Parlo a te disteso su quel letto, parlo a te senza sorriso, senza un lamento.
Parlo a te che sai ascoltare, che non giudichi e non ami giudicare
Parlo a te ora che ho il coraggio, ora che gli occhi mi consigliano un pianto, ora che ti assolvo dagli errori del passato: per sentirmi forte, per non aver paura, per non sentirmi solo, incompreso e condannato
Parlo a te ora che sei dentro di me ora che ho la forza di capire. Ora che riposi in pace.
Gli occhi spenti di una muta sera affondano i piedi su una tiepida sabbia di stelle calpestando quel senso d'inquietudine e incanto dell'uomo senza domande dell'immenso.
Sulle onde bramose d'una lacrima si riflette la luna morente che s'infrange contro una scogliera d'anime, l'ultima muraglia della sera.
È imbrattando d'animosità la quiete che risorgo ogni giorno dal mare, trovando l'istinto oltre la ragione.
Specchio. Riflesso del mio volto li, ma sono io? Mi chiedo Specchio! Chi sono io? Appare una donna dal viso stanco, mani stanche che hanno lavorato tanto. Solchi che circondano il volto di chi non si arrende Non ha più niente. Specchio, fammi rivedere abbracciata ai miei figli col sorriso. Specchio, specchio. Specchio.
E rannicchio l'anima a infittire sensazioni... E cerco solo dissolvenze di spigoli che inducano spazio morbido a soffi di pensieri. Così libera, sciolta da nodi della mente trascino in me l'emozione di uno sguardo che sia luce nel buio.
Illuso pensiero stravolgi il ritmo e avanzi strisciante apparendomi reale in riflessi di specchi vitali... Mi guardo... non riconosco la luce essenziale. Vago inutile corpo in meandri di moventi avvinghiati nella mente di fredda obiettività. Impazzire non devo al gioco del destino che ha deciso la mia solitudine. Ma l'amore si offriva come salvagente ed era macigno per annegare nel buio di finte carezze. Illuso pensiero affonda anche tu con me ... sarà finalmente oblio.
M'è capitato un tempo di brancolare in una terra nera che la mia ingenuità ha confuso col cuore. Ho visto ponti cadere e mani afferrarsi alle funi a cercar disperata salvezza. È giunto un uomo, un passante. Ha baciato il mio sguardo come il mare bacia il sole al suo morire. Ha teso le sue mani alle mie mani che tremavano come quelle di un cieco che cade nel vuoto. Ha calmato i miei affanni quell'uomo, e le gocce di sudore che infinite sui miei occhi mi impedivano di scorgere l'infinito amore. La paura m'ha assalito e incredulo di tanta bellezza ho cercato di fuggire da me. Ma non si sfugge all'anima tua una volta che l'hai vista in volto. Non si può dimenticare un cuore che solo le tue labbra hanno aperto. E così sono tornato ancora più impaurito, ancora più forte. Forte dell'amore che necessitavo, impaurito dall'amore che donavo. Ho pianto lacrime senza fine. Lacrime buone che han ridonato ai miei occhi la vista. Ed ho finalmente veduto gli occhi di quell'uomo e con essi, il mare ch'egli porta dentro. Ho nuotato fino all'orizzonte, ho baciato il suo profondo e mi sono sentito finalmente vivo.
L'amicizia un gesto di delizie il primo incontro un timido sorriso una insenatura per rifugiarsi una spalla per piangere un abbraccio per poter gioire manifestare il proprio tormento dare voce ai pensieri nascosti. L'amicizia è anche il nulla che ci portiamo dentro non si trasformerà in amore non si trasformerà in un sentimento non sarà mai gelosia forse si nasconde un velo di ipocrisia.
Ho provato a scrivere queste pagine con un inchiostro indelebile... Ma evidentemente non esiste... esiste un inchiostro davvero indelebile? Ho scritto e riscritto pagine e pagine, ma sembra che una dopo l'altra vadano per cancellarsi Io spero e vorrei credere che queste lettere non verranno cancellate dal tempo. A volte bisognerebbe fare solo un passo indietro Così che riuscire a capire non diventi impossibile E fuggendo tra i ricordi, un'intuizione rimise ogni singolo dettaglio al suo posto E alla domanda ne vale veramente la pena!? Io risposi "no".