Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Geremiade

Reduce sconfitto e mezzo storpio
dalle frontiere fumose della vita
alla mia solitudine natia son ritornato:
quanto tempo è passato,
quanto fino ad oggi è accaduto!
Non tutto è stato obliato
nutrito e svariato è l'elenco
delle cose non dimenticate
tanti i momenti, le ricorrenze
e i fatti nel pensiero ripetuti.
Oh la lista di chi è partito
senza averlo annunciato
gli anniversari di pene mai confessate
le tappe ad ostacolo degli anni dileguati!
Alla mia prigione mi son riconsegnato
inseguito da ignoranza e infantili paure
tenute, barando, tante volte a bada.
La litania di giorni che mi morde
come eloquente ne è genuina portavoce!
Dovrò gonfiarmi di calma e rassegnazione
chiudere i conti con speranze e illusioni
restare immobile o strisciare come lumaca
per le poche energie sopravvissute.
Per quanto è avvenuto o non si è avverato
non si può far più nulla: auspichiamo
che almeno si salvi qualche lapillo
prima che raggiunga il suo punto di cenere
o più maceria lo seppellisca e nasconda.
Il buon senso, pervasivo e onesto,
dice che mai si può ritornare daccapo
la vita è così: il passato è passato
il futuro è da un pezzo in frantumi
e neanche più mi sporgo a guardare
a occhi aperti l'abisso che conosco.
Se non si può volare e fuggire
bisogna subire le ombre che arrivano.

Vulnerabile effimero corpo
materia che tendi a scomporti
inceppato l'ingranaggio ossidato
del cuore motore, cadute le palpebre,
senza anima, avvinto alle tue ossa
finirai immobile e tumulato
tra le dune silenti del nulla!
Vivrò controvoglia ancora un poco
ma non resti io desto fino alla morte
che ha carta bianca e fa come vuole.
Composta mercoledì 31 gennaio 2018
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    I colori della vita

    La mia nave a lungo navigare
    ha subito le incrostazioni del tempo
    ora chiede all'alaggio di raschiare
    l'opera ancora viva
    per affrontare il mare
    ma non basta
    superare il tempo
    contro il tempo,
    il concetto di momenti antichi
    contro l'egemonia dei digitali
    reagisce con l'acqua alle narici
    cerca il guado per non affogare.
    ma si muove a rilento,
    perciò per incontrare
    un qualche senso
    e raggiungere in tempo l'altra sponda,
    segue i mostri
    vuoti di profumo
    come fiori di carta senza odore...
    e le vetuste fonti
    che toccavano il porto
    con le stive di sogni e di colori
    ora sono pieni di rimpianti.
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      Scritta da: Carla Vercelli
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      Non c'è da stupirsi al passaggio di Cupido

      Il soppalco conduce direttamente al cielo aperto
      e non c'è da stupirsi al passaggio di Cupido
      che trascina per le briglie il destriero
      di Marte, riottoso al viaggio,
      alla guerra restio.

      Cuori palesemente inesatti,
      ventricoli in subaffitto e atri in bilico:
      l'amore talvolta compie la scala a ritroso
      ma presto risale la china, oltre le sbarre, volando

      nel sorriso rinnovato di un'ora o poco più - testardo.
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        Scritta da: Myškin
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        Sigaretta

        Accendo la sigaretta.
        La lingua è interdetta
        ma le parole scorrono
        ugualmente,
        sulla carta
        e nella mente,
        come un fiume di cadaveri,
        storpi cercando la riva
        tra i papaveri,
        e le rime si sciolgono
        entrano in conflitto,
        l'ultima parola ferma
        non se ne vuole andare
        altre parole muoiono
        nel capo confitto,
        nella fine insperata
        qualcuna si esaurisce
        sul foglio,
        parola disperata,
        parola di cordoglio,
        per un impeto disilluso,
        rime gettate sul fuoco
        confuso.
        Diventano una parata
        sfiorita,
        e la vita assume le sembianze
        di una sconfinata
        ribalta,
        la cima è troppo alta,
        parole si aggrappano
        cadono, vacillano
        ma non scappano al destino
        deridente e mordace,
        perse tra i denti
        di un mastino vorace,
        zampillano e stridono,
        si contorcono, e sfumano
        tra i vagiti
        offuscando le insegne.
        I giochi sono finiti,
        la sigaretta si spegne.
        Composta lunedì 1 gennaio 2018
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          Scritta da: Marta Emme
          in Poesie (Poesie personali)

