Scritta da: iside2012
in Poesie (Poesie personali)
Perdersi...
Perderci
e poi
ritrovarci
più uniti
di prima.
È questo
il bello
del perdersi...
nell'immensità che ci separa.
Composta giovedì 17 dicembre 2009
Perderci
e poi
ritrovarci
più uniti
di prima.
È questo
il bello
del perdersi...
nell'immensità che ci separa.
La triglia di Camogli
sbadiglia sugli scogli.
La triglia di Zoagli
riflette sui propri sbagli.
Sola,
nella mia camera,
fra le mie cose.
Fuori piove un po'
tengo la finestra aperta
per sentire il profumo della terra bagnata.
Nello stereo un cd strappalacrime...
Vorrei alzarmi,
metterne un altro
ma non ci riesco...
Il segreto di certe canzoni
è che non vogliono spiccicarsi da te...
Li dove non mi troverai sempre resterò
nella nostra isola irraggiungibile
amore non sfiorito dentro il sogno impossibile
Li dove non ti cancellerò resterai con me
inciso nella mia anima nuotandomi dentro
perché sei scritto dentro il cuore indelebile
Li dove solo avevo posto per un amore vero
che la vita non mi ha permesso di saporire
rimane per sempre il sapore proibito di noi.
Scrivo...
scrivo perché sogno
scrivo perché ti voglio
scrivo perché spero
scrivo perché ti penso
scrivo nell'immenso
scrivo nel cielo il tuo nome
scrivo nel cielo il mio nome
nello spazio si fondono
dove il buio è più profondo
e li... tra stelle splendenti
comete e pianeti c'è
l'Amore che ho per te.
Ti amo tesoro
ti amo mio dono.
La Primavera è nelle tue gambe:
flessuose, snelle, nervose;
sempre scattanti nell'impeto
del giovanile ardore...
L'Estate è nella tua bocca:
sensuale, sorridente, fragoosa;
caldo invito irrinunciabile
ad un fremente bacio d'Amore...
L'Autunno è nei tuoi occhi:
sapienti, furtivi, ammiccanti;
capaci di far ricordare sensazioni
dimenticate nel tempo...
L'Inverno è nei tuoi capelli:
imbiancati, fruscianti,
vaporosi;
accarezzati in una dolce promessa
di eterna devozione.
Mi sveglio con una brezza mattutina che mi stimola il naso.
Faccio la mia colazione con un odore inconfondibile che mi fa affiorare strani ricordi.
Esco con lo stesso profumo, pranzo con lo stesso profumo,
leggo con lo stesso profumo, dormo con lo stesso profumo...
Ma dannazione, chi è che non tira mai l'acqua!?
Non ti ho mai amata Parigi arrogante e perbenista,
brulicante di ricchezza sbandierata pietre luccicanti
e miserie nascoste, anime dannate che fingono in
lussuose maison in riva alla Senna,
case lussuriose e in squallidi locali.
Parigi di notte ai limiti dell'ardore,
falsamente pudica... e vergognosamente esibita.
Silente e monotona... chiusa nel suo oblio,
ai confini della sua tristezza.
È di te Parigi che quando parlo mi commuovo,
mi altero, per poi trovare pace.
Parigi mercenaria e disillusa, amante e consigliera,
bigotta e trasgressiva, gaia e nostalgica,
frenetica e pacifica, nobile di gusto,
e miserabile di gesti.
Parigi a te che io non ho mai regalato rispetto,
pensieri o parole,
a te che ho tolto dai miei occhi,
cancellato dai pensieri
che ho guardato con tristezza e orgoglio smisurato,
Parigi a te che io non ho dedicato molto,
Se non per deriderti e sottolineare i difetti,
Dimora di sciocchi barboni e furfanti,
che ti tolgono il respiro e ti offrono il tormento,
instupidita dal corteggiamento turista,
da quello che gli occhi stranieri annullano,
io ti vedo in profondità.
Sorridente a contemplare le tue glorie, madame,
come una matrona ti offri a tutti.
Il cliente più danaroso è quello che ti aggrada,
lo appaghi senza stenti,
per lui cedi il tuo rispetto, per lui celi il mistero,
adesso sei semplicemente bella.
È questa Parigi, adorabile ribelle senza freni
e senza lotte, preda di colori e superbe meraviglie.
Parigi nuda e defraudata,
indifesa e cristallina, generosa negli affanni.
Parigi chiassosa e persa nei tuoi silenzi,
desolata e poi piangente, così mi appari tu,
e senza offenderti o sentirti vittima scegli di sorridermi,
vuoi ancora offrirmi un po' di te,
unica e magica come sei.
Tre monete sfiorano le acque della Senna,
questo è il tuo prezzo,
madame anche io ti ho avuta.
Mi ha ispirato il tramonto.
L'uomo non sarà mai strumento dell'Ordine
né servo del Caos.
La sua natura ibrida lo condanna ad essere
solo vela
mai timone
può spingersi oltre l'orizzonte
verso un imprecisato
e forse insensato
destino
o ammainarsi nella stasi
l'unico controllo che abbiamo sulla vita
è con quale vitalità viverla.