Scritta da: Michele Gentile
in Poesie (Poesie personali)
Chimera
In questo nostro deserto
per queste notti accecanti
il mio inverno.
Composta martedì 21 giugno 2016
In questo nostro deserto
per queste notti accecanti
il mio inverno.
Ho cambiato casa
perché così voleva il destino
per una più grande
da terra a cielo
senza porta e finestra,
con una magnifica soffitta
che la notte si illumina
di stelle.
Il salotto è sempre pieno di gente,
vanno e vengono
con fretta rumorosa,
solo i cani si fermano,
e lì offro le mie pene,
che bagnano le mura
e scodinzolando si allontanano.
Il letto è sempre da rifare,
dormire è la cosa migliore,
quando la fame e la dignità
fanno della realtà cruente
sogni meravigliosi.
I primi raggi del sol levante
accarezzano l'erba bagnata di lacrime delle stelle,
che rimbalzano come palline d'oro nel cielo
portando con se verde profumo.
Destano gli uccelli
e come la gente nella città che iniziano la giornata,
si fanno un metropoli cinguettante
in quest'aria fragrante.
Anch'io inizio la mia giornata
ed intanto alzo lo sguardo
guardando nella profondità azzurra
la felicità del cielo,
e se mi spuntasse un paio di ali
la raggiungerei.
Tra le rughe del volto di donna
la vita è a pezzetti,
e in ogni pezzetto
c'è una storia d'amore.
Il prato di bianche margherite
scintilla dalla muta rugiada,
dai primi raggi solari
del sol levante,
e il lieve vento appena sfiora
quest'incanto,
la nascita del giorno,
che promette una vita tranquilla,
e tutti crediamo che avvera
prima o poi,
che fosse oggi,
che fosse domani,
o forse mai,
fosse solo altrove,
dove vanno i nostri sogni
che ci attendono a raggiungerli,
finalmente realizzati
nell'eterno respiro.
Soave e dolce
è la ninna nanna
di una mamma
che tiene
per la prima volta
in grembo
la sua perla.
A Nizza
piccole albe
oscurate dalla follia
si sono spente
nell'asfalto purpureo
che ancora riflette
il tramonto della ragione.
Fobia dell'anima
dove l'immagine
diviene sfocata
e la ragione
non ne distingue
il senso.
Il vero artista
saprà disegnare un sorriso
saprà avvolgerlo tra i petali di un fiore
lo poserà tra le mani di un bambino
perché lì diventerà perpetuo.
Perché io son la soffice terra
Che la pioggia inonda,
E son l'acqua
Che pregna l'aria di balsami,
Ma divento brezza
O vento impetuoso, che il
Fuoco alimenta.
Perché io son la Fenice,
Che nella sua vampa estingue
Il dolore
E dalla sua cenere risorge
Più forte e splendente di prima.
E son la cenere
Che si sparge e ingravida il suolo.
Perché io son la soffice terra.