Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)
C'era una volta in un piccolo villaggio...
Un cavallo di nome furia...
Questo cavallo era speciale perché era un cavallo...
Sicuro, veloce e amichevole, questo cavallo
Voleva volare come tutte le renne...
Però c'era una renna che non andava d'accordo con il cavallo (che si chiamava Furia)
Allora babbo natale se ne accorse e dovette annullare a consegnare i doni...
Tutti aspettavano con ansia babbo natale poi le altre renne chiesero di fare pace loro la fecero...
Diventarono amici... babbo natale si accorse che erano di nuovo amici...
Allora decise di consegnare i doni...
Ma una renna si era ferita gravemente e questo il punto che a noi ci piace...
Babbo natale decise di far provar a furia il cavallo...
Di volare era un po' difficile poi andò tutto bene...
I bambini avevano già i loro regali e iniziarono...
A scartarli e poi trovarono dei regali più belli di quelli che avevano...
Chiesto a babbo natale.
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    in Poesie (Poesie personali)
    Le Havre non era mai stata una città di provincia
    era viva nel suo cuore pulsante...
    splendida e malinconica... lambita dallo sferzante
    vento marino... l'oceano che abbarbicandosi sugli scogli
    emetteva il suo urlo rabbioso e profondo... le sue case
    erano riposanti come amache dai colori chiarissimi
    a respingere il calore del sole... rendendo più fresche
    quelle giornate che avvolgono quel paradiso...
    in un calore dantesco... la salsedine che forma erosioni
    tra i piccoli mattoni ormai stanchi... questi sono i miei ricordi...
    di un tempo ormai lontano...
    quando nel tardo pomeriggio me ne stavo a guardare
    i pescatori... indaffarati... i più vecchi quelli dalla pelle scura...
    aggrinzita dal tanto sole... intrepidi lupi di mare a cercare
    di comunicare il vento alle loro vele...
    alle loro speranze... ai loro sogni...
    era un brulicare di figure quel porto che guardava
    al di la dell'oceano cheto e dolce...
    le sue acque limpide e profonde... una grande insenatura
    verso la Manica... a guardare la vastità di blu...
    solo blu e nulla d'altro... qui gli altri colori sono solo sfumature...
    da quel punto avevo visto partire piccole e sgangherate
    barchette lucide di rattoppi...
    traghetti colmi di brulicante vita... yacht e catamarani
    a spingersi verso l'orizzonte...
    e qui a perdita d'occhio i colori infuocati del cielo
    alla fine del giorno...
    ci andavo con mio padre... ricordo il circolo dei nautici
    un grande spiazzo in cui nella pavimentazione era impressa
    una rosa dei venti... e nella parte più esterna avevano installato
    un grande cannocchiale...
    da lì l'orizzonte appariva senza segreto alcuno...
    io però ero troppo piccina per farlo... mi bastavano
    i racconti che spesso mi narravano...
    ed io con la mia immaginazione lo dipingevo come
    più mi piaceva... lontani i ricordi di un tempo...
    che però non sfugge... tra le mie mani come scintille...
    sempre vive... ricordo i pantaloncini in lana bianchi
    nella fresca primavera i dolci più buoni comprati
    nelle vecchie boulangerie...
    dove antichi odori di lievito e pane ristagnavano come
    se non volessero più lasciare quel posto di terra e di mare...
    e poi il gelato consumato a piccoli tratti per trattenerne il gusto...
    per assaporare quella bontà che mi era stata offerta...
    non lontano scorci di città immersa nel suo silenzioso vivere
    venditori di piccoli pesci offerti da quel generoso mare...
    e la mia curiosità che veniva colmata con la visione
    in prima fila di giganteschi polipi e frutti di mare...
    bellissime conchiglie che ogni tanto mi venivano regalate...
    era sempre la forte mano di mio padre a stringere la mia...
    si lui uomo di comando...
    ma che io avevo sempre visto chiuso nei suoi pantaloni classici
    e golfini in cachemire... difficile pensarlo in uniforme
    e basco da parà...
    era sempre vacanza camminare lungo quelle grandi spiagge
    la domenica... tornavo spesso inzaccherata dalla sabbia
    e dalla salsedine marina che si impregnava nei tessuti
    degli abiti...
    da casa dei miei nonni si vedeva la notte arrivare...
    le luci delle prime barche a guadagnare il mare...
    le piccole vetture che si fermavano sul molo...
    e le luci delle case che sembravano occhi nelle tenebre...
    li guardavo silenziosa quel mio mondo che mi apparteneva
    in parte... e poi mia nonna con grandi occhi azzurri
    amorevoli mi versava il latte caldo in una ciotola...
    poi mi portava a dormire nella mia coltre ben curata...
    queste sono le immagini che più mi appaiono...
    un limbo della vita in cui la consapevolezza di essere adulta
    non ha annullato la fanciulla che è rimasta dentro me...
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      Scritta da: Franco Mastroianni
      in Poesie (Poesie personali)

      Un immenso foglio bianco

      L'ultima pagina di questo libro
      si è chiusa in modo lieve
      forse aiutata
      dal dolce scender della neve

      che come copertina
      è scesa a ricoprir
      l'anno ormai... vecchio... stanco

      facendoci trovare pronto
      stamattina
      un nuovo immenso foglio bianco

      che tutti noi
      saremo pronti a ricoprir d'amore
      scrivendo le parole che ci detta il cuore

      felici di poterle indirizzare
      in ogni dove
      contenti di sapere
      che qualcuno nelle nostre righe
      ritrovi il suo colore
      e perché no!
      Alleviare qualche piccolo dolore

      il primo foglio bianco
      di questo nuovo libro
      mi trova con la gioia dentro al cuore

      siamo nel nuovo anno
      e siamo ancora qui

      a scrivere... d'amore.
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        Scritta da: Paolo Olivari
        in Poesie (Poesie personali)

