Scritta da: Salvatore Messina
in Poesie (Poesie personali)
Barocco il letto
dove le membra cheti
ed io in te nel grembo
fantastico e maestro
puro nello stile
m'insinuo
rinascimentale.
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Barocco il letto
dove le membra cheti
ed io in te nel grembo
fantastico e maestro
puro nello stile
m'insinuo
rinascimentale.
Avvolgiti nell'armonioso muoversi del vento,
che può accarezzare un fiore o scuotere un secolare,
e anche se non puoi far nulla,
comunque stai facendo qualcosa;
senza poterlo inchiodare...
Ti dico grazie.
Mi abiterai lungo il corso delle età
fino a quando tempo
esisterà e
fino a quando spazio
sarà occupato.
Non sei materia e non mi
consumi, sei
spirito e mi alimenti e
sarai il mio cibo
fino alla morte
dei secoli.
Da una
impalcatura
improvvisata
sentenzia incravattato
il bel paese
redige bandi e pergamene
medaglie un po' stonate
nobili signori e cavalieri
presenzia monsignore
l'usciere il corazziere
l'unto protocollo
di stranieri
non vado oltre
e già
il nostro è un bel paese
civile
ospitale
pieno di chiese
di santi stupratori
con al culo mille pezze?
Ma vai a quel paese!
Non sanno
della tonaca importante
quegli uomini d'infamia vestiti
ingannano all'unisono
stuprano in concerto
inquisiscono solenni
di satana è lo sguardo
e squartano
tormentano
uccidono
le carni tenere di Dio.
Era un uomo
come tanti a lui pari
era semplice
come tanti a lui pari
il cuore avea pulito
significante
era un uomo semplice
brillante
era mio Padre.
Sai di poesia
di frasi docili
alle labbra
di sacri aliti
perché tu
mio bene
al cor risplendi.
Si presentò
semplicemente nuda
al mio cospetto.
Nuda
come la volle Dio.
Vola una colomba cittadina
su tetti di case abbandonate.
L'ultima voce della notte
le tocca le ali nel vento.
I cipressi rompono l'orizzonte
austeri e pieni di tristezza.
Da vetri appannati di silenzio
una vecchia mastica amarezza.
Il cielo si tinge di grigio chiaro,
la luce scende lenta sulla strada,
un passero guarda da un ramo
il giorno che avanza senza parlare.
Su pareti da tempo scalcinate
un volto d'uomo si va spegnendo
coi colori d'un murales a doppio senso.
Vola anche il passero dal ramo:
la colomba segue il suo viaggio
su tetti senza fumo delle case.
Aspetta quella mano di pane
sul balcone d'una casa rossa
con una vestaglia al vento,
i capelli bianchi per l'attesa
e una voce che prega dentro.
Guardai: non c'era un uomo
dissi col profeta scrutando l'orizzonte.
Il corpo era fatto di dolori,
l'anima era piena di stupore,
le mani accarezzavano un'ombra
uscendo silenziosa dalla grotta.
Non c'era un uomo quella sera
quando il silenzio esplodeva
rompendo i cristalli del corpo,
le mani cercavano un appiglio
nell'azzurro di un cielo rotto.
Guardai: non c'era un uomo
né un profeta per darmi una mano
nel deserto di idoli abbandonati,
in quella discoteca accesa
a ritmi di geometrie umane.
Nel deserto le rose sono di pietra,
i giardini sono un'illusione,
i fiori sbocciano con la luna
maturando al passo dell'uomo.
Guardai: non c'era un uomo
e nascosi il volto fra le mani.