Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Marilù Rossi
in Poesie (Poesie d'Autore)

Alchimia d'amore

Chi più di me ha scavato nel profondo la miniera d'Amore,
dice, dove risiede il centro della sua felicità:
ho amato, ho conquistato e detto,
ma se dovessi amare, conquistare e dire, finché non sarò vecchio,
non potrei mai comprendere quel nascosto mistero;
oh, non è che impostura tutto quanto:
e come nessun alchimista ha potuto scoprire l'Elisir,
ma ugualmente glorifica il suo fecondo vaso
se per caso gli accade di scoprire
qualche odorosa sostanza, o nuova medicina,
così gli amanti sognano un godimento ricco e prolungato,
ma non trovano altro che una notte estiva simile all'inverno.
La nostra pace, il denaro, l'onore e il nostro giorno,
questo noi pagheremo, per questa vana ombra di una bolla d'aria?
In questo ha fine amore, che ogni uomo
può essere felice come me se può sostenere
la breve vergogna di una farsa nuziale?
Quell'infelice amante che afferma
non essere i corpi a sposarsi, ma solo gli spiriti,
e che pretende trovare in lei un Angelo,
in egual modo esatto parlerebbe dicendo di udire
nel quotidiano e rozzo strimpellare roco il suono delle celesti sfere.
Non sperare che la donna possegga intelligenza, al massimo
ha estro e dolcezza, e non è, una volta posseduta, altro che vuota forma.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Dalla spiaggia

    C'è sopra il mare tutto abbonacciato
    il tremolare quasi d'una maglia:
    in fondo in fondo un ermo colonnato,
    nivee colonne d'un candor che abbaglia:
    una rovina bianca e solitaria,
    là dove azzurra è l'acqua come l'aria:
    il mare nella calma dell'estate
    ne canta tra le sue larghe sorsate.
    O bianco tempio che credei vedere
    nel chiaro giorno, dove sei vanito?
    Due barche stanno immobilmente nere,
    due barche in panna in mezzo all'infinito.
    E le due barche sembrano due bare
    smarrite in mezzo all'infinito mare;
    e piano il mare scivola alla riva
    e ne sospira nella calma estiva.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Kinsey Keene

      Ascoltate, Thomas Rhodes, presidente della banca;
      Coolbaugh Whedon, direttore dell'"Argo";
      Reverendo Peet, pastore della prima chiesa;
      A. D. Blood, più volte sindaco di Spoon River;
      e finalmente voi tutti, membri dell'Associazione del Buon Costume —
      ascoltate le parole di Cambronne morituro,
      ritto con gli eroici superstiti
      della guardia di Napoleone a Mont Saint-Jean
      sul campo di battaglia di Waterloo,
      quando Maitland, l'inglese, gridò loro:
      "Arrendetevi, prodi Francesi! " —
      là sul finir del giorno, quando la battaglia fu irrimediabilmente perduta,
      e orde d'uomini che non eran più l'esercito
      del grande Napoleone
      si agitavano sul campo come brandelli laceri
      di nuvole tonanti nella tempesta.
      Ebbene, ciò che Cambronne disse a Maitland
      prima che il fuoco inglese spianasse il ciglio della collina
      contro la luce morente del giorno,
      io dico a voi, e a tutti voi,
      e a te, universo.
      E v'incarico di scolpirlo.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Sospiro

        L'anima verso la tua fronte, o calma sorella,
        dove sogna un autunno sparso di macchie di porpora
        e verso il cielo errabondo delle tue iridi
        angeliche, sale, come in un malinconico
        giardino, fedele un bianco zampillo sospira
        verso l'Azzurro!
        - Verso l'Azzurro raddolcito d'Ottobre
        pallido e puro che specchia il suo languore infinito
        ai grandi bacini e lascia, sull'acqua morta
        dov'erra col vento la fulva agonia delle foglie
        scavando un gelido solco, trascinarsi
        il sole giallo con obliquo raggio.
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          Scritta da: Marianna Mansueto
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Il sorriso

          C'è un sorriso d'amore,
          e c'è un sorriso della seduzione,
          un sorriso c'è dei sorrisi
          dove si incontrano quei due sorrisi.

          C'è un aggrottamento dell'odio
          e c'è un aggrottamento del disdegno,
          ed un aggrottamento c'è degli aggrottamenti
          di cui invano tentate di scordarvi,

          Poiché a fondo nel profondo del cuore penetra,
          e affonda nelle midolla delle ossa-
          e mai nessun sorriso fu sorriso,
          ma solo quel sorriso solo,

          sorriso che dalla culla alla fossa
          sorridere si può una volta una sola;
          quando è sorriso
          ha fine ogni miseria.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Resurrezione di Cristo

            Perché ancora alla mente
            traccia sopporto corporale d'ieri,
            premere con la mano ritemprata
            questo sasso mi è dolce
            come a provare il fascino di Dio.
            Rivedrò i lutti, ovali
            miracolosi delle donne spente
            nel mio dritto abbandono.
            E il volto di Maria
            risuonerà nelle sue note piene.
            La terra era pur dolce
            al mio lento sviluppo
            e più cara che all'uomo se la fine
            mi sollevava dalla riprensione.
            Per cadenzare armonico il mio passo
            sopra la sabbia, vale ch'io risorga.
            Composta giovedì 7 aprile 2016
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Confessione

              Tu mi domandi per sempre,
              ma io non ho vita continua;
              ti nutrirei di attimi soltanto.
              Sono l'apparizione che dilegua,
              e il tempo che intercorre fra due tappe
              è una tregua a favore della morte.
              Io vivo nello spazio di un amplesso:
              tu stesso mi maturi senza accorgerti
              sotto il tepore delle tue carezze...
              Ma ti confesso, e credimi:
              non c'è forma di donna che continui,
              dentro di me, il rovescio dell'amante.
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                Scritta da: Gabriella Stigliano
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Destandomi all'alba ho trovato la sua lettera.
                Non so che dica, perché leggere non so.
                Lascerò il savio, solo cò suoi libri, senza
                turbarlo: chi sa mai s'egli possa leggervi dentro?

                Io me la vò posare sulla fronte, io me
                la vò premere sul cuore.
                Quando la notte placida s'inoltr e sorgano
                le stelle ad una ad una, io me la spiegherò
                sul grembo, e rimarrò in silenzio.
                Ad alta voce me la leggeranno stormendo le foglie,
                me la intonerà la correntìa
                del torrente, e le sette stelle veggenti me
                la canteranno dal cielo.

                Non riesco a trovare quel che cerco;
                non posso comprendere ciò che sapere vorrei;
                ma questo messaggio non letto mi ha già reso
                più lieve ed ha cambiato in cantici i miei pensieri.
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