Poesie di Paola Subrizi

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Dove mi stai portando
Notte?
Spalancami le porte
del sogno
ancora una volta.
E poi
dimmi,
che è tutto vero.

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Attendo
forse da anni,
che là trasformazionè
si attui.
Io so
di cosa sto parlando.
Ma tu
che dimori così lontana,
che non hai più risposte
e che
hai scelto il silenzio,
sai dirmi
se al suo arrivo
avresti voluto
non aprirle
più
la porta?
Perché io
come te,
non lo saprò
che dopo.

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377/18

Guardavamo le ore passare.
Scorrevano
e furtive,
si nascondevano
dietro l'orologio.
Ma noi le trovavamo
e veloci,
le rimettevamo indietro.
Così,
il gioco continuava.

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376/18

Nella mia stanza,
la notte,
volano parole.
Io non le vedo ma
le sento cadermi addosso.
Si mettono in fila da sole
e urlano forte il mio pensiero.
A me,
non resta che catturarle in fretta.

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375/18

La foglia che ora guardo,
non vola.
Simula una danza
Non le servono scarpe
per cadere.
Si è fermata lì
sul bavero del tuo cappotto.
Che bello!

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371/18

Vieni.
Raggiungimi tra i fili d'erba.
Abito
tra i rossi papaveri
e le margherite
ormai spoglie.
Insegui i soffioni
che galleggiano nel vento
e dona all'orecchio
il canto dei grilli.
Cerca il sentiero
delle laboriose formiche
e lasciati inebriare
dal profumo dell'umida zolla.
Poi, stanco,
immagina la notte.
Incontrami.

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338/17

Gli occhi?
Due porte.

Un ingresso,
ad un fugace passaggio
- per ciò che poi -
dimorerà altrove.

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366/17

In vene di vetro
scorre sangue di vino.
Nella bocca come al cuore
fiotti l'annegano.
Passa la vita pizzicando
le corde.
Esce una nota,
forse un gemito.
Si appoggia stanca
la palpebra sugli occhi
mentre il buio
perenne,
li bacia.

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359/17

Un viso lontano
che un sogno avvicina.
Forte è l'inganno.

Supplico la notte
di non piegarsi al giorno.
Rimango appesa
al parapetto
che oramai
il sole infuoca.

Lascio le mani.
Cado nel nuovo giorno...
e di nuovo ti perdo.

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360/17

È importante
raggiungere il colmo.
Poi svuotare velocemente.
Ciò che rimane
non è che l'essenza.
Così leggera
da non farsi riconoscere.