Frammenti d'indicibile pensiero, briciole d'umana inconsistenza, si accalcano disordinatamente in mente quali stormi in fuga dal cielo.
Impazientemente tutto crolla come fosse niente: scaraventati giù verticalmente, ribaltiamo tutto in cerca di sentenze, cercando l'acuta saggezza tra avanzi d'insipida ignoranza.
Il dolce e l'amaro del giorno rivive la notte, sì che -anche a volerlo- non potremmo più nasconderlo tra le mani: basterebbe togliersele dagli occhi per accorgersi di mentire a se stessi...
Intanto l'uomo invisibile del giorno fattosi notte si gode in solitudine quell'attimo maturo di trepidante attesa, seguendo da anni le luci inconsistenti dell'alba.
Sul letto inondato di fiori ho baciato il tuo volto immobile
Mani fredde cingevano rose rosse rose appassite
Sul freddo letto la tua fronte luminosa ricordava lampi di vita di felicità
Dal letto vergine di giovinezza spezzata il canto candido la voce eterna della tua anima ancora sale alle stelle, del nostro amore eterne silenziose testimoni.
Noto qualcosa strana camminare nel silenzio della notte oscura. Il cuore si rifugia nella grotta ascoltando un silenzio maturo. È un bisbiglio nel cielo un fantasma nella luna un raggio di tristezza trasformato in paura? La sveglia ritma la notte un cane risponde a una stella il tarlo della memoria avanza rodendo il legno della mente. Il sogno si tinge di rosso una donna cavalca nuda un cavallo con la coda nera su una spiaggia piena di sirene. Sarà la voce del pensiero, sarà la spada della guerra, o il vuoto che portiamo dietro? È un fiore bianco una ferita nella sera una luce spenta in tenebre senza veli. Noto qualcosa conosciuta nella luce: la notte è giorno senza più paura. Il cavallo ritorna nell'azzurro: quest'uomo ritorna fanciullo.
Un'ombra di cristallo nella nebbia una ferita incastrata nella memoria una fiamma di fuoco nel cuore un grido di bimbi nella notte.
È l'ultimo tramonto di un uomo camminando solo sul ponte.
Un'ombra scende gridando con i morti i cristalli frantumano il grido della morte il cuore non ha un angolo solitario per curare la ferita aperta nell'anima.
Si cammina come il toro nell'arena: furore negli occhi e morte nelle vene. Il labirinto costruito senza valori distrugge il filo d'Arianna dell'amore.
Abbandoniamo le ombre senza cuore ritorniamo ad essere uomini di perdono.
L'apparenza nasce con una maschera portata con destrezza nobiliare: ci s'inebria, si adatta e si trasforma, in un mondo ridotto un gran teatro. Si cammina truccati da marionette su strade di città piene di gente, dove l'occhio non conosce le stelle per brillare con una luce celeste. C'è chi vive da vecchio straccione per coprire un passato maledetto, c'è chi vive da aristocratico signore per non essere riconosciuto ladrone. L'apparenza guardandosi allo specchio si vive con tristezza tutto il giorno. Non conosce il sorriso d'un bambino o lo sguardo tenero di un vecchio. L'apparenza si vive senza storia perché la vita è stata un falso, con orpelli appesi nel cuore e maschera piena d'inganni.
La vita gocciola in ogni istante, se prima eri un dolce infante ti ritrovi con la barba sul tuo viso, è passato in fretta il tempo del sorriso.
Gli anni sono volati via sciogliendo i tuoi dubbi, mettendo le catene ai pensieri nobili strisciando negli incavi di quel che eri han fatto di te un uomo tra i più veri.
Stilla ancora la tua vita, sei solo a metà della salita, hai visto le inferriate delle tue prigioni aprirsi per far posto a nuove stagioni, la primavera di una bella giovinezza, l'estate che ha portato la freschezza, l'autunno malinconico del dolore, l'inverno che ha nascosto il tuo sole.
Dolce amico che viaggi nella notte scura, le gocce della vita non devono far paura, bevi dolcemente quel che ti resta se non temi un altro inverno, il resto sarà una festa...