in Poesie (Poesie personali)
È un rifugio la notte.
Respiri affannosi
sotto il peso del giorno.
Ti puoi nascondere
diventando scia
del niente del giorno,
ma non scomparirai.
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È un rifugio la notte.
Respiri affannosi
sotto il peso del giorno.
Ti puoi nascondere
diventando scia
del niente del giorno,
ma non scomparirai.
Noi non possiamo cambiare
ci adeguiamo al quotidiano,
ma
all'improvviso
esplode il nostro lato predominante
il nostro vero io
Allora!
Non cambiare
resta così come sei
Amati per come sei
te stesso.
Dell'estate ormai resta il silenzio,
l'assorto pensiero di te,
il ricordo.
Un sorriso che ancora fa male,
l'immagine che lenta scompare,
l'addio.
Rumore sordo di un tonfo,
lo schianto nel buio profondo,
la notte.
Sei presenza lontana del tempo della giovinezza,
così distante e cara,
sei lacrime.
E nell'assenza dedico a te parole,
per non dimenticare,
sotto l'albero di limone.
Immagino parole vestite da soldato
protette dall'elmetto che imbracciano un fucile
vestite di mimetico colore
pronte... per annientare un cuore
e resto un po' scioccato... immobile
non so più cosa dire
non le vorrei sentire
però dentro di noi... plotoni di parole
armate fino ai denti
son pronte per partire
e fanno male... quando riescono a colpire.
Si avvicina il giorno fatidico,
vorrei tornare indietro, ma sono in bilico,
ho dedicato a quel momento versi,
ma dopo un anno si sono persi.
Ricordo, come fosse ieri, lo sguardo tuo
incollato a quello mio,
il sorriso accennato e il cuore a mille,
sono l'oggetto che vorresti, volti le spalle.
Il sogno è ormai finito dietro un vetro scuro,
il mattino ha cancellato un boccone amaro,
cosa rimane di " quel momento" ormai vissuto,
forse un ricordo inciso o mai avuto.
Mio triste Dio della bellezza in prosa
non potevi far di me la tua sposa,
hai scelto la giusta rima da fare
chiudere gli occhi e lasciarmi andare...
Aridi terreni calpestati dai ricordi
solchi
segnano i miei bordi
veli dipinti oltre le staccionate
sagome... figure perdute
tempo passato tempo che scocca
amaro il gusto... senza la tua bocca
giorni di grigia incertezza... notti
compagna... tristezza
respiri sentiti sospiri cercati
incontri... aspettati
felici sorrisi intrisi di crema
teatro di vita... di magica scena
il sole ci scalda... in un giorno sereno
la gioia inattesa
l'arrivo di un treno.
Come sparo dritto al cuore
il respiro lacera la carne,
copre di rumore il dolore,
rimane il vuoto immobile.
Una tempesta senza fine
strazia impietosa i ricordi,
soffoca rapida le parole
lasciando solo fango e silenzio.
Grida forte l'esule
correndo incontro al nulla.
Nell'anonimato cittadino,
acuta,
penetrante,
rimbombante
m'investe
la finta allegria
dei fuochi artificiali.
Amare vibrano
le mie corde di solitudine.
Mi ribello,
mi fermo,
decisa risalgo
su spazi intatti
di libertà
e raggiungo
la mia cattedrale
di silenzio.
E d'incanto
ritrovo cielo profumato
di fratelli.
Ora mi rivive dentro
fiume di pace
nel mio diverso capodanno.
La rabbia,
arcano sentimento,
flebile pensiero,
elementare...
Di fuoco,
come il calore che sprigiona,
di acqua,
che di cascata in piena,
tutto travolge.
Di tuono,
rapida e precisa colpisce.
Di terra,
che culla dolce le sue creature,
e le punisce quando capita.
Di aria,
che spazza via il dolore.
Di ghiaccio,
a congelare i cuori,
di chi patisce pena.
Di buio,
nero, colore dei cuori iracondi.
Di luce,
sfogo primordiale.
Elementi che uniti,
donano al mondo qualcosa:
te.
Cercavo d'incontrarti a tutti i costi
per la strada in mezzo al vico
ma... mi vergognavo... adesso te lo dico
Mi nascondevo dietro ad un muro... un'angolino
si... proprio come un bambino
non ero preso da paure... ma mi invadeva un fuoco
e bruciava troppo il suo calore
Oggi la fermo... le parlo
mi piazzo nella strada... l'aspetto
ma appena ti vedevo mi si chiudeva bocca e stomaco
come... per dispetto
Decido allora di dirti quel che provo scrivendo due parole
ero così felice... ma non stavo scrivendo io
scriveva il cuore
Questo mio scrivere di te mi catturò come non mai
scrivevo tutti i giorni... e non ti vedevo mai
Scrivevo giorno e notte... a pranzo
ti scrissi cosi tanto che ne uscì un romanzo
Ora è passato il tempo... e sono ritornato
giù per strada dentro al vico per un giorno ti ho aspettata
ma tu non sei passata
Ora mi chiedo perché non l'ho mai fermata?
Mi guardo attorno e scopro che tutto è cambiato
ho tra le mani pagine d'un romanzo mai finito
il titolo?
Le parole che non ho mai trovato.