Scritta da: Rosy Zangala
in Poesie (Poesie personali)
Ho bisogno di parole che non sento
Ho bisogno di sorrisi che non vedo
Vivo l'oggi sperando che il domani mi sorprenda
Sogno il domani cercando nell'oggi la giusta direzione.
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Ho bisogno di parole che non sento
Ho bisogno di sorrisi che non vedo
Vivo l'oggi sperando che il domani mi sorprenda
Sogno il domani cercando nell'oggi la giusta direzione.
Passeggia con me ti farò conoscere la mia terra
Ti presenterò alle acque limpide del mare
Così cristallino, così nitido
Con i suoi fondali pieni di pietre preziose
Ti accomoderai sulla riva
Con le onde che ti inseguiranno e
Con la sabbia color oro che ti
Avvolgerà fra le sue braccia.
Appena alzerai lo sguardo
Verrai attratto da lei
così imponente, maestosa che ti ammalia
con il suo cocuzzolo innevato e la sua fumata abile
ed avrai voglia di incamminarti per vedere meglio.
Si appresterà ad esibire la sua possenza e la sua tranquillità
Il suo paesaggio verde boschivo
E poi...
A pochi passi
Qualcosa di favoloso
la sensazione di essere in un altro pianeta
un paesaggio lunare, strano irreale.
Il mio mare e la mia montagna
Sicuramente si innamoreranno di te
Perché tutto qui ricorda te
Anche se qui tu sei mai stato
Tutto è come te, contraddittorio
Vivo, stravagante ma al contempo equilibrato,
fiero, stoico, timido ma forte.
Passeggia nella mia terra ti farò conoscere me.
L'ascia dei monti riecheggia nel vento,
incanti di elfi ne ignorano il canto.
Flauti di gnomi che turban la quiete,
angeliche voci che paiono liete.
Uomini armati portan le spade,
sembra non abbiano aura dell'ade.
Grandi son l'ombre che volano in cielo,
candide nubi lo rivetono a velo.
Orde di orchi arrivano in campo,
nelle caverne si perdon nel tempo.
Ora gli eserciti, sette sono pronti,
alle pendici oscure di grandi monti.
Un urlo, un grido, o forse un errore,
le razze son pronte a morir con onore.
Un era, un giorno, o pochi minuti,
La guerra finisci con due sopravvissuti.
A razze distinte essi appartengono,
da diverse regioni essi vengono.
Han combattuto una dura battaglia,
con spade, elmi, e cotte di maglia.
Son molto amici e avanzan tra i monti,
ove assieme crearon i Bisonti.
Tra queste valli vengono ad alloggiare,
città e stirpi poteron creare.
Giochiamo
ne sento la mancanza
di perdute emozioni
Prendi le labbra e
senza morsi
portami la bocca
sul punto
che inonda i sensi.
Pulsa la vulva
pensavo non sentisse
invece inerpica
e... com-bacia.
Mi trascino
in punta di piedi
dove emergono
le mie parole
dove mi abbandono
nell'incanto
di danze carnali
dove i tuoi occhi
seguono i miei movimenti
nel sfiorarti
nel toccarti
preparandoti
al mio tocco
si! Preparare
la tua anima
e la tua pelle
al mio fuoco
Io... forza ribelle
di un fuoco che arde
dove tu... non puoi domarmi
sono il più maestoso
dei tuoi fuochi
dove tu stesso
brucerai
nel desiderio
di avermi
anche solo per un'istante.
Nano che vieni giù dai tuoi monti,
che alle spalle hai lasciato i tuoi ponti.
Ora ti attende una vita di guerra e di morte,
devi combattere per la tua consorte.
L'ascia è impaziente, vuole tagliare,
Goblin e Orchi vuole ammazzare.
Sono potenti, cattivi e pur tanti,
Se ti colpiscon difficilmente la scampi.
Ma con coraggio ti difenderai,
tanti onori in cotal modo otterrai.
Se finirai con onore combattendo,
La tua gente ti adorerà piangendo.
Tanto è d'obbligo nella vita la morte,
a tutti quanti verrà cotal sorte.
Nella notte la luna si affaccia
dai contorni dei balconi.
L'ultime ali si stringono in nidi.
L'albero ferma la chioma
quando il vento va altrove.
Il tram sosta non fa
l'ultima corsa ha il vuoto.
Ultimo il gatto che sfugge
all'amore che fa capolino
fra le lenzuola dorate
pronte dal mattino.
Nella notte la sosta è consentita
anche per quel vagabondo che
all'angolo silenzioso vacilla
non vede più il mondo.
Nella notte la luna si specchia
su di un prato composto.
Solo il sibilo del bruco
che diventa farfalla
fa diventare la notte
ancora divina.
Spera di colorare
al risveglio
come una fata turchina.
Nel suono del mare
nelle parole del vento
sdraiata in una spiaggia deserta,
con quella musica, con quella canzone composta solo di parole naturali
io sorrido e sono viva.
Sfoglio il libro dei miei pensieri
leggo le pagine dei miei sogni
recito le poesie delle mie speranze.
Le affermazioni, gli interrogativi, i punti e le virgole:
i sorrisi e le lacrime della mia vita.
"Dante Alighier, s'io son buon begolardo..."
Prendo la penna e scrivo a te, Riccardo.
Sei colto, tu conosci Dante e Cecco,
Apri le orecchie e chiudi bene il becco...
Oggi ti sfido a singolar tenzone,
e forse poi ti scrivo una canzone...
Scrivo, come un giullare, un canzoniere,
Dicendo delle cose veritiere...
Tu credi a questo Dio, caro Riccardo,
È un idolo pagan falso e bugiardo.
Santi ormai non ce n'è su questa terra,
e a chi vuol fare il santo io faccio guerra...
Questo tuo caro santo è innamorato...
Dimmi: sta dando addio al celibato?
Sposato avea Madonna Povertà...
Viveva sol facendo carità...
Non è facil l'amore a un missionario,
Anche se spesso va in un seminario...
Forse è un santo un po' particolare...
Aiuta tutti e non sa cosa fare...
Forse lui sta facendo un lebbrosario...
Prego per te e dico il mio rosario...
Un rosario di preci, auguri e motti,
che poi farò cantar a Jovanotti...
Lui dice che fa tutto a fin di bene...
Tante donne per lui soffron le pene...
Soffrii anch'io le pene dell'inferno,
Ma infine mi aiutò il Padre Eterno.
Mi disse un giorno un vecchio sacerdote
"Se cerchi santi, torni a mani vuote".
Io giravo, perché cercavo un santo...
Volevo far sentire a lui il mio canto...
Il canto di una madre disperata...
Sembravo la Madonna Addolorata.
Ma questo santo sempre mi sfuggiva...
Si nascondeva, ma io fui giuliva
quando alla fin con lui riuscii a parlare
gli dissi cose per lui tanto amare...
I veri santi non temono una donna
anche se ha i pantaloni e non la gonna.
Lui dice di aiutar troppe persone!
Sfido anche lui a singolar tenzone!
Dì al tuo idol, Riccardo, che mi scriva,
Anche se io sono una donna schiva.
Mi scriva lui, di getto, una canzone,
la canterà di sera al mio balcone...
Riccardo, ciao, per ora chiudo il canto.
Tu và a baciare i piedi a questo santo.