Quanta voglia avrei di gridarti quanto mi manchi! Ma mi ritrovo ad urlarlo infinitamente dentro il mio cuore facendo eco nella mia testa. E non mi fa dormire... mi contorco cercando di afferrare la mia ansia per un piede. Devo stare attenta a non farla fuggire, chissà altrimenti cosa potrebbe fare! Non so quanto ce la farò ancora a respirare senza che le parole disertino dalla mia bocca. Ma che differenza potrà mai fare un grido di dolore soffiato dentro una sfera di finissimo cristallo o nello spazio di infinite distante!?
Immersa nello stupore di occhi incomprensibili, come se il nulla dominasse l'indomabile. Esita la mia capacità di comprendere, troppa nebbia e ombra, offusca lo specchio di quello sguardo.
Cosa c'è di bello nel mondo se porti un fiore nel giorno del dolore a chi non fa ritorno. Dai ad un uomo il tuo sorriso quando è ancora vivo in viso. Dai ad un uomo il tuo rispetto perché non sei giudice e non emani alcun verdetto.
Perché un giorno Dio ci ha detto - c'è un luogo in cui vi aspetto - e quando saremo al suo cospetto non sarò io un inetto perché non ho posseduto un tetto e tu un signorotto perché hai bottoni d'oro nel cappotto.
Non ci sarà alcun uomo corrotto che ti darà il passaporto per farti entrare in un mondo dove niente è distorto.
Affondare nei ricordi, rimescolare i sensi e perdersi in un respiro, ascoltare il frastuono e lo stridere incessante di pensieri spigolosi e frenare il cuore all'improvviso. Tremano le mani e bruciano le lacrime amare che scendono giù a rovesciare e stravolgere inconsistenti castelli di carta accatastati su un cumulo di false certezze. Scivolare senza appigli, senza un filo di voce per implorare qualcuno, qualcosa, chiunque, qualunque cosa. Fiamme quasi spente anneriscono e lentamente muoiono, cieli tersi si velano di terrore, anime stanche si accasciano.
Innocente, ridente, con la voglia dentro il cuore di vivere le bombe ti hanno strappato il sorriso i tuoi sogni son volati via. Strazianti, straziati Tutti quegli angeli quei volti sembra che parlino l'ultimo grido, Mamma, madri. Grande il vostro dolore insopportabile a ognuno di voi Grida! Manda in cielo il tuo grido Io la mia preghiera a Dio Altro non posso.
Lascia che io parli al tuo silenzio, lasciati cullare dal tuo dolce fiato, tira fuori le parole che dire non hai mai osato, fa che smetta quel logorante ronzio.
Un tarlo dopo l'altro e la tua anima cola, la linfa che scorreva si esaurisce da sola, fa che si rigeneri col tuo dolce canto, non pensare a quel che hai perso, non aver rimpianto.
Cos'altro potrei dirti che non ho scritto, tu tergiversi o te ne stai zitto, assumi un atteggiamento adatto, sei pirata sulla tua nave da matto.
L'inverno che porta le foglie agli occhi grondanti di pioggia al mattino, chiudi il cancello alle tue spalle, io ti sarò sempre vicino...
Ci sono momenti pieni di sofferenza; momenti di tristezza; momenti d'incertezza; momenti di solitudine; momenti pieni di dubbi; momenti che ti poni domande; momenti che non trovi risposta; momenti d'ira che non controlli. Ma mi pongo una domanda lì.
Evitiamo? E se a volte ci tornano in mente riconosciamo che siamo noi molto spesso i protagonisti?