Le Quattro Stagioni

La Primavera è nelle tue gambe:
flessuose, snelle, nervose;
sempre scattanti nell'impeto
del giovanile ardore...

L'Estate è nella tua bocca:
sensuale, sorridente, fragoosa;
caldo invito irrinunciabile
ad un fremente bacio d'Amore...

L'Autunno è nei tuoi occhi:
sapienti, furtivi, ammiccanti;
capaci di far ricordare sensazioni
dimenticate nel tempo...

L'Inverno è nei tuoi capelli:
imbiancati, fruscianti,
vaporosi;
accarezzati in una dolce promessa
di eterna devozione.
Anonimo
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    Mi sveglio con una brezza mattutina che mi stimola il naso.
    Faccio la mia colazione con un odore inconfondibile che mi fa affiorare strani ricordi.
    Esco con lo stesso profumo, pranzo con lo stesso profumo,
    leggo con lo stesso profumo, dormo con lo stesso profumo...
    Ma dannazione, chi è che non tira mai l'acqua!?
    Anonimo
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      Scritta da: Consuelo

      Parigi mercenario boulevard

      Non ti ho mai amata Parigi arrogante e perbenista,
      brulicante di ricchezza sbandierata pietre luccicanti
      e miserie nascoste, anime dannate che fingono in
      lussuose maison in riva alla Senna,
      case lussuriose e in squallidi locali.
      Parigi di notte ai limiti dell'ardore,
      falsamente pudica... e vergognosamente esibita.
      Silente e monotona... chiusa nel suo oblio,
      ai confini della sua tristezza.
      È di te Parigi che quando parlo mi commuovo,
      mi altero, per poi trovare pace.
      Parigi mercenaria e disillusa, amante e consigliera,
      bigotta e trasgressiva, gaia e nostalgica,
      frenetica e pacifica, nobile di gusto,
      e miserabile di gesti.
      Parigi a te che io non ho mai regalato rispetto,
      pensieri o parole,
      a te che ho tolto dai miei occhi,
      cancellato dai pensieri
      che ho guardato con tristezza e orgoglio smisurato,
      Parigi a te che io non ho dedicato molto,
      Se non per deriderti e sottolineare i difetti,
      Dimora di sciocchi barboni e furfanti,
      che ti tolgono il respiro e ti offrono il tormento,
      instupidita dal corteggiamento turista,
      da quello che gli occhi stranieri annullano,
      io ti vedo in profondità.
      Sorridente a contemplare le tue glorie, madame,
      come una matrona ti offri a tutti.
      Il cliente più danaroso è quello che ti aggrada,
      lo appaghi senza stenti,
      per lui cedi il tuo rispetto, per lui celi il mistero,
      adesso sei semplicemente bella.
      È questa Parigi, adorabile ribelle senza freni
      e senza lotte, preda di colori e superbe meraviglie.
      Parigi nuda e defraudata,
      indifesa e cristallina, generosa negli affanni.
      Parigi chiassosa e persa nei tuoi silenzi,
      desolata e poi piangente, così mi appari tu,
      e senza offenderti o sentirti vittima scegli di sorridermi,
      vuoi ancora offrirmi un po' di te,
      unica e magica come sei.
      Tre monete sfiorano le acque della Senna,
      questo è il tuo prezzo,
      madame anche io ti ho avuta.
      Anonimo
      Composta sabato 26 settembre 2009
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        Scritta da: Yin
        L'uomo non sarà mai strumento dell'Ordine
        né servo del Caos.
        La sua natura ibrida lo condanna ad essere
        solo vela
        mai timone
        può spingersi oltre l'orizzonte
        verso un imprecisato
        e forse insensato
        destino
        o ammainarsi nella stasi
        l'unico controllo che abbiamo sulla vita
        è con quale vitalità viverla.
        Anonimo
        Composta sabato 29 ottobre 2016
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          Scritta da: Hannele
          Dio,
          dicci dove sei nostro dio,
          dicci come fai a restare fermo,
          immobile, inerme, stoico, esterno.
          Dicci come fai a vedere
          questo tuo sacro mondo cadere,
          distruggersi, cospargersi
          in pezzi ridicoli e sparsi.
          Quest'africa sfruttata, odiata, maltrattata,
          amata, adorata, venerata, giocata
          a dadi o in un'unica estrema puntata.
          Quest'America che si stende
          come un velo bianco e congiunge
          i due poli che reggono il mondo.
          Ma di poli in realtà nel profondo
          ne ha miliardi e continua a deteriorarsi
          nel nome di un baratto d'oro e intarsi.
          Quest'oriente e la cara mezzaluna
          solo i telegiornali al chiaro di luna
          occupa costante senza turbare
          nessuna mente che vada a pensare
          nel buio di una stanza al male che canta.
          Quest'infanzia lasciata e compianta:
          protezione, amore, luce, candore,
          dolcezza, arcobaleno, sole, tepore,
          Spariti rubati svaniti o devastati?
          Assenza di verbi e piccoli pianti
          di pace e abbracci fortificanti,
          tutto ribellato a questi falsi cantanti.
          La fame nei campi, la sete sui ponti,
          la stanchezza sui letti e la disillusione.
          Questa vecchiaia in contemplazione
          della morte e della pensione:
          le giunture si spezzano,
          la dignità spazzano,
          la passata felicità dimenticano.
          Questi valori imprescindibili
          sotto culi deplorevoli.
          Il nostro sangue svergognato
          una volta così rosso ambrato.
          Il nostro tono imbarazzato
          ferito e derubato,
          una voce squillante,
          quella del potere sfavillante,
          del petrolio culminante,
          del denaro o l'Aspromonte,
          del dolore mio regnante,
          del candore più buio e urlante.
          Dio, dicci dove sei,
          dicci come fai
          dicci se ci sei,
          dicci se farai.
          Dacci almeno il tuo stoico immobilismo
          o tienitelo quest'ultimo,
          siamo già barricati nel vittimismo,
          un orrido cannibalismo
          di futuro e nuovo umanismo.
          Anonimo
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            Scritta da: Emanuele Caccia

            The Unquiet Grave

            Cold blows the wind tonight my love
            Cold are the drops of rain
            I only had one but true-love,
            And in greenwood she lies slain.

            I'll do as much for my true-love
            As any young man may;
            I'll sit and mourn upon her grave
            For twelve months and a day.

            The twelve months and a day veing o'er,
            A voice cries from the deep;
            "Who is it weeps upon my grave,
            And will not let me sleep? "

            "'Tis I, 'tis I, your own true-love
            Who sits upon your grave,
            'Til I have one kiss from your cold lips,
            No comfort will I have. "

            "My lips are cold as clay my love,
            My breath is earthy strong,
            And if you had one kiss from my cold lips,
            Then your time would not be long.

            O down in yonder shady grove,
            Love, where we used to walk,
            The fairest flower that groweth there
            Is withered to a stalk.

            And the stalk is withered dry true-love
            So will our hearts decay.
            So make yourself content my love,
            "Til Death calls you away. "
            Anonimo
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              Scritta da: Simone Spinucci

              Lei

              Quando il buio ti circonda,
              quando tutto sembra ormai perso
              Lei ti osserva con i suoi tristi crateri
              e annienta tutte le tue barricate.

              Credi di essere invincibile
              ma in realtà di fronte alla sua bellezza
              sei una poltiglia inerme di fanghiglia.

              Con semplici occhiate accende il tuo cuore
              ma poco dopo lo rende triste e affranto
              perché il suo dolce umore non ti appartiene!
              Anonimo
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