Scritta da: diezeit
Le lacrime mi trafiggono l'anima
Sento che è finito tutto, per sempre.
Ti sento, in quello sguardo evitato, nella tua distanza.
Perché non posso provare la gioia di essere amata,
perché devo soffrire.
Vorrei essere un urlo per farvi sentire il mio cuore che piange.
Mi lascerò andare in un ballo consueto, insieme ai miei sguardi persi.
A guardare l'inutile antenna della televisione, le stelle e il mare sullo sfondo.
Ogni notte prego
Di essere felice.
Anonimo
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    Scritta da: diezeit
    È la rigida poesia di mordersi il labbro inferiore,
    non per tensione, per quella voglia di aver qualcosa da fare,
    un dolore tenero, languido.
    Sai che fa un po' male ma fai finta di niente,
    fai finta che sia giusto.
    È l'amore che ci spinge a provare cose amare.
    È dopo, a mia splendida insaputa,
    aver scritto quella sottospecie di metafora
    mi fermo a pensare da dove proviene quello
    stupido ed eterno impulso ad amare.
    Dal fascino della verità, da quello che avevo dimenticato
    e da quello che mi ero ripetuta.
    Ma soprattutto mi chiedo perché non è facile come odiare,
    arrendiamoci alla cattiveria di un pensiero infame e ignorante.
    No, sono più forte e ribelle di voi crudeli,
    non ho alcuna paura di amare e di mordermi il labbro inferiore
    per non provar altro dolore.
    Anonimo
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      Scritta da: diezeit
      E ti parlano di acne e stupide simpatie del cavolo
      E ti dicono stai zitto che muori
      Stai fermo,
      ma è molto meglio fuori, il silenzio
      che si fonde al rumore che sprofonda del trapano
      e le macchine, la città.
      Lo preferisco ad una tua parola detta per sbaglio
      O ad una sua insopportabile o alle vostre inutili e dolorose.

      Voglio il sole, non ho bisogno di te, di me e della fede
      E di tutti quei discorsi che fanno
      Sul pericolo, ma non parlate mai della paura?
      È di più di un sorriso, di un disco di Sinatra e di questa tristezza.
      È dolore vero, amore sincero, rabbia esistenziale.
      Ma porca miseria!
      Ho le mie incertezze e i miei pensieri che mi offuscano,
      in questo momento non ho bisogno del mondo.

      Ho bisogno di musica, di te e di ritrovare me stessa
      Non di uno stupido riflesso di un sorriso felice.
      L'apparenza non mi appartiene e non mi conviene.
      Dimmi, parlami, ascoltami ma fa che sia qualcosa di importante, di giusto.
      Ma è la vita, è perfettamente costruita male sulle fondamenta di cuori infranti,
      è dolce, infantile ma anche amara e piena di ingiustizie.
      Non ho ancora imparato ad andare a tempo
      Sulle note di questa nostra danza di lacrime e gioie.

      E allora accarezzami, zittiscimi e prendimi per quella che sono
      Non per quella che vedi riflessa nella vita degli altri
      Me, ironia malinconica e istantanea in un involucro di sangue e risate.
      Anonimo
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        Scritta da: diezeit
        Sento il dolore incorniciare le mie vene
        L'onore scagliarsi contro l'anima
        E sorrisi soffusi accarezzare il mare e affogare nelle mie pene.
        E la sofferenza sta dietro di me che trama
        Qualcosa di ignoto ma che fa del male.
        Senti che l'amore, la vita
        Sono per me solo insonnia letale
        E le parole contro di te non posso scagliare.

        Domani mi dovrai ascoltare,
        farmi spiegare la solitudine del mattino
        da quando non ci conosciamo più,
        lo spasimo della notte,
        che mi viene a cercare, da quando stiamo insieme.

        E mi sento spaesata in un mare di labbra
        che parlano di noi
        mentre noi non ci sfioriamo più.
        Perché è un cazzo di dolore che mi lacera l'anima.
        Sento il passato nelle nostre arterie colorate di
        Blu come il fiume che guardavo passare.
        E il cielo plumbeo e le orecchie nelle cuffie vedo sprofondare
        Ora che non ci sei più.

        Il pavimento è freddo, il fondo della mia cedrata Tassoni
        È lugubre come il mio cuore bruciato da te.
        Alla radio, di notte c'è gente che si sente persa,
        io non mi sento più. Fammi correre e respirare per
        non sentire altro male.
        Atei che pregano Dio in una notte di languore e in cui
        Le chimere, i sogni e gli occhi fottutamente chiusi
        Non esistono, non li sento più.

