La morte nel cuore

La morte nel cuore
che cos'è adesso questo dolore che sento?
La morte del cuore
è il freddo delle tue parole
è la fine del nostro amore!
La gioia nel cuore
era il nostro amore
o forse solo nel mio
ma come faccio adesso mio Dio?
La forza nel cuore
che cos'è adesso questo calore che sento?
No... non è tornato il tuo amore
è la forza del mio dolore!
Ma non riuscirai anche questa volta a strapparmi il cuore!
L'amore sboccerà ancora certo non ora
ma il fiore della speranza si fa strada in questa stanza
e crescerà lontano da te! Di te ne ho abbastanza!
Di amore vero io ne voglio ancora e in abbondanza!
Vattene dall'ennesimo nuovo grande amore della tua vita
tanto lo so che non è finita
tornerai ancora da me e mi dirai
no! Come te io nessuna amai!
Spero solo che non sia troppo tardi ormai
quando te ne accorgerai
e forse finalmente capirai quanto infinitamente io ti amai!
Anonimo
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    Quando la mente ed il cuore
    si svegliano, e con bambino stupore
    si accorgono del mondo
    che è dato
    (fuori e dentro di sè)...
    Non cercare le risposte.
    Nei libri, nei maestri,
    non cercare le risposte.
    Nei libri, nei maestri (in te)
    cerca le domande.
    Perché sono le domande
    che ciascuno porta in cuore
    ciò che vale.
    La passione della vita,
    che cresce e matura,
    è tenere deste le domande,
    mai dimenticarle,
    mai perderle.
    Segui chi sa fare le domande.
    Di domanda in domanda,
    fino alla domanda
    più grande del tuo cuore.
    Anonimo
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      Preghiera a Padre Pio

      Oh Padre Pio!
      Vorrei tanto sentire il tuo profumo di rose e viole,
      vorrei sentire la tua mano sulla spalla,
      vorrei sentire la tua voce soave.
      Ma solo pregando e amandoti mi potrò sentire al tuo fianco.
      Oh Padre Pio mio diletto:
      Ascolta le parole di un figlio non perfetto,
      che con tanto amore e sincerità
      cerca di pregare e farsi perdonare per sentirsi protetto al tuo fianco con amore;
      un umile peccatore.
      Anonimo
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        Scritta da: Chiara Anonimo

        Mi dispiace

        Mi dispiace per ogni silenzio oppressore...
        Mi dispiace per ogni ora infernale...
        Mi dispiace per ogni volta che i tuoi occhi diventano rossi a causa mia...
        Mi dispiace per ogni lacrima da te versata...
        Mi dispiace per ogni secondo passato ad odiarmi...
        Mi dispiace per ogni attimo di tacita sofferenza...
        Mi dispiace per tutto...
        Ma grazie di esistere...
        Anonimo
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          Scritta da: A B
          Come foglie...
          agitate dal sopraggiungere del vento,
          malinconiche in quest'ultima danza di vita,
          sono i miei pensieri.
          Nell'attesa di staccarsi dal loro sicuro ancoraggio,
          un brivido muto le fa svolazzare sbarazzine
          per planare silenziosamente a coprire la terra.
          Come foglie i miei pensieri...
          si adagiano su questo foglio
          nell'attesa di ingiallire
          come antica sapienza.
          Anonimo
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            Unica

            Unica,
            sentir vorrebbe
            ogni ragazza;
            perché ostinarsi
            ad usare lo stesso vestito?

            C'è chi misura le parole
            pensando di aver chiara ogni cosa,
            chi osserva un tuo gesto
            convinta di trovare
            la chiave del tuo mistero,
            indugiano sul tuo sguardo
            con la speranza di leggere
            il tuo pensiero.

            BASTA!
            GUARDAMI NEGLI OCCHI!

            Vorresti farlo così forte
            da farle sentire
            la puzza del tuo dolore.

            Poi ti fermi...
            contro uno specchio
            ti accorgi di urlare,

            uno specchio che ti giudica
            passando dai tuoi occhi
            e calpestando il tuo cuore.
            Anonimo
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              Scritta da: Elisabetta

              Il passero ferito

              Era d'agosto. Un povero uccelletto
              ferito dalla fionda di un maschietto
              andò, per riposare l'ala offesa
              sulla finestra aperta di una chiesa.

              Dalle tendine del confessionale
              il parroco intravide l'animale
              ma, pressato da molti peccatori
              che pentirsi dovean dei loro errori
              rinchiuse le tendine immantinente
              e si rimise a confessar la gente.

              Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
              diceva ogni fedele le preghiere,
              una donna, notato l'uccelletto,
              lo prese, e al caldo se lo mise in petto.

              Ad un tratto improvviso un cinguettio
              ruppe il silenzio: cìo, cìo, cìo, cìo.

              Rise qualcuno, e il prete, a quel rumore
              il ruolo abbandonò di confessore;
              scuro nel volto, peggio della pece
              s'arrampicò sul pulpito, poi fece:
              "Fratelli, chi ha l'uccello, per favore
              vada fuori dal tempio del Signore".

              I maschi, un po' stupiti a tali parole,
              lesti s'accinsero ad alzar le suole,
              ma il prete a quell'errore madornale,
              "Fermi, gridò, mi sono espresso male!
              Rientrate tutti e statemi a sentire:
              sol chi ha preso l'uccello deve uscire!"

              A testa bassa, la corona in mano,
              cento donne s'alzarono piangendo.
              Ma, mentre se n'andavano di fuora
              il prete rigridò: "Sbagliato ho ancora;
              rientrate tutte quante, figlie amate,
              che io non volevo dir quel che pensate!"

              Poi riprese; "Già dissi e torno a dire
              che chi ha preso l'uccello deve uscire.
              Ma mi rivolgo, a voce chiara e tesa,
              soltato a chi l'uccello ha preso in chiesa!"

              A tali detti, nello stesso istante,
              le monache s'alzaron tutte quante;
              quindi col viso pieno di rossore
              lasciarono la casa del Signore.

              "Oh Santa Vergine! - esclamò il buon prete -
              Sorelle orsù rientrate e state quiete,
              poiché voglio concludere, o signori,
              la serie degli equivoci ed errori;
              perciò, senza rumori, piano piano,
              esca soltato chi ha l'uccello in mano".

              Una fanciulla con il fidanzato,
              ch'eran nascosti in un angolo appartato
              dentro una cappelletta laterale,
              poco mancò che si sentisser male.
              Quindi lei sussurrò col viso smorto
              "che ti dicevo, hai visto? Se n'è
              accorto!"
              Anonimo
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                Scritta da: Luca Sgreccia

                Grazie

                Con te
                ore irripetibili e indimenticabile ho trascorso
                quasi cm in un sogno
                per giorni e giorni
                senza pensare al futuro
                senza pensare al passato
                e senza pensare al presente
                poi mi ritrovo qui
                scaraventato di nuovo in questa triste realtà
                qui dove niente è più un sogno
                qui dove niente ha più un senso
                qui dove c'è solo un ricordo
                e ora...
                penso al passato
                e il vuoto mi circonda...
                io che non avevo rimpianti
                io che sognavo con te ad occhi aperti
                io che ero solo un illuso
                io... ti ringrazio
                per merito tuo adesso so cosa vuol dire soffrire
                so cosa si prova ad avere dei rimpianti
                ad avere dei sogni infranti
                so cosa vuol dire essere privati di ogni certezza
                Grazie.
                Anonimo
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