Scritta da: Danza di Venere
Cerco i tuoi occhi,
cerco di rapirti,
cerco il contatto,
cerco te in ogni angolo, dove sei?

Mi chiedo dove sei ogni giorno,
mi chiedo cosa fai e se mi pensi,
non ti chiedo il tuo tempo,
il mio lo dedico già a te.

Aver ricevuto un tuo contatto,
mi ha stupito, spiazzato reso felice,
credo sia il più sincero dei sentimenti,
aspettare un tuo apprezzamento,
accorgimento non so cosa è, io lo chiamerei amore.

Non turbarti per questa parola,
non la uso così spesso come sembra,
la rivolgo a chi veramente mi riscalda l'anima,
vorrei solo poter di più ma non vorrei ferirmi.
Anonimo
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    Non seppi mai il suo nome
    né il tempo le concesse l'attimo
    di darmi l'anima e non il corpo
    di sciogliere le labbra nelle mie.
    Notte di un'estate inquieta
    pregna di oblio, desideri e umori
    maledetta ed arida quanto basta
    per essere preda dei propri amori,
    fu l'aria che saliva dalla valle,
    respiro denso di resina a fronde
    soffio inquieto che girava in tondo
    nell'aurea danza della vita,
    fu la luce fioca ed il silenzio
    il mare calmo a far da sfondo
    la sua carne debole... eccitante
    lo sguardo sempre più profondo.
    Non seppi mai il suo nome,
    ...e lei neppure chiese il mio
    forse fu così che in fondo
    non ci fu nemmeno il tempo dell'addio.
    Anonimo
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      Scritta da: Elisabetta

      Il coriandolo

      Il coriandolo è un coso impertinente
      che approfitta di tutte le occasioni,
      del risvolto nel fondo dei calzoni,
      d'una bocca socchiusa e sorridente.
      S'appiccica, s'insinua, s'introduce
      anche colà dove non giunge luce
      e per provar che manca di rispetto
      quando ti svegli te lo ritrovi a letto.
      Anonimo
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        Scritta da: Elisabetta

        Al sicuro?

        Chiese un caro bambino piccino
        A suo padre in un giorno radioso:
        "Posso dare me stesso a Gesù,
        perché Egli lavi i miei peccati?
        "Oh, figlio mio, ma sei così piccino!
        Attendi d'esser più cresciuto;
        i grandi, è vero, han bisogno di Lui,
        ma i piccini, lo sai, sono al sicuro".

        Così disse il padre al suo maschietto,
        mentre stava arrivando un temporale:
        "Sono tutte le pecore al riparo,
        al sicuro nell'ovile, figlio mio?"

        "Tutte le grandi lo sono, padre mio,
        ma gli agnelli li ho lasciati andare,
        perché non credevo occorresse;
        i piccini, lo sai, sono al sicuro".
        Anonimo
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          Agosto 1946

          Sono nata al sud
          dopo mezzogiorno
          quando la luce
          è calda,
          esagerata,
          ed il mare esala
          anche dai muri,
          dalla strada.
          Sono nata il 17 agosto,
          anzi, il 18.
          Così volle mio padre,
          per amore,
          mutare il giorno
          infausto,
          la mia data.
          Da allora,
          acconto a me,
          respira sempre
          un'altra.
          Ed io,
          dall'una passo
          all'altra.
          E più non so
          chi sono io
          che passo.
          Anonimo
          Composta domenica 18 agosto 2013
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            Consapevolezza

            Osserviamo un animale
            può sembrare freddo e immorale,
            con puri istinti da sfoggiare
            oltre i fiumi e l'artificiale.

            Può sembrare semplice e taciturno,
            ma se guardi bene ha un vissuto.
            Dietro il suo sguardo arguto,
            vede in te, il fare da immaturo.

            Sia l'insegnamento ricevuto,
            sia l'agire da perverso e venduto,
            caro umano, ci hai goduto.
            "La consapevolezza è un dono impuro."
            Anonimo
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              Spalle stridule

              Alessandria è lontana.
              Ho riposto il coltello arabo nel cassetto della commode en console.
              Potremo percepire gli eventi, le cravatte,
              l'umore delle gambe
              di qualcuno che sta scricchiolando su per le scale.
              Le affusolate rotule della gioventù prendono fuoco all'improvviso.

              Ma noi di questo passato romantico non sappiamo più cosa farcene.
              Tanto basta all'accoglienza dell'insidia.
              Accanto alla scuola dei continenti nascondevamo le gomme.
              I ragazzi fuggivano dalle imprese.
              Questo ballo è sufficiente?

              Una sera voglio mangiare solo miele e mandorle.
              Li abbiamo smascherati con il singhiozzo,
              con le lacrime.

              Anche noi, però, siamo fuggiti in un bronzo spuntato
              di pionieri allarmati dall'affusolato
              oblio del bene che ci intratteneva
              con i suoi azzurri.

              La luce di Alessandria è un'incerta foresta di raggi
              che si allontanano e si avvicinano ai ciondoli di mamma,
              che si adagiano sul torpore dei giorni
              spesi a parlare al telefono
              con i pantaloni bisessuali del panorama.
              Anonimo
              Composta giovedì 26 luglio 2018
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