Mattinata
Timidi raggi di luce
squarciano la penombra dell'aurora.
Sembrano flebili,
in realtà feriscono.
Luccicanti frecce di ghiaccio
trovano pace
nel bianco della brina
e danno inizio
ad un nuovo giorno.
Composta mercoledì 20 gennaio 2016
Timidi raggi di luce
squarciano la penombra dell'aurora.
Sembrano flebili,
in realtà feriscono.
Luccicanti frecce di ghiaccio
trovano pace
nel bianco della brina
e danno inizio
ad un nuovo giorno.
È una marcia dai toni tetri
che si innalza dal profondo degli abissi
fra acque oscure
demoni e dannati
fra leggende e scongiure
fra tempeste e ferri arrugginiti
comandi e urla
invadono l'aria
impregnata di tabacco e rum
nebbia fitta
non si scorge terra
fra ghiacciai e il candore della neve
tra il rosso delle onde e lo stridio dei gabbiani
uomini, avventurieri, filibustieri
anime tormentate
anime libere
vele ammainate
vento in poppa
"alla via così!"
fra le braccia dell'oceano infinito.
Volo con robuste ali di airone,
oltre orizzonte,
in mari di calma apparente.
Sorvolo cime più ardite,
fino a perdermi in immensi aridi deserti,
dove muto lo smarrirsi in forza,
per librarmi ancora in un libero cielo
oltre il sole che muore.
Sempre l'aria invernale avvolge troppo
soprattutto al tramonto, scuro e freddo,
ma, poi di notte quando il cielo è sereno
le stelle brillano fortemente sembra che vogliano, consolare l'umanità
dalle cose orribili che succedono sulla terra
la nostra vita deve essere gioiosa e serena,
allontaniamoci dai disinganni dalle paure e dispiaceri,
godiamoci l'inverno nel silenzio nella dolce musica
nella meditazione nei piccoli istanti bui
nel crepuscolo invernale che scivola via
le cime dei monti innevati che scompaiono veloci
e noi ci sentiamo piccoli e insignificanti,
riscaldiamoci accanto al fuoco e il suo crepitio vivace
anche il nostro cuore diventerà caldo
in questo tempo sospeso etereo e piangente.
Tramonti cupi nel silenzio ovattato
gennaio mormora attraverso il cielo
mentre i nostri pensieri sonnecchiano
gli alberi dormono, nella foresta tacita e fredda
fascino, dolcezza, questo è l'inverno,
per coloro che amano stare in casa
a osservare dietro i vetri, di una finestra appannata
un panorama caliginoso, fosco, nebbioso.
La neve che scende lenta, o la pioggia prorompente,
le ore che passano silenziose, nelle giornate oscure,
coloro che vogliono ritrovare se stessi, preferiscono l'inverno,
coccolarsi accanto alle fiamme vivaci di un camino,
sorseggiare te e pasticcini, sentirsi al sicuro e abbracciato dal caldo
mentre fuori infuria la tempesta
è l'inverno che ci appartiene.
Dio ha creato me donna, perché il Signore ama le donne
vuole che intorno a noi e attraverso noi sia brillante e scintillante,
radioso e luccicante
le donne non hanno mai tradito Gesù Cristo, gli uomini si
nel creare la donna, Dio ha dato il meglio di se stesso,
e ha donato potere alla più grande delle donne, di nome Maria,
lei intercede per tutta l'umanità!
nessuno può comprendere una donna, solo il suo creatore,
gli altri uomini della terra, non riusciranno mai a capirle...
dovrebbero solo amarle.
Raccontavano le nostre bisnonne
quando ballavano il walzer, il sangue nel cuore pulsava,
volteggiando come farfalle colorate, effervescenti,
il cavaliere teneva la dama, con forza e dolcezza,
facendola roteare per tutta la sala da ballo!
Sensazione travolgente che travolge il corpo,
e lo spirito vibra come una libellula,
guardando il cavaliere di un altro tempo
che mai più tornerà, sogno ormai lontano e irraggiungibile
musica gioiosa che allontana dispiaceri e tristezze,
attimi allegri e frizzanti che aleggiano nell'aria
un vortice di fieri movimenti di corpi che amano,
sembra che tutte le stelle dell'universo,
osservano noi illuminando, la nostra vorticosa danza,
mistero di note armoniose che rendono brioso e spumeggiante il cuore.
Sei diventato il nostro eroe per tutta una vita,
hai reso ogni momento ed ogni canzone
degli splendidi fiori da portare in omaggio ai nostri cari,
sei il cavaliere bianco
in mezzo all'esercito del Male.
Cavaliere bianco speranza,
rosso fiamma nell'incenerire la folta chioma del disprezzo
e colori variopinti hanno reso te l'acqua nel deserto,
l'armonia nella natura
e la ricerca costante della strada da intraprendere
colorandola anche di silenzi.
O Cavaliere bianco,
nato nell'ombra della mediocrità,
cresciuto pitturando la propria creatività
nella cultura dei segni astratti
e morto inneggiando a gran voce il dolce volto della musica
e la delicatezza del palcoscenico
hai conquistato le critiche più aspre,
hai reso ogni sfida il nostro pane
e abbiamo bevuto con te il calice della perfezione.
Sempre nei nostri cuori rimarrai cavaliere bianco,
perdente tra i vincitori ed eroe della nostra anima.
Fu la vetta
del piacere
ritrovarmi
nel tuo cuore.
Fu l'ascesa
nel baratro
del rimpianto
quando mi voltai
e non c'eri più.
Ho dimenticato
che calore ha un abbraccio.
Ho dimenticato
il sapore di un bacio.
Ho dimenticato
l'emozione di sentirsi amato
da una sola persona.
Ho dimenticato
quante cose
ho dimenticato
nemmeno so più
quante cose.