Un giorno vidi un uomo, un uomo strano a dire il vero chi egli fosse tuttora rimane per me un mistero. Era un soggetto alquanto singolare ciò che lui faceva nessun altro lo riusciva a fare.
Lui giocava, sì, avete capito bene, giocava e di nient'altro si interessava. Come i bambini le novità scopriva ma solo di carta e penna si serviva.
Giocava con le parole, sue amiche erano le congiunzioni che usava come i mattoncini delle costruzioni per creare palazzi fatti per misteriosi abitanti, sue compagne erano le virgole e i punti suoi fedeli aiutanti. Con un verbo dava il movimento ad un soggetto con un aggettivo o un'apposizione arricchiva un concetto.
Se le parole non erano contente di stare come stavano e con lui stonate si lamentavano egli minimamente si indispettiva cominciando invece una nuova trattativa subito le accontentava con un articolo o un verbo in più o in meno.
Una vita del genere a molti provocherebbe noia, ma non per l'uomo che giocava con le parole, ogni giorno era una sfida e una gioia accontentare un verbo, litigare con un complemento tutto questo per lui era un vero divertimento!
C'era chi lo credeva pazzo, a vederlo lì seduto a conversare con la sintassi, c'era chi lo credeva un genio, chi lo chiamava poeta, scrittore, professore! Ma in verità a lui non interessava, l'unica cosa che lo intristiva era lasciare le parole alla deriva.
Come venne così se ne andò un giorno mai più lo si trovò. Io ancora credo che lui giochi con le sue amate parole con cui trascorreva felice tutte le ore.
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