Pronti si parte inizia ora il gioco bizzarro che il giorno divora la mente affoga nei tanti pensieri che sciolgono l'oggi forgiandolo in ieri aiutando così la brava memoria a farci raccontare un altra storia quella dello spettacolo più bello del mondo a cui tutti partecipano senza rendersene conto.
Ognuno passeggia dentro alla sfera di sé stesso; Mettendosi al centro il reo ha commesso la bestemmia più vana: veder dell'aria libera la cosa più strana.
Per i rumori che questa notte ascolto ti ringrazio vento. Sarei stato ancora più triste nel silenzio-silenzio nell'ascoltare solo me stesso. Invece nell'irrequieto dell'aria smossa violentemente i rumori sordi-fruscianti sembrano parlarmi sapidamente. E m'appaiono miliardi di parole in figurate immagini e lampi supersonici illuminano suggestioni. Nel vedere con l'orecchie questi "rumori-illustrati" gli umori dell'intimo rimescolandosi galleggiano e labirinti misteriosi vorticano a mò di pianeta. In una galassia sconosciuta vedo "gente" che m'assomiglia: tanti vanno e vengono lasciando ombre d'iride o contorni d'ombre vuote. Mentre la prima luce naturale filtra tra le persiane forse m'addormento forse mi sveglio ed è pace.
Stupendo E indimenticabile L'istante In cui fu L'incrocio di sguardi
Il tempo S'arrestò E l'attimo Dell'eterno Divenne sinonimo
Con gioia Delirante M'immersi In tuffo Nel profondo Dell'animo suo Attraverso I suoi occhi Porta a custodia Del divino Paradiso
Navigai Mari sconfinati Intrisi di Sogni Desideri Aspettative Timori E ai venti Dolce Sussurrai "Coraggio!" Affinché il cuor Soffi Sempre più forte E in quel mar Non resti che Gioia Amor E incalcolabile Pace
Visitai Sacri templi Eretti Dall'albore dei tempi Dai più veri E profondi Sentimenti E come un pellegrino Invocai il nome di Dio Cosicché con mano Delicata e forte Consacri quei luoghi Elevando al cielo L'emozione Affinché Resti e mai svanisca Ad ogni cambio di luna
Ho corso Su prati Verdi E sterminati
Ho gioito E cantato Ballato E giocato
Ho goduto D'ogni anfratto Di quelle terre Stupende Ed eterne In cui ogni uomo Sogna di trovar Quiete E desiderio Di viver La vita Li Dove il sol risplende Di una luce Rossastra E mai vista Un sol Che è sorto E mai tramontato Nell'animo dolce D'un esser Speciale
Un battito di ciglia E mi ritrovo Qui seduto Ritornato Dal più bel viaggio Mai affrontato A rimarar Da vicino O lontano Quegli occhi stupendi Di chi È venuto dal ciel E si chiama... ... Angioletto!
Laddove un tempo c'era stata una luce nei miei occhi quando parlavo di lui, adesso c'è solo un vuoto! Dove un tempo c'era stato amore, adesso resta solo indifferenza.
Io e Te due anime in balia di un vento avverso... che nella bramata malinconia della notte, in un essenza carezzevole Si rifugiano nell'oblio dei sogni lì dove nessun vento può soffiare, ma solo aleggiare e unirci in un sol cuor sereno.
Diserta la muta folla dei tuoi pensieri se ai polsi batte la voglia di parlarmi non startene inceppata nel linguaggio tuo più antico scorporato di amore e di abbandoni; prima che fagociti il silenzio il bruire della lenta fiamma che brucia accenna al sistro che s'alza da ciò che l'arde. Poco possiamo mutar la nostra vita avviatasi inesorabile alla sua foce ma non ti opporre se al suo corso un rivolo tributario d'affetto schietto di moine vi arriva impetuoso con acque limpide e schiume cristalline, non puntarmi l'artiglieria contro dei 'però' resilienti su cui ti attesti se ti confonde l'occhio della tua mente. È nel lampo dorato che sprizza dolcezze mentre la corrente fa sentire la sua voce che si illumina l'alto del cuore. Se insiste la luce è una fortuna: ogni contorno d'ombra si sfrange e un mutamento ci rapisce e ci consola. Estirpa l'ortica che ti brucia solo la morte è inconvertibile dai vita altra alla tua vita altera combatti per un sorriso si può vincere pure contro il vento.