          Vera insolenza

          A questo mondo c'è chi
          ha le idee confuse e dà
          per buone le cose astruse*
          (che non stanno né in cielo
          né in terra come uno stabile
          dimorare, qui, di tutti gli
          immigrati, com'è già nei fatti).
          Insomma, la logica deve far
          vedere* (in Europa) oltre la
          propria sponda* (confine) per
          favorir decenza* (sviluppo
          accettabile) ove colà c'è solo
          baraonda* (povertà e
          sfruttamento). Va bene. Dal
          ciel, la luce* (sapienza), questo
          invito produce in una mente
          illuminata* (politici, alti prelati,
          aggregazioni...) che, aihmè!,
          dal prestigio, interesse e
          compiacenza - come danno una
          utile accoglienza - da queste
          parti* (Italia), viene infine
          soggiogata. Così, per il suo fare,
          in una utopica dimensione
          questa par solidamente stare,
          tanto che ai rimpatri
          infinitamente sorda vuol restare.
          Eppur quelle persone* (immigrati
          economici) han menti fiorenti e
          valide braccia, non sono insomma
          una merdaccia, e son "sottratti" a
          un paese che, per forza, di
          sviluppo, poi, non ha pretese. Così
          a ciò* (loro rimpatrio) devon portar
          le sensate e giuste intese. Ma
          siccome noi italiani siam gente
          grulla, piuttosto si mantengon qui
          a non far nulla. Che poi
          l'integrazione col lavoro fa
          comunione, se proprio si vuol fare
          un cantico al Signore. Sicché dove
          manca il lavoro si deve fare a
          modo a modo* (essere saggi) che
          a formar dei disperati ci vuol poco.
          E, perdirindina, siccome non son
          proprio cretina, anche oggi non mi
          va di assecondar la china*
          (gli opportunismi di stolte sirene
          che alimentano anche la tratta
          umana).
          Composta martedì 23 gennaio 2018
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            Scritta da: Rossella Di Venti
            in Poesie (Poesie personali)

            Il senso della vita

            La vita le regalò un velo di malinconia...
            lo accolse timorosa e ne fece una meravigliosa poesia.
            Imparò ad accettare tutto...
            quel tutto che un giorno avrebbe avuto un senso
            ma forse un senso già ce l'aveva.
            Era in quegli occhi che la guardavano con amore...
            Il senso di una vita che le aveva regalato un grande dolore.
            Composta sabato 21 gennaio 2017
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              Due alberi nel giardino, uno di olive verdi l'altro nere,
              due colori nel mese di novembre guardando il cielo.
              Gli uccelli vanno avanti e indietro mangiandole sui tetti,
              mentre due tortorelle le beccano delicatamente a terra.
              Due forme di mangiare sotto lo stesso cielo d'autunno,
              due forme di guardare il mondo: dall'alto o dal basso.

              Il giardino osserva, non parla, ma sente, ascolta e tace.
              La luce avanza in questo mattino di luce novembrina,
              il vento che da giorni taceva si è svegliato mormorando
              avvisa i due ulivi di rallegrarsi: la pioggia sta arrivando.

              Tremano leggermente le foglie alla luce tenue del sole:
              alcune si lasciano trasportare allegre solcando l'aria,
              altre preferiscono cadere a terra per essere baciate
              dopo mesi di sospiri come una coppia di innammorati.

              I due giovani alberi del giardino ogni giorno si salutano
              aspettando i loro ospiti volanti che li solleticano sui rami
              mentre fanno cadere come foglie secche varie lacrime
              per ringraziare la terra che li nutre come una mamma.
              Anche la natura ha occhi, orecchie, mani, piedi e cuore:
              tutto quello che ha lo regala agli uomini e agli animali.
              Composta lunedì 27 novembre 2017
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