Scritta da: Massimo Bocchini
in Poesie (Poesie personali)
Il cuore, batte, batte, batte
frenetico... veloce, sempre più veloce
E poi...
un gesto, una parola
una carezza, un bacio...
E la vita esplode in te.
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Il cuore, batte, batte, batte
frenetico... veloce, sempre più veloce
E poi...
un gesto, una parola
una carezza, un bacio...
E la vita esplode in te.
Dolore muto al passare del tempo.
Sordo non sente conforto alcuno
al mio cuore appassito.
Mille parole,
mille lacrime,
mille rimpianti,
mille silenzi,
mille giorni
non sono bastati
a comprare il tuo amore.
In un angolo aspetterò.
Aspetterò l'imminente arrivo
di chi invece riuscirà.
Ed allora imparerò
dai miei sbagli.
Imparerò da quei pomeriggi
passati assieme soli.
Imparerò da quelle serate
trascorse in compagnia d'altri
quando a me
bastava la sola tua presenza.
Imparerò delle tue paure nascoste
e da esse avrò risposte
ai miei dubbi insistenti.
Imparerò che ancora
t'amo come un cane bastonato
che vive per poter
conoscer carezza.
T'amo d'un amore sincero
privo di menzogne.
T'amo le labbra.
T'amo ogni singola
linea del tuo viso.
T'amo le mani
che stringevo nelle mie.
T'amo l'ingenuità.
T'amo l'incertezza
che mi ha fatto volare.
T'amo il sorriso.
T'amo gli occhi tuoi
dal colore incerto,
in cui credevo di veder
ciò che speravo di poter.
Soffro di un dolore
cieco ad alcuna speranza.
Un dolore rimasto ignorante
del significato d'esser amato.
T'amo.
Non piangere, sorridi se troverai le forze indifeso amico...
Guarderò dritto nei tuoi occhi fino a trovare il tuo dolore e lenirlo.
Condividerò con te il passo stanco verso un sentiero difficile da percorrere, seguirò il tuo sguardo melanconico inondato di luce fioca, cambierò il buio con il sole per ogni lacrima scesa sul tuo viso, asciugandola col mio calore strappandola dall'infinito inverno che ti logora...
Siamo così: come un frutto acerbo e poi maturo, come un giorno di festa e una notte in tempesta.
Non piangere, sorridi se troverai le forze amico mio!
Guarderò dritto nei tuoi occhi fino a farti carpire che per ogni lacrima scesa sul tuo viso, è il frutto acerbo che matura e quando questo accadrà, ovunque tu sarai e in qualsiasi momento io sarò li per coglierlo...
La tua unica fortuna la tua forza.
Non allungare troppo lo sguardo nel lontano orizzonte, cerca attraverso i tuoi passi l'elisir della vita, il quadrifoglio del vivere è già nel tuo giardino, cerca e sentirai la sua luce chiamarti per nome, perché la fortuna è di chi respira, sorride e coltiva i propri sogni.
Coltiva il tuo quadrifoglio, semina la tua esistenza, la luce cerca la luce, preparati ad accogliere la tua fortuna, non sarà un unico seme a farti sorridere ma l'insieme di mille e più fioriture.
Accumula la tua rabbia, e usa la sua forza per seminare ancora, le promesse del vivere non saranno vane, ti fu detto: "Avrai la vita".
E la vita ti sarà consegnata dalle tue stesse mani, non esiste al vivere maggiore traguardo da raggiungere, e tu lo toccherai, trasforma lo scoramento in forza e la tua rabbia in caparbietà.
Semina, solo così la tua vita vedrà fiorire i suoi fiori, il sole è alto semina.
L'immensità stanotte è passata di qua, e mi ha sfiorato. Mi ha sussurrato qualcosa e io non l'ho capita... ma sono sicuro che era qualcosa di prezioso.
Le stelle luccicano ed io mi rassereno.
