Scritta da: wannabehappy
in Poesie (Poesie personali)
Liquore e HARIBO.
La mia vita... da un pacco di HARIBO si è trasformata nel più amaro dei liquori.
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La mia vita... da un pacco di HARIBO si è trasformata nel più amaro dei liquori.
Voglia di sentire le tue labbra aprirsi e danzare con magiche parole che curano la mia anima dicendomi ti amo.
Voglia di un ti amo percorso e sentito fuoriuscire dai piccolissimi pori che possiede la mia pelle, lamentandosi e alzandosi in inni per i fastidi procuratosi per l'assenza di un tuo ti amo. Un tuo ti amo magico, udire che possiede tutto il vero essere della vita, cancellando tutte le incertezze e le domande che la vita ci presenta, splendente momento di felicità il tuo ti amo, arrivato neonato, che sorride con le stelle che prendon posto dei miei stessi occhi, per brillare sul mio viso tutto l'amore che ho per te.
Amore, un bacio, una nuvola che va via, un sole che splende.
E quando chiudi gli anni dietro te
quando senti che il tempo scende le scale senza te
quando il giorno non ha l'alba, ma solo il tramonto,
quando non sai quanto avrai, è lì che finisce il tempo.
Conti le candeline sulla torta inacidita dalla vita,
spegni in fretta, non c'è partita,
furtiva guardi ciò che lascerai di te,
una donna piena di se, una figlia degna di te.
Provi a contare le stelle per distrarre il cuore,
provi a non gridare amore,
provi a fuggire dal sonno del cacciatore stanco,
ma non fai in tempo, si riparte di punto in bianco.
Adesso che hai passato metà della tua vita,
ti aspetta la discesa che sembra una salita,
tracci una linea che segna i bilanci,
cosa fai, smetti o rilanci?
Dall'alto del domani vedo un cielo chiaro,
un sorriso che mi regge,
un compagno che mi adora,
una vita che val la pena vivere ancora...
Bene,
ora tutto abbia inizio
Sai!
La cosa strana!,
Devo restare a guardare
Lancette dell'ora
andate avanti
Tutti,
devono contendersi
un pezzo della mia vita
Carte
carte su carte
Falsi che non mi hanno mai incontrata
mano sul cuore
dicono lo giuro
lo diranno anche poi
Per salvare i veri inquisitori
Loro comprano tutto
anche le anime
Tutti pronti,
vorrei affondare nelle viscere della terra
non ascoltare,
non vedere,
non vedere la gemella mia
ancora una volta
una nullità
Gridai!
Grido...
ancora oggi
grido al mondo
ma...
attanagliati dalla vita quotidiana
chi ha storie complicate
meglio lasciarle stare
Passano le ore
tutto ha un altro sapore.
Ho i sentimenti aperti
Ci sgorgano paure
Ed emozioni vecchie
Le hai fatte nuove tu
È stupido da grandi
Ma il cuore ci sta bene
Ripetere il tuo nome
Sorridere di già
Dana, che non conosco
Dana, che cosa sei?
Un attimo di sogno
O finalmente lei?
Questa è la storia di come nacque l'amore
nel lontano febbraio alla luce del sole,
quando un santo cristiano, da Furius soldato
fu posto al flagello e del capo privato.
L'ingiustizia lontana di anni crudeli,
per combattere il Cristo e tutti i fedeli,
nel volere di Aurelio, imperatore del mondo
succeduto al tiranno Claudio secondo.
Ma come dal fango, può nascere un fiore,
in questo contesto è nato l'amore,
dall'animo buono di san Valentino,
amante delle coppie e di ogni bambino.
Così fu narrata la fiaba d'amore,
da padre in figlio, per restare nel cuore,
del vescovo longevo che amava portare
pagani e cristiani insieme all'altare.
