Sciacalli pavidi e codardi sempre in fuga dal vero ultimo sull'agorà si sono azzuffati discutendo di vita e di morte Come poco si vede chiaro ciò che è nitido nel vago! Tu da anni già non eri oscurato era ogni splendore cadavere di vitali tripudi incosciente giacevi nella fossa di sogni e speranze mai nati eppur nulla ti mancava perché tutto vi è nel nulla sentii dire dall'ombra presente di una presenza passata. All'albero della vita sradicato dal terreno della coscienza cannula di linfa o innesto non può dare frutti e foglie a nulla più gli vale pioggia sole o batter di luce sui rami. Oh povero essere pur passato sei per il mondo, di te vissuta tra miliardi di viventi ho conosciuto appena il nome così ancor triste oggi da udire se eco tristevole ritorna dalla scia del tuo precoce sparire.
Il mare si muove con ritmo dolce e conciliante: le onde si posan sulla sabbia e il vento instancabile altre ancora ne crea che paion rincorrersi; un blu immenso che fermare non puoi. Ma cavalcare per muovere assieme o per rotte diverse il tuo cammino deviare.
Il mare si agita con ritmo possente: spuma rabbiosa scaglia e abbatte l'ira del cielo in luoghi che di tanta irruenza patiscono. Quell'energia cupa imbrigliare non puoi e inverosimile è domarne con umana arguzia la furia.
Il mare ha un ritmo riposante, nelle sere dall'orizzonte illuminate: di colore acceso arrossire lo vedi lentamente e di arancioni riflessi. Le vele lo attraversano e i gabbiani dall'alto lo osservano, mentre il pescatore i frutti generosi attende. E accende passioni nel cuore di amanti che vedono riflessi l'un nell'altro sentimenti.
Il mare possiede il ritmo misterioso della vita che in sé custodisce e da sponda a sponda unisce. Ora sosti: odori essenze di lontane terre oltre il suo orizzonte e comprendi dell'avventura necessità.
L'Amore è aspettare ad una porta che non si apre; aspettare ad un telefono che non squilla; aspettare parole che non verranno mai pronunciate; aspettare che piova in una giornata di sole; aspettare una stella cadente in una notte nuvolosa. L'Amore è qualche cosa che non si può spiegare, e quando credi di esserci veramente vicino, ecco che ti scivola tra le dita; ma tu ricordalo quel momento avrai raggiunto l'apice dell'amore.
I miei occhi cercano i tuoi per poter parlare senza muovere le labbra. Sentimenti così puri e sinceri potrebbero essere sporcati nel solo pronunciarli. Occhi che nemmeno a dipingerli ci si riuscirebbe; dietro i quali si cela l'infinito... il nostro.
Mi stai accanto ed in silenzio asciughi il mio pianto conosci lo sgomento del mio cuore infranto perché è te che io ho amato tanto
Piano senza fare rumore nascondi il dolore di questo grande amore e se via non riesci ad andare il tuo volto mai compare ed io continuo a sperare che tu possa voler tornare
Hai lasciato che ti odiassi che da te mi allontanassi speravi non m'accorgessi che invisibile seguivi i miei passi Oh... piccolo cuore generoso sei il mio Angelo silenzioso.
Un giorno mi svegliai, aperti gli occhhi vidi una foglia. Una foglia di autunno che lentamente vacillava nell'aria, coccolata dal vento, dalla brezza dei sogni. Quella foglia la vidi, la sognai non la toccai. In quella foglia ho visto scorrere un piccolo intenso momento di vita, tutto ruotava intorno al mio essere, tutto si infrangeva intorno alla mia sordità, tutto penetrava dentro il mio animo di essere sognatore e forse vivente. Sì, perché io capirò di esser vivo solo quando avrò compreso che tutto ciò che sentiamo, guardiamo, tocchiamo, respiriamo. È pura follia, forse la più dolce che esista ma è follia. La follia è l'unica parte di noi stessi che non possiamo controllare, così è il sogno, così sarà la vera vita.
Gelide lacrime brucianti scorrono nel vortice irrequieto di immagini passate Buio, il tenebroso burrone mi chiama ad una resa devastante ed incessantemente presente
Una voce triste trucida troppo vera entra nelle viscere di una sensibilità straziante È la mia mano che accarezza il cuore di anima perdute in selve ombrose.
Sento l'accecante fulmine della disperazione colpirmi in pieno petto spargendo semi di pietà infinita Sento il gelo fuori, sento il fuoco dentro e brucio e tremo, e piango e mi dibatto e mormoro parole di accusa e consolazione La vita, un leggero barlume che combatte per se stesso Dentro di me la speranza.