La notte mi parla, mi invita ad essere leggero, a volare in altre notti più gioiose e miti dove l'immensità è più sconfinata e nitida e le parole sussurrate saranno chiare... ed io le capirò.
Vorrei essere una farfalla
per volare li da te
ed entrare nella tua stanza
per guardarti dormire
come una dolce bimba
Starti accanto e dimostrarti il mio amore con un solo abbraccio
Vorrei poter leggere nel pensiero
nel tuo pensiero
per sapere cosa pensi di me
per sapere quello che la tua bocca si ostina a non dire
Notti chiuso nella mia stanza penso questo
e spero tutto ciò un giorno diventi realtà
e allora finalmente potrò stringerti far le mie braccia e col cuore in mano
dirti finalmente: Ti Amo!
Chiuso come un uovo era quel giorno
di un uomo triste seduto sulla panchina
guardando il treno passare nella nebbia
Non sapeva come sfamare il silenzio
posato sulle mani fredde d'inverno.
Ascoltava le foglie cadute per terra
raccontare la favola della vita:
è bello guardare gli uomini dal ramo
passare, gridare, ridere e cantare!
Le lacrime non le vedevamo cadere
erano degli altri, perché sapere?
Adesso sì ci bagnano senza parlare
ci accartocciamo per farle germinare.
Era un uomo seduto sulla panchina
con la testa stretta fra le mani.
Ero io, eri tu, era l'altro?
Certamente aspettava il domani.
Era ancora agosto quella sera perduta
sotto gli occhi di una piazza spagnola,
dove il calore sbocciava in una rosa
appesa al cappello di donne in amore.
Nei bar si beveva e gridava:
"Dos de calamares y una caña"
La gente entrava e usciva
guardando la luna
nel bicchiere di birra.
Due occhi smarriti masticavano vuoto
sul pavimento pieno di rifiuti.
Era ancora agosto quella sera spagnola
all'ombra di una mantilla bianca
vestita da baturra e senza nome.
La ricordo passare insieme a un piccione
sotto quegli archi antichi e calce nuova.
Non so chi era, non so dove andasse.
Portava il cuore e un fiore
in quella danza notturna.
La notte è giovane - diceva -
il corpo è jota. Andiamo...
Il ritornello era sempre quello.
La notte passava senza rancore.
È ancora agosto quella sera spagnola
su corde di chitarra e una notte in fiore.
I romantici hanno rotto la ragione
in un angolo d'ombra e d'amore.
Andavano i musici dietro greggi
senza pastore e poco rumore.
Non è morto il cuore dietro i cannoni,
è rimasto in silenzio appeso all'edera
di un giardino secolare senza padrone.
I romantici hanno rotto la ragione
sulla facciata di un edificio nuovo.
Sono rimasti per strada i poeti
atterriti da un uragano di parole.
Sono morti i miti sentimenti
sono risorte le grida di passione.
Dove sono i romantici di ieri
e gli innamorati di sempre?
È sbocciato nell'angolo un fiore
è il bacio d'un poeta romantico
caduto da un vecchio balcone.
I romantici hanno rotto la ragione
chiudendola in una palla di vetro
di un mondo malato di passioni.
Prendila rompila,
dentro ci troverai
il tuo cuore.
Stanco ma non vinto è l'uomo addolorato dalle sue sconfitte, egli saprà convogliare la forza del suo dolore per migliorare la sua esistenza. E quando gli invidieranno la sua grande terra, mostrerà al vivere le sue profonde piaghe.
Non è fortunato l'uomo saggio, ha solo visto laddove tu non hai ancora guardato.
Non è diverso l'uomo che vive, ha solo percorso più velocemente la strada che ora tu stai intraprendendo.
Non è generoso l'uomo che ti sorride, vive semplicemente il suo esistere.
Non è un buon ascoltatore l'uomo vero, ha solo riconosciuto la vita nei passi del suo prossimo.
La vita non è lontana da dove guardi, osserva con gli occhi del cuore e la riconoscerai in te.