        Non mi sento più.
        Anonimo
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          Scritta da: diezeit
          Un tiepido e freddo languore
          Si avvicinava verso il terremoto del cuore.
          Questo di rado.
          Non puoi mostrarti debole e zitta
          Di fronte a coi tanta violenza e grazia
          Nel far del male.

          Sconcertata alla vista di un mondo vermiglio come
          il sangue e la paura
          come quelle grida che mi sforzo di non ascoltare e
          di non vedere negli occhi di quei splendidi e sofferenti visi.
          Mi sorprende che la folla non può stare alla larga
          Dall'indifferenza e da se stessi.

          Tutti dovrebbero preferire di stare nel corpo
          Spigoloso di qualcun altro
          Per soffrire al posto di qualcun altro.
          Ma soprattutto
          Sognare e vedere anche in una misera mollica di pane
          Amore e gioia di vivere.
          Anonimo
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            Scritta da: Rosarita De Martino

            Caro Gesù Bambino, ti voglio avvisare...

            Caro Bambino,
            ora che di nuovo nasci bambino sulla Terra,
            ti voglio avvisare:

            Non nascere nella cristiana Europa:
            ti metterebbero solo solo davanti alla Tv
            riempiendoti di pop corn e merendine
            e ti educherebbero a essere competitivo,
            uomo di potere e di successo,
            e a essere un "lupo" per altri bambini
            semmai africani, latinoamericani o asiatici.
            Tu che sei l'Agnello mite del servizio.

            Non nascere nel cristiano Nord America:
            ti insegnerebbero che sei superiore agli altri bambini,
            che il tempo è denaro,
            che tutto può essere ridotto a business, anche la natura,
            che ogni uomo "ha un prezzo"
            e tutti possono essere comprati e corrotti;
            e ti eserciterebbero a sparar missili e a fare embarghi
            che tolgono cibo e medicine ad altri bambini.
            Tu che sei il Principe della pace.

            Evita l'Africa:
            ti capiterebbe di nascere con l'aids
            e di morire di diarrea, ancora neonato
            oppure di finire profugo in un Paese non tuo
            per scappare a delle nuove stragi degli innocenti.
            Tu che sei il Signore della Vita.

            Evita l'America Latina:
            finiresti bambino di strada oppure ti sfrutterebbero
            per tagliar canna da zucchero o raccogliere caffè e cacao
            per i bambini del Nord del mondo
            senza mai poter mangiare una sola tavoletta di cioccolato.
            Tu che sei il Signore del creato.

            Evita anche l'Asia:
            ti metterebbero "a padrone" lavorando quattordici ore al giorno
            per tappeti oppure scarpe, palloni e giocattoli
            da regalare... a Natale... ai bambini del Nord del mondo,
            e tu andresti scalzo e giocheresti a calcio con palloni di carta o pezza.
            Tu che sei il Padrone del mondo.

            Ma soprattutto non nascere... di nuovo in Palestina:
            alcuni ti metterebbero un fucile, altri una pietra in mano
            e ti insegnerebbero a odiare i tuoi fratelli... di stesso Padre:
            gli ebrei, i musulmani e i cristiani.
            Tu che ogni anno sei inviato dal Padre per darci il suo amore misericordioso.

            Caro Bambino, a pensarci bene,
            devi proprio rinascere in tutti questi posti
            ma non nei cuori dei bambini,
            e dei Paesi "piccoli e deboli":
            là ci stai già,
            ma nei cuori dei grandi e dei Paesi "grandi e potenti"
            perché come hai fatto tu stesso:
            Dio potente che diventa bambino impotente, rinascano anch'essi:
            piccoli, innocenti e finalmente... deboli.
            Anonimo
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              Scritta da: elisasempre

              Scalatore intrepido

              Io c'ero e non staccavo piede
              dalla piena della onde

              Io chiedevo strada al destino
              che sapeva più di me
              sul viaggio del vento

              Io ero acqua ed ero sale
              Io mi ritrovavo terra
              a stringere ai piedi del vitigno
              tralci di stelle

              ... e impastavo sogni e dolori
              e li tingevo di porpora,
              li ricamavo d'oro.

              Io che avevo due mani,
              due mani sole,
              e volevo scalare la montagna...
              Anonimo
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