerca e trova una creazione tanto viva
      che i suoi fiori soccombono, e di tristezza è piena.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Scalpitio

        Si sente un galoppo lontano
        (è la...? ),
        che viene, che corre nel piano
        con tremula rapidità.
        Un piano deserto, infinito;
        tutto ampio, tutt'arido, eguale:
        qualche ombra d'uccello smarrito,
        che scivola simile a strale:
        non altro. Essi fuggono via
        da qualche remoto sfacelo;
        ma quale, ma dove egli sia,
        non sa né la terra né il cielo.
        Si sente un galoppo lontano
        più forte,
        che viene, che corre nel piano:
        la Morte! La Morte! La Morte!
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Talvolta la mia gioia

          Talvolta
          la mia gioia
          ti spaventa
          amore mio
          nasce dal nulla
          e si nutre di poco
          di larve invisibili
          che il vento trasporta
          di frammenti di paura
          che si fondono in tepore
          di briciole di serenità
          cadute
          dalla mensa dei poveri
          di un raggio di sole
          che risveglia lucciole
          addormentate
          in gocce di rugiada
          se mi ami
          amore mio
          perdona la mia gioia.
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            Scritta da: mor-joy
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Dolore di bambino

            Mia madre gemette, mio padre pianse,
            nel periglioso mondo balzai,
            impotente, nudo, lamentandomi forte,
            come un fantasma nascosto in una nube.

            Lottando nelle mani di mio padre,
            agitandomi contro le bende che dovevano avvolgermi,
            legato e stanco, ritenni la cosa migliore
            il ripiegarmi sul petto di mia Madre.
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