L'amante dei bimbi, e del suo grande giardino,
dove giocavano i figli di ogni vicino
che rientravano in fretta con un fiore la sera
per donarlo alle mamme e portar primavera.
Solo tre anni mancavano, al suo centenario,
quando in prigione lo misero e lo condannarono,
ma nonostante l'età ed il suo batticuore
dietro le sbarre ancora, insegnò lui l'amore,
alla figlia di Asterius, il guardiano custode,
che pur cieca fanciulla, in lui ripose ogni lode,
e nell'ultima lettera riuscì a leggere un mattino
l'amore di un poeta che si firmò Valentino.
Fulmineo istante
Che per la grazia
D'una vision angelica
Divien l'eterno paradiso
La vision si perde
Nel profondo
Di due zaffiri
Che son I suoi occhi
Ai quali si fa
Sgarbo imperdonabile
Se si cerca
Una fra tutte le parole
Per definir si tal vision
D'infinita beltà
Si quieta l'animo
Svanisce la parola
E solo
Il sorriso
Dal cuor dipinto
Benevolmente sul viso
Rende grazia
A quell'esser
Dalla divin essenza
Ed è allora
Che scopri
Quanto sia special
Quel momento
Il fiato
Divien
Flebile sibilo
Prima
Di cessar
Per permettere Al cuor
D'accellerar il suo battito
E poter cosi volar
Lassu
Fra le stelle
Rimanendo quaggiù
Insieme a chi
Gli astri ha dipinto
E la luna ha illuminato
Dando calor al sole
E luce alla vita d'ogni uomo
Che per fortuna
Merito
Od occasion
Ha avuto l'onor
Di incrociar
Il cammino
Del volo
Di un angelo del cielo.
Dillo in sei parole, che amore sia,
stringi, accorcia, taglia la via,
ma ce la fai se fai la dieta
a stecchetto le parole e il cuore senza meta.
Dillo in sei parole quello che hai dentro,
in sei parole, quel che non hai mai provato
in sei parole, tutte d'un fiato!
Petalo blu come il mare il tuo cuore,
rosso vermiglio come l'inferno il tuo umore,
verde dell'erba bagnata al mattino,
giallo del sole se con te m'incammino,
bianca è la zagara del nostro paese
nera è la fascia che porta il nostro amore,
assembla insieme questi colori
sai che meraviglia ne vien fuori?
Un arcobaleno che traccia la pioggia,
una conchiglia si arena nella spiaggia,
tinte che da sole non hanno valore,
ma che insieme formano un mondo migliore...
Amore che invano hai amato, ama...
L'ho detto in sei parole... adesso vola...
O navigante che isole costeggi
e cauta cerchi un approdo
rigoglioso di primizie e gioie
fuggi da lezioso agghindarsi
di parole se menzogne sono al cuore.
Sterile, sappi, è sempre
il raccolto di lusinghe mendaci
che come nebbia velano l'inganno:
è solo nella fatica del divenire
di giungere ed essere luce
che non vi è mai spreco di sentire,
solo nei getti di ardore in scoppio
un rossore fiammeggia
e sempre è specchio di passione!
Se di vero sogni si indorano
di nulla sbadiglia chi vive
sulle chiome dell'anima
affluisce linfa e rugiada
luci fuggono dagli occhi!
Risveglia le ali e segui la scia
se amor sincero ti fomenta
staccati dalla pretesa
che ogni cosa che accada
sia certa e governabile;
una potenza di delizie esploda
di pienezza intera ti penetri
e poi se vuoi essere: sii!
Non vuoi tu tornare a guardare
la luna nelle celesti sere
invaghirti di future essenze
restare sotto lo scroscio
di emozioni bagnare il volto?
Non sai che la vedovanza
di sole non riporta in vita
i nostri morti e che di nero
nessuna rosa si colora?
Canta la tua vita finché puoi
prima che la voce in enfasi
sia sopraffatta dal silenzio:
poi nessun vivente più t'ode!