Che Anno! Mamma mia! Ho guardato nel cassetto quello che è passato Un tormentone, un ciclone; ma no... è stato una invasione di mente che ha permesso a qualcuno di diventare il padrone del mio presente. Ma un regalo mi è stato donato un uomo che mi ha dato un amore incondizionato. Ha guardato nel mio cuore tanto spaventato Il suo amore è stato come volare. È entrato con lui anche il suo Romeo gatto europeo con le fusa, e miagolio ha dato calore al cuore mio. Ora sono ricca d'affetto, guarda un po questo amore cosa ha combinato, è riuscito a farmi avvicinare a chi credevo non mi volesse più amare tutta la famiglia madre padre sorella e figli. Questo è stato il più bel regalo di Natale Tutti intorno al tavolo la notte del Santo Natale. Dopo due lunghi anni credevo non avrei mai più alzato le braccia invece uno ad uno li ho stretti a me è stato come averli partoriti una seconda volta una sensazione meravigliosa ho abbracciato un piccolo seme che cresce nel pancino. Ora guardo al futuro scavalcherò questo grande muro non guarderò mai più indietro. Svuoterò questo cassetto che è diventato stretto con tutti gli errori da riparare, ho solo voglia di ricominciare non mi farò fermare da chi voleva che io diventassi un'abitudine della solitudine.
Mangio con avidità acetiche cerniere simulazione di negata appartenenza tovaglie ovali su tavoli quadrati rilasciano... la luce dei miei lati otri di vino nero evaporato inni perduti vestiti da soldato aperte son le uscite verso un mondo inscatolato niente paura dentro bocce di vetro nessun ricordo torna indietro immenso... l'orizzonte tetro.
Esterni muri dati al vento distanze programmate per mutare sentimento ottoni opachi accatastati accanto all'anima attribuire colpe dentro le righe della pagina riattar figure perse pur non avendo voglia domande ricercate come l'ago nella paglia ottemperate le risposte come ghiaccio che si scioglie.
Canzoni di stonata provenienza inneggiano tremanti a lotte di sopravvivenza negando note armoniche alle orecchie zampilli di spartiti bruciano nei camini di vecchie catapecchie istrionici maestri improvvisati dirigono motivi senza senso assurdi musicanti ricercano la vita in questo mescolato suono denso.
Un Natale meno sereno in cerca di un posto sicuro nel cuore che vede però un piccolo bagliore che acceca e risplendono le parole come un suono.
Queste parole vivono per noi altrimenti si dissolvono come candele si spengono... E allora dobbiamo viverlo questo bagliore forte innamorati del nostro ricordo e pronti a farlo viverlo in queste parole nei nostri discorsi e pensieri
Ancora una volta il suono riecheggia Ancora una volta il nostro cuore sospira E di nuovo la vita continua.
A piedi nudi sulla neve seguo le tue orme, invisibile parlo di te al cuore, brucia la carne al contatto col gelo, non importa, il dolore mi rende viva.
Mi nascondo tra gli alberi secolari, chissà quanta vita da raccontare hanno, uno scoiattolo impaurito salta tra i rami, aspetta con pazienza che passi il gelido inverno.
Quanto silenzio nella tua valle, passeggi tra le fronde col freddo sulla pelle, cade leggera la pioggia sulla noia, vorresti essere una sequoia, saggia sotto il peso dei suoi anni, dura contro tutte le tempeste, forte e resistente alla tormenta, la vita non sempre ci accontenta.
In alto il tuo sguardo segue il rosso vivo di un sogno inciso sulla pelle, guardi quell'arcobaleno di colori, insegue un temporale tra le stelle.
Malinconia e languori di arpe e viole morenti viali tappezzati di brune fronde nebbie cadenti e alberi spogli sgomenti di solitudine e sparizioni gemiti e trapassi silenti muto segue lo sguardo dell'essere da questa postazione in disfacimento. Logora e commette inclemente i suoi crimini il tempo rottami fra schiume i ricordi di giorni lieti fugaci passati. Non fuggiremo mai più dal gorgo: nei fumi e nei sogni dissolti riassunta tutta è la vita; cenere è oggi il fuoco che ci arse spennate e spezzate le ali dorate. Chi più ci abiterà se nessun polline giunge sul cuore e la gramigna colonizza le nostre zolle che fiorirà se tutto rabbrividisce e solo una primavera ci fu data! Nulla più ci ubriaca scomparso è ogni prurito ideale l'asfissia è completa trascinato dal volano degli anni stride e cigola un corpo sull'autostrada a senso unico dei giorni e delle notti.
I fuochi che brillano alti nel cielo scandiscono il giorno di un anno nuovo, per chi ama e lo fa da tempo per chi è solo in questo momento, per i sorrisi di molti bambini, per coloro che adesso non sono vicini, auguri, si dice, per chi in guerra e chi in pace, per i figli lontani, per chi ha le bombe tra le mani, per il giusto impaurito, per l'arrogante ferito, per il ricco di cuore, per il tacito buono che dona amore; non c'è differenza, il tempo pareggia chi lotta per amore e chi vive senza... Buon anno.