L'ultima pagina di questo libro si è chiusa in modo lieve forse aiutata dal dolce scender della neve
che come copertina è scesa a ricoprir l'anno ormai... vecchio... stanco
facendoci trovare pronto stamattina un nuovo immenso foglio bianco
che tutti noi saremo pronti a ricoprir d'amore scrivendo le parole che ci detta il cuore
felici di poterle indirizzare in ogni dove contenti di sapere che qualcuno nelle nostre righe ritrovi il suo colore e perché no! Alleviare qualche piccolo dolore
il primo foglio bianco di questo nuovo libro mi trova con la gioia dentro al cuore
Scende la neve in questa notte speciale che trova la storia di un intero anno finire con un count down che termina pian piano ai rintocchi ritmici di mezzanotte... Scende la neve in questa notte festosa che trova tante persone abbracciate nel mondo pronte a brindare alzando i calici o pronte ad emozionarsi per non poterselo permettere... Scende la neve in questa notte illuminata dai razzi e dai petardi lanciati verso il cielo quasi a chiedere un aiuto dal Creatore per il nuovo anno simile ad un neonato... Scende la neve in questa notte italiana ed i barboni si stringono nei loro cartoni oppure s'allineano verso i centri d'accoglienza tanto noti ai nostri fratelli immigrati... Scende la neve sui loro capi scoperti e la sua gelida carezza li fa rabbrividire, loro abituati ad altri climi e ad altre storie, loro abituati a radunare le loro grandi famiglie... Scende la neve in questa notte fatata e la festa si dissolve pian piano com'è nata, mentre si posano i vestiti luccicanti e gli occhi si chiudono, tanto stanchi... Scende la neve e l'anno nuovo è pronto a far sognare intere generazioni, misterioso come misterioso è il cammino di Voi, Amici pronti a narrare qualche frammento di storia a chi si fa largo nei meandri del cuore... cosa Augurarvi, dunque, se non la gioia, la serenità, la fraternità, la bontà, la carità?
È una cosa che brilla come scoppio di sintilla. E come una stellina che piano, piano si avvicina. Nella stalla sa illuminare e di notte incantare se qualcuno la tocca scotta! È uno scoppio ma attenzione non è un pioppo!
Trascorrono gli anni, oggi più veloce di ieri, destrieri inbizzarriti erranti senza sosta in una realtà di cui l'essenza è la sola difficoltà
E oggi come ieri, cerchiam l'appiglio nel punto finale dell'interminabile figura, che chi la segue, or sarà all'inizio, della fine, o alla fine, dell'inizio.
Ed ignari della nostra sostanza più vera, fluttuiamo, nel marasma di una vita ordinata, nella frenesia di una vita tranquilla, nel terrore di un domani certo, nell'amore, di un'esistenza meschina.
Or che in un nuovo ultimo giorno sei giunto, interrompi per un istante il tuo vagare.
Rinasci ora e per sempre, ad ogni istante, nell'infinito presente, unico vero sinonimo della tua ragion dell'essere.
Non tentar l'ingegno nell'escogitar qualche tranello, ma come l'aria alimenta il fuoco, fa che l'amor di una nuova esistenza incendi il tuo cuore, e come disse il sommo poeta, che quella poca favilla sia la sostanza di una gran fiamma seconda
Rivoluzione dell'animo, "fattor che si fa sua fattura", artefice del nuovo anno, artefice della tua esistenza!
Un giorno vidi un uomo, un uomo strano a dire il vero chi egli fosse tuttora rimane per me un mistero. Era un soggetto alquanto singolare ciò che lui faceva nessun altro lo riusciva a fare.
Lui giocava, sì, avete capito bene, giocava e di nient'altro si interessava. Come i bambini le novità scopriva ma solo di carta e penna si serviva.
Giocava con le parole, sue amiche erano le congiunzioni che usava come i mattoncini delle costruzioni per creare palazzi fatti per misteriosi abitanti, sue compagne erano le virgole e i punti suoi fedeli aiutanti. Con un verbo dava il movimento ad un soggetto con un aggettivo o un'apposizione arricchiva un concetto.
Se le parole non erano contente di stare come stavano e con lui stonate si lamentavano egli minimamente si indispettiva cominciando invece una nuova trattativa subito le accontentava con un articolo o un verbo in più o in meno.
Una vita del genere a molti provocherebbe noia, ma non per l'uomo che giocava con le parole, ogni giorno era una sfida e una gioia accontentare un verbo, litigare con un complemento tutto questo per lui era un vero divertimento!
C'era chi lo credeva pazzo, a vederlo lì seduto a conversare con la sintassi, c'era chi lo credeva un genio, chi lo chiamava poeta, scrittore, professore! Ma in verità a lui non interessava, l'unica cosa che lo intristiva era lasciare le parole alla deriva.
Come venne così se ne andò un giorno mai più lo si trovò. Io ancora credo che lui giochi con le sue amate parole con cui trascorreva felice tutte le ore.
Arcobaleni sagomati nella sabbia lambiscono i sentieri esportazione sottobanco di futili pensieri seguendo stelle d'ormai sfocata luce sentendo voci roche bagnate da liquor di noce asciutto è il suono di grasse andate feste nature morte... ferme come le tende alle finestre darsene chiuse da naufragate situazioni righe di scogli immobili infrangano emozioni alte maree sommergono doveri e frustrazioni.
Trasporta amore il fiume che attraversa la mia anima ma la paura delle sue correnti... delle sue rapide... le anse i continui mutamenti stravolgono lo scorrere dei sentimenti
Toccare sponde dolci senza un approdo per il cuore e ritornare al centro portando dietro me scie di dolore
Ho già calato ancore nei miei fondali per rimanere fermo cercando appigli... senza assorbire i mali
Ma il vento strappa i miei legami e scivolano via le tue... dalle mie mani
Porta con se i colori dell'amore il lungo fiume che mi divide l'anima ma non ho più paura delle sue correnti il cuore è calmo e segue lo scorrere dei sentimenti.