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in Poesie (Poesie d'Autore)

Eleanor

Le sere d' autunno mi ricordano te
I boschi giacciono bui, il giorno si scolora
ai bordi dei colli in rosse aureole.
In un casolare vicino piange un bimbo.
Il vento se ne va a passi tardi
attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie.

Poi sale, abituata ormai da lungo ai torbidi sguardi,
l'estranea solitaria falce di luna
con la sua mezza luce da terre sconosciute.
Se ne va fredda, indifferente, per il suo sentiero.
La sua luce avvolge il bosco, il canneto, lo stagno e il
sentiero
con pallido alone melanconico.

Anche d'inverno in notti senza luce
quando alle finestre vorticano danze di fiocchi
e il vento tempestoso, ho spesso l'impressione di
guardarti.
Il piano intona con forza ingannevole
e la tua profonda e cupa voce di contralto
mi parla al cuore. Tu la più crudele delle belle donne.

La mia mano afferra alle volte la lampada
e la sua luce tenue posa sulla larga parete.
Dalla antica cornice la tua immagine oscura guarda
mi conosce bene e mi sorride, stranamente.
Ma io ti bacio mani e capelli
e sussurro il tuo nome.
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    Scritta da: Marilù Rossi
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Alchimia d'amore

    Chi più di me ha scavato nel profondo la miniera d'Amore,
    dice, dove risiede il centro della sua felicità:
    ho amato, ho conquistato e detto,
    ma se dovessi amare, conquistare e dire, finché non sarò vecchio,
    non potrei mai comprendere quel nascosto mistero;
    oh, non è che impostura tutto quanto:
    e come nessun alchimista ha potuto scoprire l'Elisir,
    ma ugualmente glorifica il suo fecondo vaso
    se per caso gli accade di scoprire
    qualche odorosa sostanza, o nuova medicina,
    così gli amanti sognano un godimento ricco e prolungato,
    ma non trovano altro che una notte estiva simile all'inverno.
    La nostra pace, il denaro, l'onore e il nostro giorno,
    questo noi pagheremo, per questa vana ombra di una bolla d'aria?
    In questo ha fine amore, che ogni uomo
    può essere felice come me se può sostenere
    la breve vergogna di una farsa nuziale?
    Quell'infelice amante che afferma
    non essere i corpi a sposarsi, ma solo gli spiriti,
    e che pretende trovare in lei un Angelo,
    in egual modo esatto parlerebbe dicendo di udire
    nel quotidiano e rozzo strimpellare roco il suono delle celesti sfere.
    Non sperare che la donna possegga intelligenza, al massimo
    ha estro e dolcezza, e non è, una volta posseduta, altro che vuota forma.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Dalla spiaggia

      C'è sopra il mare tutto abbonacciato
      il tremolare quasi d'una maglia:
      in fondo in fondo un ermo colonnato,
      nivee colonne d'un candor che abbaglia:
      una rovina bianca e solitaria,
      là dove azzurra è l'acqua come l'aria:
      il mare nella calma dell'estate
      ne canta tra le sue larghe sorsate.
      O bianco tempio che credei vedere
      nel chiaro giorno, dove sei vanito?
      Due barche stanno immobilmente nere,
      due barche in panna in mezzo all'infinito.
      E le due barche sembrano due bare
      smarrite in mezzo all'infinito mare;
      e piano il mare scivola alla riva
      e ne sospira nella calma estiva.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Kinsey Keene

        Ascoltate, Thomas Rhodes, presidente della banca;
        Coolbaugh Whedon, direttore dell'"Argo";
        Reverendo Peet, pastore della prima chiesa;
        A. D. Blood, più volte sindaco di Spoon River;
        e finalmente voi tutti, membri dell'Associazione del Buon Costume —
        ascoltate le parole di Cambronne morituro,
        ritto con gli eroici superstiti
        della guardia di Napoleone a Mont Saint-Jean
        sul campo di battaglia di Waterloo,
        quando Maitland, l'inglese, gridò loro:
        "Arrendetevi, prodi Francesi! " —
        là sul finir del giorno, quando la battaglia fu irrimediabilmente perduta,
        e orde d'uomini che non eran più l'esercito
        del grande Napoleone
        si agitavano sul campo come brandelli laceri
        di nuvole tonanti nella tempesta.
        Ebbene, ciò che Cambronne disse a Maitland
        prima che il fuoco inglese spianasse il ciglio della collina
        contro la luce morente del giorno,
        io dico a voi, e a tutti voi,
        e a te, universo.
        E v'incarico di scolpirlo.
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          Scritta da: Francesca Fontana
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io

          Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io
          fossimo presi per incantamento,
          e messi in un vasel ch'ad ogni vento
          per mare andasse al voler vostro e mio,

          sì che fortuna od altro tempo rio
          non ci potesse dare impedimento,
          anzi, vivendo sempre in un talento,
          di stare insieme crescesse 'l disio.

          E monna Vanna e monna Lagia poi
          con quella ch'è sul numer de le trenta
          con noi ponesse il buono incantatore:

          e quivi ragionar sempre d'amore,
          e ciascuna di lor fosse contenta,
          sì come i' credo che saremmo noi.
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            Scritta da: Marianna Mansueto
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            "Addormentarsi adesso
            svegliarsi tra cento anni, amor mio..."

            "No,
            non sono un disertore.
            Del resto, il mio secolo non mi fa paura
            il mio secolo pieno di miserie e di scandali
            il mio secolo coraggioso grande ed eroico.
            Non ho mai rimpianto d'esser venuto al mondo troppo presto
            sono del ventesimo secolo e ne son fiero.
            Mi basta esser là dove sono, tra i nostri,
            e battermi per un mondo nuovo..."
            "Tra cento anni, amor mio..."
            "No,
            prima e malgrado tutto.
            Il mio secolo che muore e rinasce
            il mio secolo
            i cui ultimi giorni saranno belli
            la mia terribile notte lacerata dai gridi dell'alba
            il mio secolo splenderà di sole, amor mio
            come i tuoi occhi..."
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Resurrezione di Cristo

              Perché ancora alla mente
              traccia sopporto corporale d'ieri,
              premere con la mano ritemprata
              questo sasso mi è dolce
              come a provare il fascino di Dio.
              Rivedrò i lutti, ovali
              miracolosi delle donne spente
              nel mio dritto abbandono.
              E il volto di Maria
              risuonerà nelle sue note piene.
              La terra era pur dolce
              al mio lento sviluppo
              e più cara che all'uomo se la fine
              mi sollevava dalla riprensione.
              Per cadenzare armonico il mio passo
              sopra la sabbia, vale ch'io risorga.
              Composta giovedì 7 aprile 2016
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Pioggia

                Un'orchestra sinfonica.
                Scoppia un temporale,
                stanno suonando un'ouverture di Wagner
                la gente lascia i posti sotto gli alberi
                e si precipita nel padiglione
                le donne ridendo, gli uomini ostentatamente calmi,
                sigarette bagnate che si buttano via,
                Wagner continua a suonare, e poi sono tutti
                al coperto. Vengono persino gli uccelli dagli alberi
                ed entrano nel padiglione e poi c'è la Rapsodia
                Ungherese n. 2 di Lizst, e piove ancora, ma guarda,
                un uomo seduto sotto la pioggia
                in ascolto. Il pubblico lo nota. Si voltano
                a guardare. L'orchestra bada agli affari
                suoi. L'uomo siede nella notte nella pioggia,
                in ascolto. Deve avere qualcosa che non va,
                no?
                È venuto a sentire
                la musica.
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