Smarrito e sorpreso,
dall'ardore inaspettato,
che con indicibile audacia,
si addentra profondamente,
dove capire non serve,
ma assaporare è dovuto.
Ergo Primavera.
Composta sabato 21 marzo 2020
Smarrito e sorpreso,
dall'ardore inaspettato,
che con indicibile audacia,
si addentra profondamente,
dove capire non serve,
ma assaporare è dovuto.
Ergo Primavera.
Senza che si senta il botto e si scorga luce
In questo buio sentiero
non esiste mistero
Ho un fiore nella mano
che non colsi
e un secchio
con dei piccoli pesci
nel pescoso inverno della vita
rifiutai l'incontro con la morte
moribondo eterno
figlio di un temporale
padre, genitore cruento e distratto, Dio di me stesso, abdico alla sorte.
Chi ti vede davvero?
Mille occhi guardano
eppure nessuno ti vede
e tu sei trasparente
ed io sono trasparente
siamo solo un'accozzaglia di sogni
ed ognuno si affanna per raggiungere i propri
per scalare la vetta ed arrivare per primo
ma nessuno si cura del centro
di quello che c'è nel tragitto
del vento che scompiglia
del sole che brilla
del cielo che muta
e del tempo che passa.
Camminando tra la gente,
Volgo lo sguardo indifferente ad ogni passante;
Ognuno mi viene incontro e poi scompare.
Il mio sguardo è assente,
Eppure il mio presente è ricco di virtù.
Pensieri vaghi tornano alla mente;
E come ogni passante passa e se ne va.
Parole non dette, ma pur discusse,
Da te stesso, che ti rimproveri per l'ennesima volta,
Cercando di dare una svolta,
Sapendo che così la vita non va.
La speranza mi tende la mano,
Eppure il mio domani vita non ne ha.
Il mio sguardo è ancora assente,
Eppure il mio presente è ricco di virtù.
Poeta stanco che scrivi ancora poesie,
In un mondo che più non ama.
Il tuo lavoro più non sente nessuno,
L'amore che tu canti mi chiedo:
Se fa parte ancora di esso.
Come puoi essere così sicuro che ci sia,
Se pur tu la scrivi quasi tremante.
Vorrei che Dio ti desse un po' di luce,
Per essere più chiaro alla voce degli uomini.
Scavo nel labirinto della memoria,
ricordi di una normalità lontana,
ora l'unico compagno
è l'eco del silenzio,
mentre parlo con l'ombra
dipinta sul muro.
Vita, dove sei? Vita, dove vai?
Tra i fogli bianchi dei miei pensieri vuoti
tra gli alberi ormai spogli di questa foresta senza luce
sulle sponde della luna
sulle tavole dell'infinito
nell'immenso deserto della solitudine
in un mondo blu di rose arroventate.
Vita, dove sei? Vita, dove vai?
Oltre le nuvole rosa dell'oriente
oltre i platani e il profumo delle aiuole
oltre la nebbia dei miei sogni
oltre il sogno della morte.
Eravamo soli nei giardini dell'eden...
ritorneremo soli nel limbo degli dei...
polvere d'argilla tra le pieghe del cielo.
Ch'io non sappia più nulla,
da qui al giorno del tramonto,
Come una pietra
Che dorme nel barlume d'ogni certezza
Lascio la mia stoltezza crogiolarsi
Nel porcilaio dei filosofi
Ch'io non sappia più
Della chiocciola sgusciata
Della mucca scuoiata
Del volo dell'anatra allevata
Ch'io dorma fino all'ultima goccia di sogno
Questo vivere che pare un morire, agli ordini di una disgrazia del pensiero,
che ogni minuto mi uccide.
Il rumore della pioggia esalta le note suonate dal battito dell'anima. Se l'acqua è vita la sua canzone è questo tranquillo motivo scandito dal dolce cadere delle sue gocce dal cielo sul vetro che mi separa dal mondo circostante.
Tutto là fuori avvolto da una cupa foschia che cerca di rallegrarlo coprendone le tristi meschinità e io qui posso sentire la pace di questo manto di tranquillità.
Fa strano come pochi giorni addietro l'estate sembrava non poter aver fine eppure anche le stagioni con le loro improvvisate sempre ci rammentano quanto precaria sia la vita qui e vani gli sforzi per crederci saldi e sicuri.
Come rondini di passaggio erriamo una vita in questa landa alla ricerca perenne di amore e un senso che non ci accorgiamo sfugge qui per concretizzarsi e compiersi al di là di questa coltre di nebbia.
Nel silenzio il rumore della pioggia esalta le note suonate dal battito dell'anima.
Amo del silenzio l'armonia
e nell'ombra il sole
e tra le stelle il sogno
e nelle vene il canto
e il vento sulle onde,
le nuvole tra le rose,
le notti pallide, oscure
di nebbia fitta all'orizzonte
tra braci spente
e bicchieri di cristallo
e tra le dita
un petalo sfiorito
Amo del silenzio l'armonia
e nel silenzio ascolto
solo il tuo respiro.