Scritta da: F4B10Z
in Poesie (Poesie personali)
Pelle sulla pelle,
profumo fra le dita,
calore che scioglie il cuore.
Amore.
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Pelle sulla pelle,
profumo fra le dita,
calore che scioglie il cuore.
Amore.
Sento il soffio del vento sulla pelle.
È gelido, mi potrebbe trafiggere...
Non lo senti?
Le foglie d'autunno cadono sulla pelle
come danzando a ritmo di un silenzio assordante
Non lo senti?
Acqua fredda cade sulla pelle...
il mio respiro sta cambiando, il cuore si addormenta, il mio colore si trasforma...
tutto sta cambiando
La luce del sole nasconde dietro il buio del tuo cuore...
Il contrario del tuo rosso... Il riflesso dell'infinito...
Con un brivido che sembra quasi felicità...
I pensieri ci stravolgono l'anima... Guardiamo quella strada affollata...
Ombre che vengono verso noi... E poi scompaiono...
Segui la mia stessa strada... Non ti stancare mai...
Tutto questo ci travolge
Non credi?
Davanti ai miei occhi,
occhi increduli,
occhi tremanti,
occhi che hanno appena visto un corpo inerme,
ho visto la persona che amo di più morire,
tremo come una foglia,
ho paura,
ho freddo,
certo non quanto te,
-Non voglio vederti morire! -
gridai, tutto inutile,
ti vendicherò.
Tra gli alberi, il vento in quel viottolo...
le foglie a velocità mi sfiorano la schiena...
quasi a spingermi, quasi a darmi uno stimolo in più...
è questo che penso, con gli occhi che non vedon più i passi...
le imploro il perdono e vado via...
è questo che penso... ma son già di ritorno...
l'orgoglio corre più del vento, più delle foglie che ormai hanno smesso pure di alitare...
e immobile ti penso...
vorrei ma... lottare è duro quando il mio nemico sono io stesso...
Giorno e notte a sognare quel sì,
giorno e notte a sperare che tutto non finisse così,
cinque mesi per rapirti un solo giorno per perderti,
ho lottato e combattuto per averti
ho lottato e combattuto per mantenerti,
anche se non è servito sono orgoglioso di averti amato.
Il quattro settembre un giorno che tutto ha lasciato andare
e quel vento lungo il mare ha portato via il nostro amore.
Un giorno impossibile da dimenticare, indelebile sarai
non ti dimenticherò mai e poi mai.
Ali, tante ali, belle ali, bianche,
Ali piccole, a volte tanto grandi,
Ali senza forma, ali senza nascita,
Ali con una vita, vuote, bianche,
Ali su dei monti, alti e forti,
ma i monti non ti fan vedere quel che c'è del vero, la verità non è sui monti,
e il vero non è la vita, questa vita,
ma dove, ovunque Ali, Ali sole,
vivono in solitudine, disprezzate,
il bianco è solo nell'anima,
senza colori sono i pensieri, solo monti,
Ali ormai chiuse, Ali ormai stanche.
Ispeigabile follia la mia mente...
un mondo invivibile dentro che preclude la mia pace...
un mondo giudice fuori che mi ha reso insicura...
Anima mia, sei tu la mia nemica?
Tormento unico, persistente, che strazia il mio cuore stanco ormai di battere veloce, perennemente...
Ci si cheide perché? Tante le risposte, le cause
ma infine... il vuoto...
Inetta in questi nuovi giorni,
l'apice del nulla il mio pensiero di cui non posso fare più a meno... e ora cos'è cambiato?
Nuove strade sembrano prostrarsi dinnanzi a noi, nuove occasioni... uniche... irripetibili...
Ma Anima mia perché non mi consenti di viverle?
E nell'ebbrezza del momento, il tagliente desiderio mi faceva da padrone
avvinghiava la passione in un tripudio di lingue e demoni
avvelenando la dolcezza e annaffiando l'oblio.
Ma di lampo giunse un bagliore,
che come troppo vino nel bicchiere
straboccò sui polsi venosi e gonfi di fierezza
polsi,
che da bravi ma inesperti manigoldi, intransigenti e smaliziati
dirigevano silenti come burattinai
le mani e le timide dita ad accarezzare le setose forme di lei, ricordando loro
che naufragare tra gli ardori di Bacco
esalta l'anima, ma mozza la grazia.
Questo destino non mi vuole aiutare,
lontano da te per forza devo stare,
ho dimenticato tanti dei tuoi profumi
ma mi ricordo sempre dei tuoi costumi.
Quello della mia terra mi piaceva molto,
ma ovunque io sia stato non ho mai più sentito.
Quanti figli hai nel mondo che hai perduto
e quello che non è mai ritornato.
In molti sono quelli che sono partiti
ma non devi essere triste nessuno mai ti ha dimenticato,
io sento molto il desiderio di venirti a trovare
per vedere te è la mia famiglia accarezzare.
La sera ti penso sempre prima che mi addormenti
per ricordarmi di te con quel sentimento.
Ma adesso solo il ricordo è rimasto
di questo tuo figlio, che senza volerlo hai prestato
ad un'altra terra che prima non conosceva,
da dove aspetta un destino che mai arriva,
mi piacerebbe molto da te ritornare
ma il destino insiste che qui devo restare.
Era l'occhio rivolto al cielo infinito
del cigno che si libra nel vento,
il nutrimento della terra rapito
dall'albero che nasce sul cemento.
Era cielo che
bagnava i nostri capi senza velo,
ed era terra,
immobile sino alla scossa che verrà...
Scende quell'angelo alato dal suo regno
sfiora uomini e polvere colmo di sdegno...
ratto si muta ed ecco il rapace,
ed era cielo,
l'artiglio proteso di chi non ha pace,
ed era terra,
l'occhio e l'animo nero di pece,
ed era aria,
la piuma e l'ala nella sua fece,
e divenne sangue!
Nulla dall'occhio di bestia si distingue:
lo schianto e ancora il becco che picchia
sporco di rubino, "non importa quel che segue! ",
ancora... e l'amata terra si macchia...
Quella linfa... la forza di chi non è solo
ora il sole che strascica raggi e tramonta
quella linfa... la forza nel volo
ora il lago del crepuscolo in cui affonda.
Vola nella terra
Ripudia il cielo
Respira sangue
Nelle sue vene scorre aria
Ma di nuovo bruceranno le ceneri della fenice...
"Fiamme purificatrici abbattetevi sulla chimera,
dilaniate le prigioni dell'essere infelice!"
ali di nuovo ardore, e niente sarà più com'era.