Scritta da: Rosanna Russo
in Poesie (Poesie personali)
Uno strappo al silenzio
Tra righe di pensieri
-come parole incustodite
vagano note distratte.
Ed è suono, strappo al silenzio
su spartito vuoto di un cuore.
Composta giovedì 18 giugno 2015
Tra righe di pensieri
-come parole incustodite
vagano note distratte.
Ed è suono, strappo al silenzio
su spartito vuoto di un cuore.
Rotola via il tempo
srotola pergamene di vita,
sbriciolando le ore
nel vento dei giorni.
E sarà polvere di attimi
memoria d'eterno,
sabbia di istanti
nella clessidra del cuore.
Mareggiata di stelle,
che scheggia di brillii la notte
nel far riaffiorare sogni
dalla ragione inabissati
-la riva del cuore li accoglie.
Alzo l'ancora
le vele al vento
solco le onde.
Il mare bagna il volto,
con gli occhi dritti
l'orizzonte,
è una certezza in cuor.
Non sarà un errore
alzare le vele
l'ancora penzolante
a prua.
Amami con pazienza.
Amami come ti amo...
in qualsiasi momento e senza pretese.
Amami senza timori.
Amami come nei tuoi sogni intensi;
e non dimenticare di amarmi sveglia.
Amami, come i bambini
che non sanno cosa è dimenticare.
Amami amore.
E tu non sai
quello che sento
dentro
pensando
al momento
di toccare le tue mani!
E tu non sai
quello che sento
mentre attendo
il tuo profumo
che precede
il tocco dei tuoi passi
e le parole
che scrivo
diventano sostanza
mentre i sogni
si materializzano
e i desideri
prendon forma!
Tu non lo sai
cosa sei per me,
nemmeno io ho capito
cosa sono per te,
insieme scopriremo
cosa siamo per noi,
intanto
gustiamo questo presente
che travolge
questi cuori
lasciando nell'abisso
la ragione fatta di dolore,
l'amore è follia
e nella follia
dell'amore
lasciamo che scorra
il tempo che ci attende.
Quando il tramonto si riempie di pioggia desidero volare,
volare come fanno i cuori disperati,
volare fino ad attraversare le nuvole,
fino a trovare il paradiso in un paio di labbra,
fino a trovare la primavera nel fondo di mille inverni.
Volare, fino a sentire il fuoco a causa del tuo amore.
Sei volata via
anima mia
volata chissà dove
lasciandomi
in balia del tempo,
come una foglia
al vento
svolazzo qui e là
trovando ferite
sparse su me
urtando contro
cuori freddi
cuori vuoti.
Nell'occhio d'oro del Sole allo zenith
ho visto il suo volto fiero, d'ambrosia.
Ha già sciolto i capelli tra gli anfratti dei monti,
gomitoli di strade
dove l'occhio si perde.
Dai tetti accecanti della Puglia assorta,
spalanca finestre sul cristallo dell'acqua
dove soffia, intensa e umorale,
i suoi perenni pensieri mutevoli.
Dalla sua fronte
scivolano perle
che scavano varchi
verso la Grecia.
Nelle anfore azzurre odora ancora la sabbia
incrostata nei cristalli del tempo.
Tra le catene del porto, un gabbiano distratto
ha disegnato sull'acqua un ricordo.
Nel vento caldo che spira impetuoso
ascolto la voce di uomini e miti,
impronte invisibili sulla meridiana,
ne sento l'eco ogni volta che è estate.
Dio misura il tempo con le radici,
così mio padre: forza e volontà
ha avuto la pazienza in credito dalla natura. Per ogni goccia di sudore un sorriso,
per ogni sorriso un aiuto, mio padre
è un uomo paziente: risana l'orto
e bonifica le crepe che gli anni
hanno lasciato nella terra lungo il sentiero.
D'estate la vecchiaia prende la forma
di un fiore. La sua gioia ha le stazioni
del vento, un ricordo dove abitare,
un sorriso da riparare, mio padre
nelle sere d'estate si siede da solo
accanto alla terra, guarda la terra
e si guarda le mani, argina i giorni
dissoda le distanze, socchiude gli occhi
e dondola. Sparge farina di luce nel vento.