        Buon Anno 2009

        Scende la neve in questa notte speciale
        che trova la storia di un intero anno finire
        con un count down che termina pian piano
        ai rintocchi ritmici di mezzanotte...
        Scende la neve in questa notte festosa
        che trova tante persone abbracciate nel mondo
        pronte a brindare alzando i calici o pronte
        ad emozionarsi per non poterselo permettere...
        Scende la neve in questa notte illuminata
        dai razzi e dai petardi lanciati verso il cielo
        quasi a chiedere un aiuto dal Creatore
        per il nuovo anno simile ad un neonato...
        Scende la neve in questa notte italiana
        ed i barboni si stringono nei loro cartoni
        oppure s'allineano verso i centri d'accoglienza
        tanto noti ai nostri fratelli immigrati...
        Scende la neve sui loro capi scoperti
        e la sua gelida carezza li fa rabbrividire,
        loro abituati ad altri climi e ad altre storie,
        loro abituati a radunare le loro grandi famiglie...
        Scende la neve in questa notte fatata
        e la festa si dissolve pian piano com'è nata,
        mentre si posano i vestiti luccicanti
        e gli occhi si chiudono, tanto stanchi...
        Scende la neve e l'anno nuovo è pronto
        a far sognare intere generazioni, misterioso
        come misterioso è il cammino di Voi, Amici
        pronti a narrare qualche frammento di storia
        a chi si fa largo nei meandri del cuore...
        cosa Augurarvi, dunque, se non la gioia,
        la serenità, la fraternità, la bontà, la carità?
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          Scritta da: Rolla Gabriele
          in Poesie (Poesie personali)

          Artefice del nuovo Anno

          Trascorrono gli anni,
          oggi più veloce di ieri,
          destrieri inbizzarriti
          erranti senza sosta
          in una realtà
          di cui l'essenza è la sola difficoltà

          E oggi come ieri,
          cerchiam l'appiglio
          nel punto finale
          dell'interminabile figura,
          che chi la segue,
          or sarà all'inizio,
          della fine,
          o alla fine,
          dell'inizio.

          Ed ignari della nostra sostanza più vera,
          fluttuiamo,
          nel marasma
          di una vita ordinata,
          nella frenesia
          di una vita tranquilla,
          nel terrore
          di un domani certo,
          nell'amore,
          di un'esistenza meschina.

          Or che in un nuovo
          ultimo giorno sei giunto,
          interrompi per un istante il tuo vagare.

          Rinasci ora e per sempre,
          ad ogni istante,
          nell'infinito presente,
          unico vero sinonimo
          della tua ragion dell'essere.

          Non tentar l'ingegno
          nell'escogitar qualche tranello,
          ma come l'aria alimenta il fuoco,
          fa che l'amor di una nuova esistenza incendi il tuo cuore,
          e come disse il sommo poeta,
          che quella poca favilla
          sia la sostanza di una gran fiamma seconda

          Rivoluzione dell'animo,
          "fattor che si fa sua fattura",
          artefice del nuovo anno,
          artefice della tua esistenza!
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            in Poesie (Poesie personali)

            L'uomo che giocava con le parole

            Un giorno vidi un uomo, un uomo strano a dire il vero
            chi egli fosse tuttora rimane per me un mistero.
            Era un soggetto alquanto singolare
            ciò che lui faceva nessun altro lo riusciva a fare.

            Lui giocava, sì, avete capito bene, giocava
            e di nient'altro si interessava.
            Come i bambini le novità scopriva
            ma solo di carta e penna si serviva.

            Giocava con le parole, sue amiche erano le congiunzioni
            che usava come i mattoncini delle costruzioni
            per creare palazzi fatti per misteriosi abitanti,
            sue compagne erano le virgole e i punti suoi fedeli aiutanti.
            Con un verbo dava il movimento ad un soggetto
            con un aggettivo o un'apposizione arricchiva un concetto.

            Se le parole non erano contente di stare come stavano
            e con lui stonate si lamentavano
            egli minimamente si indispettiva
            cominciando invece una nuova trattativa
            subito le accontentava con un articolo o un verbo in più o in meno.

            Una vita del genere a molti provocherebbe noia,
            ma non per l'uomo che giocava con le parole, ogni giorno era una sfida e una gioia
            accontentare un verbo, litigare con un complemento
            tutto questo per lui era un vero divertimento!

            C'era chi lo credeva pazzo, a vederlo lì seduto a conversare con la sintassi,
            c'era chi lo credeva un genio, chi lo chiamava poeta, scrittore, professore!
            Ma in verità a lui non interessava, l'unica cosa che lo intristiva
            era lasciare le parole alla deriva.

            Come venne così se ne andò un giorno mai più lo si trovò.
            Io ancora credo che lui giochi con le sue amate parole
            con cui trascorreva felice tutte le ore.
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              Scritta da: Franco Mastroianni
              in Poesie (Poesie personali)

              Equestri giochi

              Acropoli di vento e sabbia
              rigano bianchi desideri
              rami di bianco tufo sorreggono i pensieri

              intrinseche le larghe vie d'uscita
              scorci di panorama
              visioni d'aria respirata

              tesori ricoperti dalla storia
              oltraggi graffittari
              insultano memoria

              tensione illumina le scure notti secolari
              nelle elettriche visioni plateali

              lapilli lavici infuocano parole
              equestri giochi magici

              si mescolano al sole.
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