Scritta da: Anonimo Anonimo
Frani in me come sassi spinti giù dalla burrasca,
nevica nel mio essere,
ma non con quella felicità che ci si aspetta,
sei impervia e violenta come vento al largo.
S'infrange su di me il tuo scirocco,
caldo e impetuoso mi modella,
come dune di sabbia...
immagina,
tu mobiliti tutti quei minuscoli granelli
con la tua caparbietà.
Nel deserto tutto è mutevole
spinto dalla forza invisibile,
quanto vorrei affidargli le mie parole
così riuscirei a sussurartele,
dolcemente come un soffio,
e ti vedrei sporca di quella sabbia,
infetta dal mio morbo che per te non trova cura.
Invocherei,
come antichi sciamani, demoni e entità
per riempirti di magia e affascinarti,
tormentato dal tuo sapore,
i miei sensi vagano
senza pace,
impregnati del tuo odore.
Ho saputo raccogliere la tua essenza
e ora la conservo,
conservo il tuo odore
in ancestrali ampolle,
figlie dell'alchimia,
pronte a essere usate nella malinconia.
Anonimo
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    Giornate grigie, rianimano trascorsi sentimenti,
    bagnano di malinconica tristezza ogni parte dell'essere,
    come stagioni piovose sull'incontaminate terre selvagge;

    Terre pure ed immacolate,
    come la tua pelle mai sfiorata;
    il ritmo dei tuoi sospiri, antiche danze di tribù dimenticate;
    ridenti parole, calde come il sole di campi estivi, macchiati dal rosso dei suoi dolci tulipani.

    Un cielo terso privo di pensieri;
    una calda coperta, che asciuga il fradicio cuore annegato, nel triste inverno di questa mattina.
    Anonimo
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      Scende la neve purificatrice
      La domenica mattina
      Mentre dalla finestra io la guardo
      Ondeggiare nell'aria e posarsi
      Sulla cuccia del cane stanco
      Troppo stanco
      Per potersi alzare e correre per i prati.
      Bianchi
      Scendono i coriandoli di ghiaccio
      E si posano sul mio volto
      E sui miei capelli neri
      Intanto che il mio respiro si
      Espande lento nell'aria.
      Tutto è coperto,
      mascherato
      dalla fredda corazza bianca
      che racchiude un mondo
      ancora più freddo.
      Il mio corpo è paralizzato
      Non posso e non voglio
      Muovermi.
      Anche sulla mia anima
      Cade la neve.
      Tutto si è congelato
      Il caldo dei vecchi momenti
      Si sta spegnendo
      Delusione
      Tristezza
      Consapevolezza
      Rabbia
      Rassegnazione
      Stanchezza
      Ogni petalo cristallino
      Porta un fardello
      Insopportabile
      Ed al contempo
      Una fresca rinascita.
      Neve purificatrice
      Ti prego
      Conserva i momenti
      Ibernali per l'eternità
      In piccole sfere trasparenti
      Custodiscile
      Fino al nuovo avvenire
      Quando il sole tornerà
      Per liberarli nuovamente
      Quando io non ci sarò più.
      Anonimo
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        Scritta da: Nastjia

        Girotondo

        Se nell'animo tuo
        albeggia il rancore,
        può il tuo giudizio
        essere scevro d'errore?

        E se l'amore acceca il tuo sentire,
        puoi mai,
        fino in fondo,
        l'immane torto
        percepire?

        Ma il senso di queste domande
        ormai non trovo.

        Eppure è la mente,
        che stanca del cuore,
        le ricorda di nuovo.
        Anonimo
        Composta lunedì 14 gennaio 2013
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