Diserta la muta folla dei tuoi pensieri se ai polsi batte la voglia di parlarmi non startene inceppata nel linguaggio tuo più antico scorporato di amore e di abbandoni; prima che fagociti il silenzio il bruire della lenta fiamma che brucia accenna al sistro che s'alza da ciò che l'arde. Poco possiamo mutar la nostra vita avviatasi inesorabile alla sua foce ma non ti opporre se al suo corso un rivolo tributario d'affetto schietto di moine vi arriva impetuoso con acque limpide e schiume cristalline, non puntarmi l'artiglieria contro dei 'però' resilienti su cui ti attesti se ti confonde l'occhio della tua mente. È nel lampo dorato che sprizza dolcezze mentre la corrente fa sentire la sua voce che si illumina l'alto del cuore. Se insiste la luce è una fortuna: ogni contorno d'ombra si sfrange e un mutamento ci rapisce e ci consola. Estirpa l'ortica che ti brucia solo la morte è inconvertibile dai vita altra alla tua vita altera combatti per un sorriso si può vincere pure contro il vento.
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